29 maggio 2013

Corte dei Conti

Qualche giorno il presidente della Corte dei Conti Giampaolino ha presentato il Rapporto 2013 sul coordinamento delal finanza pubblica e, come sempre in questi casi, ha sintetizzato il suo pensiero (vedi qui).
Alcuni punti sono interessanti, altri un pò strani.

Anzitutto Giampaolino ha osservato che cinque anni di crisi hanno prodotto una perdita di 230 miliardi di euro di PIL con conseguente mancati introiti per lo Stato di 90 miliardi.

Una cifra enorme, pari all'incirca alla cifra che lo Stato spende per pagare gli interessi sul debito.

Poi si osserva chel’intensità delle politiche di rigore adottate in Italia e in Europa è stata una "rilevante concausa dell'avvitamento verso la recessione", vale a dire senza interventi per sistemare a tutti i costi i conti pubblici, la recessione sarebbe stata minore e avremmo maggiori entrate fiscali e maggiore PIL.
 
Una bocciatura dunque di Monti e delle politiche economiche degli ultimi anni, ma anche l'ammissione implicita che la Corte dei Conti può dire quel che vuole ma nessuno l'ascolta se è vero, come osserva Giampaolino, che aveva messo in guardia dal rischio che la politica del rigore portasse a una recessione pesante per i conti dello Stato.

Infine la Corte dice, come riporta il Sole 24 Ore, che servono nuovi stimoli alla crescita, ..ben consapevoli però che all'Italia servono «stimoli per crescere di più non deroghe per spendere di più».
 
Ma se non si spende di più, anzi se lo Stato fa il possibile per spendere di meno e se i privati fanno i conti con un eccesso di imposte, come è possibile che si cresca in tempi brevi?

Il magistrato contabile Luigi Giampaolino non lo spiega.

5 commenti:

  1. Insomma però dipenderà anche da come spendi, perché io ricordo bene i telegiornali, gli articoli catastrofisti di tutti gli economisti anche di questo blog nel 2011...
    Anche qui quando si facevano post tipo "facciamo la finanziaria" si elencavano anche vari tagli e aumenti d'imposta.
    Ho sempre l'impressione che si sta come rimangiando l'allarmismo che avevamo per lo spread alle stelle di quando c'era Berlusconi...

    Io personalmente ricordo che ci davano per spacciati, che si parlava di default eccetera..E quindi rivendico l'aver appoggiato IN QUEL MOMENTO, scelte d'austerità, (anche se mi aspettavo che fossero state più eque e che si fosse investito qualcosa anche sulla crescita).

    Comunque la stessa cosa la dicono Letta Renzi Monti..."investire per la crescita ma contenere il debito"

    Secondo me però non è impossibile...Ci sono sempre 120 miliardi di euro l'anno che lo Stato perde per l'evasione.
    Se ne recuperassi la metà sai che pacchetto di stimoli potresti fare..

    Ce ne sono di sprechi e di risorse perse dai..
    Poi anche se l'Europa prendesse quelle misure per ridurre per far abbassare i tassi: eurobond, bce come prestatore d'ultima istanza in questo momento particolare e via dicendo..Si potrebbero utilizzare i risparmi dovuti ai tassi minori sulla crescita.

    Poi per esempio si dice: tagliare le spese militari ridurrebbe il pil ci sono le aziende italiane che producono armi.
    Ok ma anche qui è il COSA TAGLI, se tagli le retribuzioni troppo alte o le mega-pensioni agli ufficiali, o i vitalizi ai cappellani militari, o ti ritiri dall'Afghanistan, o tagli le importazioni di armi dall'estero non avresti questi effetti negativi sul pil.

    Io continuo a pensare che se fatti nel dettaglio e non genericamente tagli ad un ministero (che poi magari risparmia non pagando i fornitori...), si possono trovare sprechi a voglia

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    1. nel 2011 s'è creato uno strano clima per cui tutti dicevano se non si interviene nei conti sarà un disastro. Lo dicevano tutti, Berlusconi non interveniva e alla fine s'è dimesso perchè lo spread è salito alle stelle

      monti ha fatto una serie di interventi, lasciando credere che i conti sarebbero migliorati e che ci sarebbe stata una recessione ma non grave.. alla fine siamo passati dalla padella alla brace, da un bugiardo cronico a un incapace cronico che ha previsto crescite mai avvenute, recessioni lievi che paiono un miraggio

      i dati sull'evasione comprendono ad es. le imposte non pagate da chi commercia in droghe o si prostituisce... somme in gran parte impossibili di fatto da incassare

      sprechi ce ne sono ma se non si considera spreco una certa spesa (per es. la spesa militare) e non si interviene per ridurla, gli sprechi sono poca cosa rispetto al totale

      di sicuro le varie manovre hanno depresso la domanda pubblica e privata, causando la recessione che continua nel 2013

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    2. Io non voglio dire che le manovre non hanno aggravato la recessione.
      Voglio solo dire che nel 2011 sapevamo tutti che, per colpa di Berlusconi, lo spread era così in inpennata che non c'era altra scelta in quel momento.

      Sull'evasione fiscale se siamo sempre i peggiori d'Europa evidentemente non facciamo abbastanza. I dati li conteggeranno in maniera uguale anche gli altri.

      Poi si potrebbe discutere l'eventuale legalizzazione di certi traffici, ma è giusto andare oltre alla questione puramente economica in questo dibattito.

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    3. certo, ma si sperava che -come aveva spiegato monti- il pil non calasse troppo e troppo a lungo e che i sacrifici avrebbero portato l'italia a un deficit modesto nel 2013

      quello che è successo mi convince che la medicina di monti ha curato il paziente ma l'ha anche fatto ammalare e se la medicina fosse stata somministrata in dosi minori il paziente oggi starebbe meglio

      l'evasione va combattuta ma tenendo presente che mettere + imposte anche se per effetto della lotta all'evasione ha cmq conseguenze sui consumi e soprattutto sulle aspettative: è assai probabile che molti evasori oltre a trovarsi in tasca meno soldi abbiano diminuito i consumi anche per non dare nell'occhio e sfuggire al fisco

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    4. su monti sono d'accordo

      sull'evasione preferisco che un evasore riduca i consumi, (soprattutto se è un reddito alto e quindi comunque parte di esso non lo spenderebbe ugualmente), ma in cambio avere risorse per dare aiuti alla gente che ne ha bisogno o per fare un investimento grosso per sostenere l'occupazione

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