28 agosto 2011
Perchè serve l'euro: un esempio pratico
In questi giorni Fiat ha deciso di investire 550 milioni di euro per costruire una nuova Maserati nella fabbrica ex-Bertone a Grugliasco, alle porte di Torino.
L'investimento è possibile grazie alle garanzie offerte dal governo in tema di regole sul lavoro e sfutterà l'impianto dell'ex stabilimento Bertone, dove esiste un sofisticato impianto di verniciatura dell'alluminio quasi unico nel suo genere.
Resta in dubbio, invece, l'investimento nello stabilimento di Mirafiori, dove Fiat ha in programma di costruire auto con marchio Jeep destinate in parte a soddisfare la domanda europea e in parte maggiore a essere vendute negli USA.
Il dubbio è legato al tasso di cambio. Se il rapporto euro/dollaro cambia a favore dell'euro, c'è il rischio che i costi diventino troppo elevati, se espressi in dollari, rendendo sconvenienti le produzioni in Europa di beni destinati alla vendita negli USA.
Servirebbe al contrario una svalutazione dell'euro rispetto al dollaro. L'incertezza ostacola gli investimenti, spinge chi produce un bene a rinviare l'investimento o a investire sul continente americano, se il bene prodotto finisce sul mercato americano.
Un tasso di cambio fisso euro/dollaro risolverebbe ogni problema e il produttore preferirebbe il paese che offre le garanzie migliori o, più semplicemente, sceglierebbe il paese in cui ha a disposizione, come nel caso Fiat, risorse sottoutilizzate.
Dunque il ruolo dell'euro è chiaro: ha eliminato le incertezze legate al cambio tra i paesi che adottano l'euro. Non esistono incertezze come quelle che stanno frenando gli investimenti di Fiat in Italia per produrre Jeep, investimenti assai importanti in un contesto economico debole.
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