Qualche settimana fa i dati P.I.S.A. hanno mostrato le forti differenze territoriali nel livello di preparazione degli studenti italiani (vedi qui). I risultati premiano gli studenti del nord e in particolare quelli del triveneto, tra i migliori in Europa, mentre penalizzano gli studenti del sud, che hanno una preparazione in matematica inferiore alla media.
Come spiegare queste differenze territoriali?
Una ricerca sull'apprendimento aiuta a cercare una risposta. Lo studio dell'Università di Stanford spiega che un bambino nato in una famiglia benestante impara molte più parole di un bambino nato in una famiglia povera e che di conseguenze per il primo è molto più facile apprendere ciò che gli insegna la scuola.
Al sud il reddito è più basso, e questo vuol dire che, se lo studio è applicabile anche all'Italia, i bambini calabresi o siciliani partono svantaggiati, quando entrano a scuola, rispetto ai bambini lombardi o piemontesi. Ma non basta, perchè il gap se nascere in una famiglia più povera significa apprendere di meno, si può obiettare che poi i bambini vanno all'asilo.
E non c'è motivo per pensare che le maestre del nord siano mediamente più preparate delle loro colleghe del sud, per cui un bambino che impara di meno in una famiglia più povera dovrebbe avere l'opportunità di recuperare all'asilo.
Dovrebbe essere così, se solo i bambini italiani avessero la stessa opportunità di andare all'asilo. Purtroppo non è così: un bambino emiliano ha molte più probabilità di andare all'asilo di un bambino siciliano. Alcune regioni offrono molti più posti all'asilo di altre e le regioni del sud hanno ancora una volta il triste primato del minor numero di posti disponibili negli asili.
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