20 dicembre 2013

Il buono postale del 1938

Durante i lavori di ristrutturazione della casa di un'ultracentenaria signora savonese, è spuntato un buono postale del 1938, del valore nominale di 1000 lire.

Calcolati gli interessi, la signora avrebbe dovuto incassare la bellezza di 145.000 euro, ma alla fine s'è accontentata di 60.000 euro pur di evitare una lunga battaglia legale.

Investire 1000 lire e incassare 60.000 euro dopo 75 anni significa ottenere un rendimento vicino al 17% annuo. Oltre il 18% se avesse incassato 145.000 euro.
Un'enormità che si giustifica con l'inflazione.

Sono andato a cercare i coefficienti di rivalutazione, scoprendo che se il buono postale l'avesse protetta dall'inflazione avrebbe avuto diritto a oltre 800 mila euro. Mille lire del 1938 equivalgono infatti a oltre 1,6 miliardi di lire (800.000 euro) di oggi.

Ma 1000 lire investite dopo la guerra, nel 1947, equivalgono a 48.000 lire (poco più di 24 euro) odierne.

Insomma considerato il rendimento, la signora ha fatto un ottimo affare anche accettando la somma proposta dalle Poste. Ha avuto la fortuna di investire i soldi quando l'inflazione correva e le poste promettevano un elevato tasso di interesse.

Però se consideriamo l'inflazione, ha perso parte dei suoi soldi. Un titolo capace di difenderla dall'inflazione gli avrebbe reso oltre 800.000 euro.



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