24 novembre 2011

GROM


Qualche anno fa a Torino è nata una gelateria con un nome un pò particolare: Grom.

Grom è il cognome di uno dei due soci, due giovani che si sono buttati, come tanti, nel tradizionalissimo business del gelato.

Negli ultimi anni le gelaterie, a Torino, sono nate come funghi, ma Federico Grom (ex analista finanziario) e il suo socio Guido Martinetti (un passato da enologo) hanno fatto di più: hanno creato una catena di gelaterie.

In 8 anni sono passati da una sola gelateria a un piccolo impero fatto di 45 gelaterie proprie sparse in tutto il mondo e 10 in franchising.

Ieri hanno venduto il 5% della loro azienda per 2,5 milioni di euro a Illy Caffè, incassando oltre ai soldi anche l'implicita valutazione del loro lavoro: 50 milioni.

Non male per un business nato nel 2003.

I casi come GROM in Italia sono rari ed è un vero peccato. Siamo un paese ricco di attività commerciali che esaltano la qualità del cibo, dei prodotti e dello stile di vita italiana, ma non siamo capaci di creare reti di pasticcerie, gelaterie, pizzerie o ristoranti e esportare il modello vincente, la qualità di vita e i prodotti italiani.

Ci sono tanti ottimi ristoratori, ma pochi capaci di uscire dal ristorante o dalla pizzeria per trasformare un'impresa famigliare o individuale in una società che gestisce esercizi commerciali e esporta il business. Forse anche per questo cresciamo poco.

PS: ho fatto la coda un paio di volte per mangiare il gelato di Grom...e non mi è piaciuto

5 commenti:

  1. nella mia città l'ho sempre snobbato, mai gradito l'invasione di catene di questo tipo a fronte di tante realtà artigianali locali ^^ ma ammetto che non tutti possono avere tante realtà locali. In ogni caso il modello di business è valido.

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  2. sono molto attenti a descrivere il prodotto che pare assai artigianale... ma poi il marketing lascia spazio a un gelato dal gusto non eccezionale

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  3. io l'ho provato a Parigi, insomma niente di che, ma ricordo solo che c'era sempre fila! Forse all'estero funziona molto bene anche per il richiamo all'Italia.

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  4. tutto sta nella possibilità offerta al consumatore di scegliere tra ingredienti naturali senza aggiunta di additivi e il classico gelato dal gusto chimico: vi pare poco?!

    ho assaggiato anch'io il gelato di grom e la prima cosa che ho pensato è stata: "che bello gustare il gelato che sa di vera frutta, me lo ricordavo proprio così.. a tanta gente però non piacerà perché si accontenta del gusto finto"

    vale a dire di una bella bugia piuttosto che di una non tanto attraente verità!

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  5. non sono i soli a fare gelati con vera frutta o

    ma gli altri non usano le stesse tecniche di marketing

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