Flavio Briatore è senza dubbio un uomo di successo, se per successo si intende chi guadagna molti soldi e conduce una vita invidiata da molti tra discoteche e belle donne. Ma è difficile associarlo a un'impresa innovativa.
La biografia che si trova nel suo sito parla di un uomo che lavora in borsa e qui conosce Luciano Benetton, diventando in poco tempo il manager di una scuderia e poi, dopo anni di successi, occupandosi del Billionaire. Le biografie non autorizzate raccontano di un abile commerciante con molti sogni di grandezza e qualche problema di debiti, alcuni dei quali con il fisco, prima di passare in Formula 1.
In sostanza si potrebbe dire che non ha inventato nulla, non ha costruito nulla, ma ha saputo guadagnare molti soldi gestendo imprese altrui o semplicemente vendendo a caro prezzo beni e servizi, come ogni buon venditore che si rispetti.
Mi è capitato di vedere una puntata di The Apprentice, versione italiana di un reality americano, nel quale un imprenditore di successo giudica un gruppo di giovani rampanti alla ricerca del successo negli affari.
Briatore è un giudice duro, poco elegante, determinato alle prese con persone a cui chiede di essere venditori abili e spietati, ovvero di fare quel che farebbe lui, di comportarsi a immagine e somiglianza del "boss".
Il programma con Briatore ha suscitato l'interesse dell'ottimo Aldo Grasso che sul Corriere (vedi qui) chiede perchè mai un giovane dovrebbe studiare a lungo per vincere un anno al Billionaire dove presumibilmente si troverà a servire bibite a qualche ricco che spende migliaia di euro per divertirsi.
La risposta è nel curriculum di Briatore: amicizie, contatti, relazioni. Per Briatore l'impresa è questo: agire da commerciante furbo, capace di vendere un frigorifero agli esquimesi e farglielo pagare caro.
Spassosissimo articolo di Dagospia su "The Apprentice"... http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/1-matteo-girati-c-qualcosa-che-non-va-boss-e-s-che-c-hai-45280.htm
RispondiElimina