03 gennaio 2010

La crisi, i saldi e le prospettive del 2009

Il Giornale (1) riporta la notizia di code davanti ai negozi dove si offre abbigliamento in saldo e suggerisce che la crisi esiste solo in tv. I consumi riprenderebbero vigore, sia pure sotto forma di saldi.

Dunque è tutto finito, la crisi superata e la ripresa certa?

A parte l'esagerata e storica (2) fiducia di Berlusconi diffusa dai giornali a lui vicini, la situazione è un pò più complessa, come indica ad esempio la relazione di Marchionne a sindacati e governo dello scorso 22 dicembre (3).

Marchionne ha illustrato la situazione del gruppo Fiat che produce beni destinati al consumatore finale, come le auto, e beni strumentali, come le macchine movimento terra o i veicoli industriali. E lo scenario è di una crisi che non è stata uguale per tutti. Alcuni settori, come le macchine per l'edilizia, sono letteralmente crollati, altri hanno subito forti cali di domanda, mentre il settore auto si è salvato grazie agli stimoli alla domanda concessi dal governo. Ma anche qui la crisi ha colpito Fiat in modo differente: la produzione di Alfa a Pomigliano d'Arco è crollata mentre ha tenuto la produzione delle auto più economiche, che hanno beneficiato degli incentivi alla rottamazione.

In termini più semplici mentre i consumi (le automobili) hanno in qualche modo tenuto di fronte alla crisi, registrando diminuzioni contenute, gli investimenti sono crollati.

Non deve perciò stupire che ci siano le code fuori dai negozi.

Trilussa prendeva in giro la statistica dicendo che se una persona mangia due polli e un'altra resta a pancia vuota, la statistica dice che in media hanno mangiato un pollo.

Il Giornale ignora chi ha perso il posto e difficilmente fa la cosa per comprare qualcosa nei negozi di marca e fa la media dei polli.

Le differenze economiche, accentuate dalla crisi, sono aumentate, ma questo per i conservatori non è un problema, ma anzi un bene. Se poi si ignorano i meno fortunati, è più facile convincersi che le cose vanno bene.

E per il futuro? Sarà forse per un eccesso di prudenza, ma Marchionne sembra suggerire che il 2010 non sarà tutto rose e fiori come Berlusconi e i suoi uomini sembrano suggerire. Sono anzi previsti possibili cali della domanda nei settori più colpiti dalla crisi, ristrutturazioni di imprese che creeranno nuovi disoccupati, investimenti che daranno i loro frutti nei prossimi anni. Le prospettive per il 2010 non sono, almeno secondo l'amministratore delegato di Fiat, molto positive, ma il governo, presente all'incontro, pare non essersene accorto.

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(1) http://www.ilgiornale.it/interni/saldi_paese_che_piange_la_crisi_sta_ore_fila_per_fare_shopping/03-01-2010/articolo-id=410863-page=0-comments=1

(2) nel 1992 mentre la situazione dell'economia andava peggiorando, Berlusconi spargeva un interessato ottimismo di fronte a un'economia in difficoltà: vedasi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/10/04/berlusconi-ottimista-ecco-il-perot-dell.html

(3) http://www.virtualcar.it/public/media0a/SMincontroIstituzioniSindacati_dicembre2009.pdf

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