30 dicembre 2013

Se Mario Monti non avesse fatto nulla...

Due anni fa di questi tempi s'era appena insediato il governo Monti. L'Italia era a pezzi, lo spread in estate era salito alle stelle, i titoli di stato venivano collocati a tassi crescenti. Berlusconi, ridicolizzato da Sarkozy e Merkel, per non perdere consenso aveva rinviato gli interventi necessari a rendere credibile l'Italia sui mercati internazionali e alla fine è stato travolto e s'è dovuto dimettere.

A inizio dicembre arriva la stangata del governo: riforma delle pensioni, anticipazione dell'IMU al 2012, aumento delle accise sui carburanti e via discorrendo.

Sacrifici che avevano un senso di fronte alle previsioni economiche del Tesoro: PIL in calo dello 0,4% nel 2012, in aumento dello 0,3% nel 2013.

Il rapporto deficit/Pil doveva essere all'1,6% nel 2012, allo 0,1% del 2013, mentre per il 2014 si prevedeva un avanzo di 2 decimi di punto (come spiegava il Sole 24 Ore).

"Senza manovra, il deficit si attesterebbe al 2,5% nel 2012, all'1,3% nel 2013 e all'1,1% nel 2014" spiegava il giornale di Confindustria.

Previsioni del tutto sbagliate. Il PIL è sceso del 2,5% nel 2012 e dell'1,8% nel 2013 e il deficit nel 2013 resta a fatica nel limite del 3% del PIL.

Dov'è l'errore? Nel non aver compreso che pesanti manovre finanziarie avrebbero depresso la domanda causando un pesante calo del PIL e di conseguenza delle entrate fiscali.

Monti non l'ha capito e non l'ha capito neppure Bruxelles con cui la manovra è stata concordata, col paradossale effetto che se Monti non avesse fatto nulla, limitandosi a controllare l'esistente, a intervenire solo in caso di necessità e a offrire credibilità all'Europa, i conti pubblici oggi sarebbero migliori e centinaia di migliaia di persone non avrebbero il lavoro perso nel 2012-13.





 

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