19 febbraio 2012

Ricordo di Tangentopoli

20 anni fa iniziava tangentopoli. Ricordo l'arresto di Chiesa e le rassicurazioni di Craxi che lo considerava un mariuolo.Quando lessi sul giornale chi era Chiesa pensai è: magari parlasse... finirebbe la tua arroganza.

Chiesa parlò, ma prima i magistrati convinsero l'ex moglie, che non riceveva l'assegno di mantenimento per lei e il figlio, a raccontare cosa sapeva sull'ex marito tirchio. Quando i magistrati iniziarono a sequestrargli i beni, dopo aver chiesto a tutti i notai del milanese di indicare tutto ciò che sapevano su presidente del Pio Albergo Triulzio, Chiesa crollò, sperando di salvare parte del suo patrimonio occulto.

A incastrare Chiesa era stato Antonio Di Pietro, un tipo strano, con un passato da emigrante in Germania prima e da poliziotto poi. Un simbolo, il magistrato figlio di contadini che scardina una elite, dell'Italia in cui l'ascensore sociale funziona(va).

Ragioni economiche, dunque, alla base della valanga che ha travolto la classe politica di allora. Ma anche all'origine delle reazioni. C'è stato chi ha difeso l'esistente, raccontando la frottola secondo cui DC e PSI sono state distrutte dai magistrati e non, come invece accadde, perchè erano finiti i soldi (delle tangenti) e chi s'è illuso che l'Italia senza corruzione sarebbe diventata il paese del bengodi.

Me ne resi conto durante un viaggio in treno, quando assistetti a una surreale discussione di persone convinte che senza tangenti non si sarebbero più pagate imposte. Solo una parte degli italiani era davvero disposta a fare i conti con la realtà. La maggior parte continuava a illudersi e restò delusa perchè Tangentopoli non portava i risultati sperati.


Illusioni e delusioni su cui ha fatto leva Berlusconi, in difesa del passato ma soprattutto dei suoi interessi personali di tipo giudiziario ed economico. Gli illusi da Tangentopoli volevano "meno tasse per tutti" e lui gli è corso incontro.

Ma forse la vera lezione di tangentopoli è un'altra: non si può sperare che un colpo di spugna una tantum elimini per sempre lo sporco. Occorre un lavoro costante e continuo. Un paese migliore si può costruire giorno per giorno, proprio come fa un'impresa che ogni giorno crea, inventa e modifica quel che ha fatto il giorno prima. Questo ci insegna l'economia e anche Tangentopoli.

15 commenti:

  1. Secondo me Tangentopoli insegna anche che la corruzione non si può combattere solo sul piano giudiziario, altrimenti ci vorrebbe un apparato poliziesco di spionaggio e delazione, superiore a quello dell'ex Urss. Ma a quel punto il gioco non varrebbe la candela, i costi e gli svantaggi sul piano della libertà personale, e della privacy, sarebbero molto maggiori dei benefici.

    Credo che contro la corruzione, possa essere molto più efficace la semplificazione della burocrazia, e mettere dei vincoli e dei limiti al potere e all'arbitrio di politici e amministratori pubblici, piuttosto che le intercettazioni(che in alcuni casi servono, ma hanno anche un costo elevato, oltre a violare la privacy anche di centinaia di persone innocenti) e la carcerazione preventiva stile inquisizione, tanto cara a Di Pietro

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  2. Ai tempi di tangentopoli ero una ragazzina, ma mi ricordo che non pensai a una riduzione delle tasse (forse perché non le pagavo ancora). Per un po' (ma proprio per poco, eh) mi sono illusa che ci sarebbe stata meno corruzione e che quindi le "cose" pubbliche avrebbero cominciato a funzionare meglio.

    In realtà non è cambiato nulla e anche sulla stessa tangentopoli ci sono delle zone d'ombra.

    Secondo me sulla gente ha fatto anche un brutto effetto: all'inizio tutti ci indignavamo, poi una volta scoperto che non si trattava di poche mele marce, ma di un sistema efficiente, collaudato e matematico in base al quale tutti i partiti si spartivano le tangenti in proporzione al loro peso politico, abbiamo fatto il callo a tutto e non ci stupiamo più di niente.
    Abbiamo perso sensibilità, liquidiamo le notizie con una battuta e alla fine accettiamo l'inaccettabile.

