01 ottobre 2012

Luigi Zingales

Molti anni fa, quando il muro di Berlino divideva l'Europa in due, si discuteva molto di capitalismo (e di socialismo). Per i più estremisti uno dei due modelli avrebbe vinto e costretto i perdenti cambiare sistema.

Quando le dittature dell'est sono implose, è parso chiaro che il modello socialista non minacciava più nessuno, salvo forse qualche sventurato in Nord Corea o a Cuba. La parola "capitalismo" è andata in soffitta, sostituita da una più utile discussione sulle caratteristiche del capitalismo.

Per questo motivo mi pare strano il titolo dell'ultimo libro di Luigi Zingales, economista italiano che lavora all'università di Chicago, nota per le posizioni liberiste dei suoi economisti.

Zingales è già riuscito a scrivere un libro dal titolo curioso: "Salvare il capitalismo dai capitalisti". Qual è la colpa dei capitalisti? Secondo Zingales i capitalisti non vogliono saperne di un mondo duro e competitivo. Preferiscono che il mercato non funzioni come descritto dai manuali di economia, vale a dire preferiscono i mercati oligopostici, rifiutano la concorrenza perfetta o quasi perfetta, e possono farlo per colpa della finanza che non tratta tutti allo stesso modo preferendo dare soldi agli oligopolisti.

Adesso Zingales riprende lo stesso tema, spiega che l'economia non funziona come dovrebbe perchè fare impresa spesso significa orientare le scelte politiche nell'interesse di pochi imprenditori.

Tutto ciò scandalizza Zingales, non perché preferisca un'economia più regolata, ma perché pensa che il libero gioco del mercato possa produrre uguaglianza, benessere e libertà per tutti.

Quando ho letto questo nel risvolto di copertina di Manifesto capitalista, l'ultimo libro di Zingales, ho faticato a trattenermi. Mi veniva voglia di ridere. Come si fa a essere tanto ingenui da credere che il mercato lasciato a se stesso produca uguaglianza e benessere per tutti? E come si può credere che,visto che il mercato produce oligopoli, lobbies e tutto ciò che limita la concorrenza, lo stesso mercato si possa autoriformare nel timore, in caso contrario di trasformare il capitalismo nel suo opposto, producendo ingiustizia e povertà come e peggio dei regimi socialisti?

Insomma, non ci sono buone ragioni per acquistare il libro di Zingales. O forse sì. E la ragione è scoprire gli errori che compiono nel descrivere il funzionamento dell'economia e il mondo ingenuo che sognano i liberisti, tanto ingenuo da sventolare, quasi un quarto di secolo dopo la fine dei regimi comunisti, lo spauracchio della povertà di chi aveva scelto il sistema sbagliato.





5 commenti:

  1. i liberisti sono simili ai credenti zelanti... Compiono più un atto di fede che non di raziocinio. Per cui, che vadano a insegnare teologia, in cui avrebbero un maggiore successo, che non economia, materia pragmatica per eccellenza, o almeno da quando Keynes ricordò che essa doveva avere questa caratteristica.

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  2. uno che pensa che il mercato produca uguaglianza non ha imparato molto

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  3. i capitalisti "rifiutano la concorrenza perfetta o quasi perfetta"

    Zingales ha scopperto l'ombrello

    Cosa fece Einaudi per favorire l'industrializzazione dell'Italia?

    Quanto a keynes, mi sa che se lo siano dimenticati sopratutto a sinistra

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  4. Scopro oggi questo bloggo: interessante! Ma sbaglio o nel corso degli anni l'autore si è spostato sempre più "a sinistra"? Ho letto alcuni vecchi articoli, e lì i bersagli polemici erano gli economisti "eterodossi", mentre ora sono i liberisti. Buon segno, per quanto mi riguarda

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    1. grazie per i complimenti...

      Zingales spostato a sinistra? molti liberisti criticano i colleghi liberisti quando si rendono conto che molti di loro sposano certe idee solo al fine di creare un ambiente culturale favorevole agli interessi di qualcuno, molto ricco, che li paga

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