10 agosto 2011

La misura del disastro di Tremonti & C.




Ormai è certo: sugli italiani sta per abbattersi una stangata, frutto di un "accordo" tra il governo italiano da una parte e BCE sotto la regia di Germania e Francia dall'altra.

La BCE interviene per comprare titoli e evita nuove emissioni di titoli a tassi elevati e il governo Berlusconi si impegna a raggiungere il pareggio di bilancio nel più breve tempo possibile.

Questo è l'accordo o meglio l'imposizione dell'Europa al nostro governo. Si possono criticare i contenuti della manovra, si può sperare che colpisca più qualcuno e meno altri, ma una cosa è certa: per mettere a posto i conti servono diverse decine di miliardi di euro tra maggiori entrate e minori spese.

Ora, sembra sempre che l'Italia sia un malato cronico, uno stato che da sempre spende più di quanto incassa. Ma non è vero. La destra ha fatto leva su spese e entrate per realizzare i suoi obiettivi politici peggiorando costantemente i conti pubblici italiani nell'era di Berlusconi.

I conti pubblici italiani risentono della spesa per interessi, che è elevata perché il debito è enorme. Ma la spesa per interessi è in pratica indipendente dalle scelte del governo, invece responsabile di entrate e spese, al netto degli interessi e del relativo saldo chiamato avanzo primario se le entrate superano le uscite (interessi esclusi) e disavanzo primario nel caso contrario in cui le entrate non coprano le spese al netto degli interessi.

Se si valutano i governi usando come metro l'avanzo/disavanzo primario, appare chiaro il disastro combinato da Tremonti e dalla destra, in particolare nell'ultimo decennio.

L'immagine all'inizio del post mostra l'andamento dell'avanzo (disavanzo, se negativo) primario nell'ultimo decennio. La linea tratteggiata scende durante i governi Berlusconi (2001-2006 e 2008-oggi) e risale solo nel breve intervallo del governo Prodi (2006-2008).

Con Prodi i saldi sono migliorati in modo sensibile fin dagli anni '90. Nel 1996, quando viene eletto il professore bolognere, il saldo primario è negativo per 71.020 miliardi di lire. L'anno dopo il saldo negativo scende a 3871 miliardi e nel 1998 si assiste ad un avanzo primario di 5105 miliardi di lire. I saldi positivi migliorano negli anni successivi fino a superare il 5% del PIL nel 2000, come mostra l'immagine.

Nel 2001 arriva Berlusconi e l'avanzo è di circa il 2% del PIL, complice la crisi iniziata l'anno prima. Due anni più tardi, nel 2003, l'avanzo è scomparso e lo si rivede solo quando, nel 2006, torna Prodi. Nel 2008 tornano Berlusconi e il disavanzo.

Colpiscono anche i rettangolini blu, che misurano la dimensione delle entrate una tantum. E' soprattutto Tremonti a ricorrere a entrate temporanee.

Il quadro è chiaro: dal 2001 i governi targati Berlusconi hanno peggiorato costantemente i conti pubblici facendo crescere il debito pubblico più rapidamente e puntando molto, in tema di entrate, sulle imposte una tantum, destinate poi a lasciare buchi nei bilanci statali.

Ma soprattutto emerge un dato che dovrebbe far riflettere in un momento in cui si stanno per imporre sacrifici importanti: se i governi Berlusconi avessero puntato a mantenere un avanzo primario e magari a incrementarlo lentamente nel corso degli anni, oggi il bilancio dello Stato sarebbe in pareggio e il debito pubblico sarebbe decisamente più basso e non servirebbe una manovra che probabilmente soffocherà una crescita già modesta.

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