    Avete ragione Gian e Andrea, ci vuole un impegno continuo, ma se questi filibustieri sono tutti corrotti chi modificherà lo status quo?

    Io sono senza speranza
    paoletta

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  3. Per combattere la corruzione c'è un sistema semplicissimo. Il primo fra corruttore e corrotto che parla, ottiene l'immunità per quello che confessa. Poi ci aggiungi il test d'integrità (poliziotti in borghese che provano a corrompere politici, e li arrestano se questi prendono la mazzetta) ed infine la ratifica della convenzione europea sulla corruzione (che riconosce anche la corruzione fra privati e lo scambio d'influenze). Fatte queste tre cose, a costo 0, le indagini diventano praticamente inutili...

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    1. "Il primo fra corruttore e corrotto che parla, ottiene l'immunità per quello che confessa"

      Assurdo, in questo modo tutti si farebbero tranquillamente corrompere, tanto poi se qualcosa va storto basta affrettarsi a confessare....
      A parte che oggi le pene sono ridicole, quindi prima di tutto ci vorrebbero punizioni carcerarie o sanzioni molto più severe, in grado di fare davvero molto male a chi le subisce (tipo 4-5 anni di carcere, o in alternativa sanzioni pecuniarie altissime, in grado di ridurre in miseria chiunque).
      Poi casomai, invece di regalare l'immunità a chi confessa per primo, sarebbe molto più logico raddoppiare la pena, a chi viene colto a mentire, e negare l'evidenza!

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    2. Non credo proprio Andrea. La corruzione si basa paradossalmente proprio sulla fiducia. Se tu sai che l'altro ti può tradire senza conseguenze e farti pagare tutto a te, la cosa diventa molto molto meno sicura da fare. Negli USA cose simili si possono fare... e a quanto pare funzionano. Poi al limite puoi anche aumentare le pene. Però lo scopo delle leggi non deve essere punitivo, ma deve essere funzionale a ridurre il più possibile il comportamento che si vuole colpire. Promettere punizioni enormi e non avere i mezzi per comminarle serve a poco. Le indagini sulla corruzione nascono sempre per caso, partendo da altre cose. Quindi meccanismi di questo tipo potrebbero rendere le cose più semplici. Se io ad esempio becco uno per una tangente, se ha altre cose da raccontare, probabilmente non me le dice e se le tiene come arma di ricatto per il futuro. Se invece io gli dico: per quelle cose non ti punisco e anzi ti faccio uno sconto di pena su quello per cui ti ho beccato, probabilmente il soggetto mi spiffera tutto e permette magari di buttare giù un intero sistema corruttivo. E così a catena. Forse è per quello che in Italia una cosa del genere non la vogliono fare...

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    3. Ok, ma nella corruzione ci guadagnano tutte le parti in coinvolte, quindi se uno è onesto ci pensa da solo a denunciare tempestivamente qualunque tentativo di corruzione, mentre al disonesto conviene sempre tacere
      A meno che non venga preso con le mani nel sacco, ma a quel punto non c'è più nulla da confessare.

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    4. Se prendi le mazzette, ne prendi tante e se le paghi, ugualmente, non ne paghi una sola. Se ti beccano per una e tu parli solo di quella, patteggi sconti la pena e poi continui. Anzi: gli altri ti ritengono ancora più affidabile di prima! Inoltre dopo aver taciuto quello che sai, puoi benissimo continuare a ricattare gli altri per tutto quello che non hai detto. Mario Chiesa rimase zitto fino a che non fu definito mela marcia da Craxi. A quel punto si decise a (come disse lui) "raccontare il resto del cestino"; ma fu più per la boria di Craxi (che si credeva invulnerabile), che per vera convenienza, che Chiesa finì col confessare tutto.

