03 novembre 2015

Peter Gomez

Per qualche ignota ragione ogni tanto la tv ci offre momenti esilaranti. No, non parlo di Crozza o della Littizzetto, ma di giornalisti che uscendo dal campo che conoscono bene la sparano grossa.

E' il caso di Peter Gomez, giornalista dell'Espresso, poi del Fatto Quotidiano, esperto di questioni giudiziarie che riguardano i politici.

In una puntata di Otto e mezzo dedicata a una sentenza riguardante Silvio Berlusconi, Gomez la spara grossa (minuto 38 e 40 secondi).

Gomez spiega che i mercati "si stanno risvegliando" "piuttosto male" e che l'1,3% in meno del PIL pronosticato dallo scorso governo era un sogno" e si andrà verso un calo del PIL del 2,5 e forse anche del 3%.

Di quali previsioni sta parlando? Me lo chiesi allora. Andai alla ricerca di qualche dato a sostegno della tesi di Gomez, senza trovare nulla. Le previsioni del governo Monti (-1,3%) erano state troppo ottimistiche (e non parliamo di questo) ma per quanto l'economia potesse andar male in quell'anno era chiaro che non si poteva certo scivolare verso un calo del PIL del 3%.

Un calo del 2,5 o del 3% avrebbe significato che i sacrifici del governo Monti non stavano producendo alcun effetto positivo, ma solo una crisi in fase di peggioramento. Invece di dati, per quanto negativi, mostravano segnali di rallentamento della recessione.

Gomez stava parlando di un argomento che conosceva poco. I mercati non sembravano in subbuglio e lo spread era in calo (vedasi la foto) dopo una fiammata in primavera.

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