16 gennaio 2010
Il vero volto di disoccupati e cassintegrati
Il primo bollettino economico del 2010 della Banca d'Italia evidenzia le difficoltà della ripresa, specie per l'occupazione. In Italia c'è un abbondante numero di cassintegrati e di persone che rinunciano a cercare un lavoro, fa notare Bankitalia. Se si considera chi rinuncia a cercare un lavoro i dati sulla disoccupazione diventano molto più gravi di quanto registrato dalle statistiche: più del 10% invece dell'8% circa misurato dall'ISTAT.
Dato che ha sollevato l'ira del ministro Sacconi (1), che ha subito fatto notare che i cassintegrati non sono tecnicamente disoccupati.
Come stanno davvero le cose?
Il fenomeno dello scoraggiamento è noto e ben spiegato dagli economisti: quando è difficile trovare lavoro, alcuni rinunciano a cercarlo e per questo non sono classificati come disoccupati.
Poi basta cambiare la definizione di disoccupazione per eliminare dalle statistiche un pò di disoccupati: al disoccupato si chiede se in un certo periodo precedente l'intervista ha cercato lavoro. Se risponde di no, non rientra tra le persone che hanno o cercano un lavoro e quindi tra i disoccupati.
Ora basta modificare il periodo di riferimento e altri criteri usati per definire chi è disoccupato per vedere il numero dei disoccupati crescere o diminuire, senza che un solo posto si sia guadagnato o perso.
Gli economisti sanno bene che così si spiegano gran parte delle differenze di disoccupazione tra Europa e USA, spesso attribuite a una diversa capacità delle economie di creare posti di lavoro.
Bankitalia considera disoccupati i cassintegrati, che pure hanno, ancora per un pò, un contratto di lavoro e un reddito, sia pure modesto. E questo perchè senza una ripresa vera e sostenuta, e in presenza di imprese che si rioganizzano profondamente, prima o poi la cassa integrazione finirà e costoro diventeranno disoccupati. Meglio dunque segnalare il problema, specie se si vuole sollecitare il governo a intervenire per tempo.
Considerarli già oggi disoccupati vuol dire dunque guardare alla sostanza del problema e non alla forma, come fa il burocratico ministro Sacconi.
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(1) la sua biografia si può trovare su wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Sacconi
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Pienamente d' accordo con quest' intervento.
RispondiEliminaComunque ho letto il libro "desigualdad" (non mi ricordo il titolo in italiano), che avevi segnalato e ti ringrazio, interessantissimo lo sto prestando anche alla mia ragazza voglio che lo legga molta gente perchè è uno di quei libri illuminanti sulla società in cui viviamo, anche se da comunista non concordo sul suo giudizio del socialismo sovietico (sui quali problemi mi sono già espresso in questo blog una volta) nonostante che almeno il libro riconosce il dato di fatto oggettivo che la disuguaglianza è aumentata enormemente nell' Europa dell' Est dopo il 1989 e che le condizioni di vita generali per molti sono davvero peggiorate. Come non concordo sulla sua proposta delle cooperative. Quanto a quest' ultime in Italia ho lavorato con gente di una cooperativa sociale (anche se io ero un dipendente dell' asl) e posso assicurare che se la passavano malissimo e poi ci sono settori come quello della produzione industriale o altri dove la cooperativa sarebbe solo una forma di cottimo e quindi di autosfruttamento perchè i lavoratori guadagnerebbero a seconda di quanto producono, e tra l' altro visto che lo stress è una delle preoccupazioni del libro ci sono anche studi che affermano che quando la retribuzione è legata alla produttività lo stress aumenta moltissimo. Per il resto ottimo libro veramente.
Comunque vorrei fare una domanda anche se non c' entra niente se posso permettermi, solo per sapere una opinione: che ne pensate della teoria economica di Silvio Gesell? Davvero può avere l' effetto di ridurre l' accumulazione capitalistica del denaro?
http://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Gesell#Opinioni
http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=724&Itemid=76
http://ita.anarchopedia.org/Moneta_alternativa
che i profitti siano il prodotto di una somma di denaro per un interesse mi pare una sciocchezza
RispondiEliminail resto va di conseguenza: se una teoria è errata anche la cura non sta in piedi
Una moneta che si scioglie impedendo l'accumulazione di capitale sarebbe una moneta che nessuno vorrebbe, perchè non svolgerebbe una delle sue funzioni fondamentali, quella di riserva di valore. Sarebbe sostituita da beni materiali. E poi l'accumulazione prende anche altre strade, a cominciare dall'acquisto di beni materiali, case, terreni ecc
Per cui concentrare l'attenzione su una moneta non ha senso
Il solo modo per ridurre l'accumulazione è mettere imposte molto progressive