15 dicembre 2014

Weidmann

Parole imcredibili quelli di Jens Weidmann, il presidente della BCE, ovvero il rappresentante della Germania in seno alla banca centrlae europea.

Il conservatore Weidmann spiega che è sbagliato comprare titoli di stato perchè ciò stimolerebbe l'indebitamento degli stati.

Tesi difficile da condividere e non solo perchè il debito aumenta, sì, ma nei limiti stabiliti (il famoso vincolo del rapporto deficit/PIL impone un limite all'indebitamento annuo e quindi alla crescita del debito pubblico).

Ci sono anche altre ragioni. Acquistare titoli del debito significa far scendere i tassi e quindi la spesa (pubblica) per interessi. E il debito, è bene ricordarlo, è sostenibile fino a quando alle aste si presenta qualcuno a comprare i titoli di stato emessi.

Se i tassi di interessi fossero alti la spesa pubblica sarebbe alta e i dubbi di sostenibilità del debito spingerebbero molti potenziali acquirenti dei titoli pubblici a disertare le aste, anche solo per prudenza, per evitare di sottoscrivere titoli troppo rischiosi (rischio e rendimento di solito sono legati).

La tesi di Weidmann sono poco condivisibili anche da un punto di vista teorico, come spiega questo articolo.

Il presidente della BCE ha in mente un irrealistico modello concorrenziale nel quale quando cambia qualcosa per effetto di una decisione politica, si innescano una serie di reazioni che tenderebbero a annullare o a ridurre fortemente l'effetto positivo sull'economia. Ragion per cui sarebbe inutile o magari anche controproducente cercare di influenzare un'economia che funziona bene solo quando è libera da decisioni politiche.

L'economia in realtà non funziona così e gli acquisti di titoli pubblici, come spiega l'autore dell'articolo, possono influenzare positivamente l'economia, checchè ne pensino i conservatori tedeschi.


2 commenti:

  1. Tralasciamo che è vero che comprare i titoli di stato incentiverebbe la spesa pubblica (già me li vedo, i nostri cari politici "massì, tanto se siamo nei guai la UE non può permettersi di perderci e ci fa un altro favorino").
    Tralasciamo anche che si, ci stiamo indebitando entro i parametri, ma ricordiamoci che quei parametri dovrebbero essere temporanei (non solo per il principio di parità di bilancio, ma per un discorso di sostenibilità del debito).
    Una cosa, però, ha davvero poco senso: il discorso del costo del debito. Il costo del debito deriva da tanti fattori, tutti riassumibili in una sola parola: "rischio". Se la BCE iniziasse a comprare i Titoli di Stato succederebbe che NEL BREVISSIMO PERIODO i tassi scenderebbero, ma dato che non potrà farlo in eterno (a meno di non voler fare la fine dell'Argentina) prima o poi la pacchia finirà e i tassi torneranno ad aumentare. Perché? Perché fare ciò significa solo nascondere la polvere sotto al tappeto, senza risolvere il problema della scarsa sostenibilità del debito per gli scarsi investimenti e la scarsa produttività italiana, causati non certo dalla mancanza di bigliettini di carta, ma dal fatto che, qui in Italia, semplicemente NON si può produrre, per via delle tasse, del clientelismo, dei sindacati che fanno sciopero ogni venerdì (guarda caso) e via discorrendo, e le produzioni si trasferiscono saltellando all'estero (alla faccia di chi, all'Agenzia delle Entrate, si lamenta dello "scarso orgoglio italiano" degli imprenditori nostrani).

    Allora, se l'obiettivo è guadagnare un po' di tempo per fare certe riforme allora la cosa potrebbe anche avere una logica (ma non di certo un livello accettabile di "giustizia sociale"9. Si specifichi, però, che ciò avverrà a un COSTO che ricadrà principalmente sui risparmi, una vera e propria TASSA (ancora) occulta.
    Se invece il credo, tipico del neokeynesianesimo, è, ancora, quello che si potrà campare benissimo a furia di stimoli monetari eterni, allora ci si prepari, perché questa bella illusione in cui stiamo sguazzando non durerà in eterno.

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    1. la possibilità di acquistare titoli non modificherebbe i vincoli nel rapporto deficit/PIL e non stimola, negli usa o in GB, nulla..

      il costo del debito è quello che si paga quando si collocano i titoli di stato e i tassi sono scesi da tempo a livelli molto molto bassi

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