02 maggio 2013

Il curioso caso dello studente che...

Due economisti americani, docenti nella celebre università di Harvard, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff hanno scritto un paper in cui analizzano il legame tra debito pubblico e crescita, giungendo alla conclusione che se il debito pubblico è inferiore al 90% del PIL non ci sono significativi legami tra debito e crescita, mentre esiste una correlazione negativa tra debito e crescita se il debito supera la soglia del 90% del PIL.

Reinhart e Rogoff sono giunti a questa conclusione analizzando i dati di una serie di paesi, giungendo alla conclusione che sia nei paesi ricchi che nei paesi emergenti alti livelli nel rapporto debito/PIL sono associati con bassi tassi di crescita [across both advanced countries and emerging markets, high debt/GDP levels (90 percent and above) are associated with notably lower growth outcomes].

E' opportuno a questo punto fare una precisazione: dire che un debito elevato è associato a una bassa crescita non significa che il debito sia la causa di una bassa crescita.

Ma molti, soprattutto politici, hanno pensato che un calo del debito pubblico fosse una tappa obbligata per far crescere l'economia. Tra questi Paul Ryan, candidato repubblicano alla vicepresidenza nel 2012, che citava lo studio di Reinhart e Rogoff nel Path to Prosperity, il programma americano in tema di finanza pubblica.

Mentre sul tema si stavano esercitando numerosi economisti, alla ricerca di spiegazioni alternative, uno studente dell'università del Massachussetts, Thomas Herndon (insieme ai colleghi Michael Ash, e Robert Pollin) ha ricevuto un compito: replicare i risultati di un paper a suo piacimento. Ha scelto proprio lo studio di Reinhart e Rogoff e s'è messo a fare i conti, scoprendo che c'erano molti errori (per saperne di più leggete qui), sufficienti a viziare i risultati.

Insomma dubitate di chi vi racconta che è assolutamente necessario diminuire il debito per far crescere l'economia. E' una teoria dubbia e chi l'avrebbe dimostrata in realtà ha commesso errori banali, scoperti da alcuni studenti che -a differenza di molti economisti- si sono presi la briga, su richiesta del loro docente, di controllare.


4 commenti:

  1. Fantastica :D

    Per le economie plagiate dai tentativi di sottoporre a tagli di spesa che avrebbero dovuto produrre magici effetti, lo è meno, ma la figura da cioccolatai dei docenti sbugiardati dagli studenti è fenomenale.

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  2. Chi ha subito sulla propria pelle e portafoglio l'applicazione di questa teoria ricorderà con piacere il lavoro di Reinhart e Rogoff...
    Quello che io mi domando da ignorante della materia...ma non si può iniziare a pensare che esiste un deficit "buono" e un deficit "cattivo"?
    Mi sembra sbagliato continuare a ritenere la spesa come un numero e basta: la spesa pubblica per opere e infrastrutture ha effetti diversi da quella diciamo di "sussidio". O sbaglio?

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    1. Certamente. Ma il problema sorge quando si deve finanziare il debito. E il debito è sempre uguale quando lo si deve finanziare, non importa come si sono spesi i soldi.
      Se i soldi di spendi bene poi economia può crescere di più. Servirebbe molta spesa pubblica per trasformare l' economia più che per distribuire la ricchezza

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    2. Mi dimentico sempre che sto benedetto debito va finanziato... :-) vedi che sono ignorante!! grazie della risposta!

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