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    5. Ok, ma appunto il problema è che le pene sono troppo piccole, quasi insignificanti, se per corruzione la pena minima fosse 5 anni di carcere effettivo, senza sconti(o in alternativa l'espropriazione di tutti i beni materiali),vedrai che non puoi più corrompere, o farti corrompere da nessuno per un bel po' di tempo.
      Il principio di fare un piccolo sconto a chi confessa, può anche essere utile, ma prima bisogna alzare drasticamente le pene, in modo che anche chi confessa minimo minimo un'anno di carcere(o multa salata, o lavori forzati ecc...) se lo faccia.
      Altrimenti il corrotto o corruttore di turno, verrebbe praticamente graziato come se non avesse fatto nulla, e tornerebbe subito alle vecchie abitudini, con la certezza di farla sempre franca!

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    6. Non tornerebbe alle vecchie abitudini, perché semplicemente nessuno si fiderebbe più di lui. In ogni caso le pene sono troppo basse; è vero.

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  4. prenderei spunto dalla Germania e dal loro rigore politico... vedi vicende del loro presidente della Repubblica. Dal punto di vista dei poteri, la Germania è anche meglio della Francia, che ha il Presidente legibus solutus per la durata del mandato, roba non etica.
    Per cui erano più che veritiere le parole di Monti (molto fraintese), sul fatto che l'euro (ed il rigore necessario simil germanico) hanno fatto benissimo, in primis alla Grecia, che non avrebbe compiuto passi in avanti con politiche di rigore per chissà quanto tempo, se lasciata a se stessa...

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  5. possiamo ispirarci a chi ci pare, ma c'è un guaio: Berlusconi ha fatto quel che gli pare perchè in cambio offriva spesa pubblica con cui comprare il consenso (non a caso da quando ha dovuto spendere di meno i suoi consensi sono precipitati)

    quindi la soluzione etica mi convince poco, anche perchè di etica in chi vota qualcuno sperando di ottenere qualcosa ce n'è molto poca

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  6. Incredibile, Fede siamo di nuovo d'accordo (solo a metà questa volta, perché l'immunità al primo che confessa mi sembra una vigliaccata)

    Invece la ratifica della convenzione penale di Strasburgo del 1999, approvata dall'Italia ma non ratificata, mi sembra una buona cosa.

    So che Gian non stravede per il giudice Imposimato, ma sta portando avanti una petizione che a me sembra molto giusta e quindi, indipendentemente da chi la propone, secondo me un'occhiata vale la pena di dargliela:

    http://it-it.facebook.com/notes/ferdinando-imposimato/petizione-al-parlamento-italiano-ai-sensi-dellart-50-della-costituzione/10150505592720750

    E anche contro la partecipazione alle missioni militari, e a quanto mi risulta è uno dei pochi che ha un minimo di voce (poca purtroppa) per farsi sentire e che porta avanti queste questioni.

    Era anche contro le olimpiadi, ma per fortuna a quelle abbiamo già rinunciato.

    Già che ci sono, cito una frase Adam Smith riportata spesso dal giudice:
    «In paesi dove gravi crimini restano frequentemente impuniti, le azioni piu' atroci divengono quasi familiari e cessano di suscitare nella gente quell'orrore che tutti provano nei paesi in cui, invece, ha luogo una rigorosa amministrazione della giustizia».

    paoletta

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    1. Lo so Paoletta, non piace neanche a me... ma quando si è di fronte a sistemi criminali, bisogna usare i mezzi tipici che servono per spezzare quella catena di solidarietà/complicità che si forma fra la gente che ne fa parte. Devi spingerli a mettersi l'uno contro l'altro. E' l'unico sistema per riuscire a fare breccia. Dopo Tangentopoli lo hanno capito anche i politici e hanno fatto di tutto perché non si ripetesse una cosa simile.

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  7. La petizione è online da un po', non sarà aggiornata... meglio 90 di 131, ma mi sembrano sempre troppi, quindi cerchiamo di fare sentire le nostre voci, attraverso il giudice o qualsiasi altro di vostro gradimento che porti avanti la questione.

    E la parte della convenzione di Strasburgo e del rifiuto di partecipare alle missioni di guerra è ancora tutta da realizzare.

    paoletta

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