01 novembre 2011

Argentina, l'altra faccia della medaglia

In rete si legge spesso che l'Argentina ha fatto bene a dichiarare default.

Se è vero che il PIL è crollato e la disoccupazione è salita alle stelle, dicono i sostenitori del default, è anche vero che poi l'economia ha ripreso a crescere, complice anche la forte riduzione del debito, grazie al default e al fatto che l'Argentina s'è ripresa la cosiddetta sovranità monetaria, cioè la possibilità di stampare moneta, slegando la moneta argentina dal dollaro.

E' una teoria debolissima che non tiene conto della realtà. La ripresa argentina ad esempio è dipesa dall'andamento di alcuni beni esportati, il cui prezzo è salito alle stelle negli ultimi anni come conseguenza delle speculazioni.

Non è una ripresa dovuta a una maggiore competitività delle imprese nè dipende dai giochini sulle monete di chi segue qualche strana teoria economica. No, dipende da un aumento del prezzo della carne, del grano e di altri beni agro-alimentari che l'Argentina esporta in gran quantità.

L'Argentina ha vinto la lotteria del prezzo di quei beni e i creduloni hanno pensato che avesse azzeccato le mosse giuste in campo monetario.

Ora pare che l'effetto del prezzo in crescita stia svanendo e tornano a galla i vecchi problemi. In Argentina le imprese sono poco competitive e gli imprenditori non amano pagare le imposte. Si ribellano, cercano di comprarsi il potere politico, e preferiscono portare i soldi all'estero.

Ce lo racconta Milano Finanza (vedi qui) secondo il quale la presidente Cristina Kirchner, appena riconfermata, ha deciso che per comprare valuta straniera, anche in piccola quantità, serve un'autorizzazione.

La nuova moneta argentina infatti produce inflazione (30% annuo secondo Milano Finanza, 22% secondo altri) e anche per questo gli argentini portano i capitali all'estero.

Alla presidente Kirchner non resta che cercare di fermare
la fuga dei capitali a colpi di leggi.

Le alchimie monetarie non possono cambiare la realtà economica di un paese. Se non si pagano le imposte o se le imprese non sono competitive, non c'è moneta che tenga. Prima o poi i problemi diventano insostenibili e le illusioni svaniscono.

L'Argentina ha legato la propria moneta al dollaro nel tentativo di attrarre capitali, ma questo non ha cambiato la realtà di un paese economicamente debole dove chi può porta i capitali all'estero per fuggire al fisco e lo stato si indebita costantemente.

Negli ultimi anni l'Argentina s'è ripresa la sovranità monetaria e ha ridotto il debito, ma non per questo ha risolto i problemi. E' tornata l'inflazione che aveva tentato di arginare legando la moneta la dollaro. Con l'inflazione tornano le fughe di capitali. Le riserve si assottigliano perchè la moneta emessa liberamente non è più desiderabile e alla presidente non resta che tentare di evitare per legge il disastro.

6 commenti:

  1. D'accordissimo!! Ottima Analisi.
    Il default argentino è avvenuto nonostante che i debiti dello stato potessero essere ripagati con i fondi dei residenti esportato all'estero.
    In merito poi se ha fatto bene o male... secondo me è stata questione di fortuna e basta!

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  2. se volete che questo blog abbia un minimo di dignità fate scrivere ad economisti. siete troppo improvvisati e approssimativi.

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  3. in questo blog scrivono solo verdurieri, è un nostro vanto

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  4. Gian, ti sei di nuovo scordato di mandarmi quella cassetta di castagne! Speriamo che Vxvendemmia mi mandi l'uva... altrimenti che blog di verdurieri siete?! XD

    Certo che ce ne sono di coglioni in giro...

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  5. Ti mando un bel "succo" d'uva, di quello buono toscano

    però non scrivere subito dopo averlo bevuto, altrimenti c'è il rischio che ti vengano fuori interventi tipo quello d'anonimo!

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