19 maggio 2013

Perché occorrerà cambiare la legge elettorale?


Il porcellum (legge n. 270 del 21 dicembre 2005) è stato rinviato dalla Cassazione alla Corte costituzionale per i dubbi fondamenti di incostituzionalità più volte rimarcati da costituzionalisti e parlamentari. Trovate ogni notizia qui.

Ma a che cosa serve una legge elettorale?

La scienza politica (materia strutturata a sé a livello accademico), suddivide in due categorie gli obbiettivi delle leggi elettorali:

- la creazione di un'assemblea che rispecchi il corpo elettorale in modo più o meno aderente alla realtà;

- l'assicurare la governabilità per il periodo di durata del mandato.

Nell'Italia repubblicana, ci son stati 62 governi (quasi un governo all'anno, in media). Mentre ci sono state 17 legislature (poco meno di 4 anni di durata media).

Che cosa si prefiggeva il nostro costituente nel 1946 e 1947? Vi erano molte anime, è vero, ma possiamo assommare la filosofia di fondo con una frase semplice: "mai più il fascismo". E ne avevano ben ragione, visto lo sfacelo da cui arrivavano.

Venendo da un'esperienza in cui il potere esecutivo, che storicamente è sempre quello che ha compromesso la democraticità dei paesi - non è MAI esistito un paese in cui la magistratura o il parlamento abbiano sovvertito l'ordine costituito, tanto per intenderci - l'opzione che risultò vincente in sede di assemblea costituente fu la volontà di dare voce a tutti. Per cui il parlamento avrebbe dovuto essere l'immagine in piccolo (nell'ottica della democrazia rappresentativa) di tutta la nazione. La legge elettorale prevedeva, per la Camera, blande regole per l'accesso, bastava aver presto 300.000 voti a livello nazionale per poter rientrare nel riparto proporzionale.

Com'è stato possibile non collassare prima?
Semplice, esistevano grandi partiti di massa, catalizzanti l'interesse di milioni di persone ed un assetto da mobilitazione elettorale che ormai ci sogniamo. Tanto per dare qualche numero, la prima DC che si presentò al voto raccolse il 48% da sola, al Senato (che aveva già regole diverse che accennerò a breve) aveva addirittura la maggioranza assoluta da sola. Quello fu il picco massimo per un partito in Italia.
Il Senato aveva una particolarità: come capita ancora oggi, i collegi erano a base regionale: in dottrina avere più collegi favorisce i partiti "grandi" (occasionalmente i partiti "riserve indiane", ma non era il caso della cd. Prima Repubblica), mentre averne uno unico nazionale (come avveniva per la Camera), favoriva i "nanetti" (Sartori).

Siamo arrivati a un punto in cui l'instabilità parlamentare (parola nata con Giolitti, addirittura), non era più compatibile con l'andamento dei nostri conti pubblici e non solo: mutando lo scenario geopolitico mondiale, con la fine dei blocchi, e venuta meno la conventio ad excludendum dei comunisti, si sarebbero rotti equilibri immobili, o fossilizzati da oltre 50 anni.

Si è così posto il dilemma: rappresentatività o governabilità? Sì, perché era quel periodo in cui la cd. Prima Repubblica stava assumendo tutte le colpe possibili immaginabili della mala politica, in cui pesò molto il tema dell'instabilità dei governi. Era il periodo di Segni e dei referendum abrogativi in materia elettorale (orrore per qualsiasi giurista e persone sensate, più per lo strumento che non per i propositi). Venne detto che le tre preferenze favorivano le mafie, salvo nascondere che con le tre preferenze vigeva, soprattutto nelle sinistre, quella di merito, quella giovanile e quella femminile, e queste due ultime furono quelle danneggiate da quella rimozione, difatti la classe politica non è poi molto cambiata da allora a livello di vertice, se non a sinistra, dove c'era una maggiora sensibilità al tema. Curioso notare che alle imminenti amministrative ci sarà la possibilità della doppia preferenza di genere.

Il nuovo paradigma, quindi, è quello di un governo che duri quando la legislatura. Come realizzarlo? 
Innanzitutto la legge elettorale che aveva prodotto un valido ricambio (il mattarellum) andrebbe ripresa, quantomeno idealmente e per quello che può ancora offrire: i collegi uninominali.
Il sistema elettorale poi dovrebbe decidere se essere a colpo singolo (si favoriscono partiti a conduzione familiare stile Mastella o con forte presenza in aree geografiche localizzate stile Lega Nord), oppure a doppio turno, permettendo agli elettori di riorientare il proprio voto quindici giorni dopo. Applicato in Francia per la prima volta nel 1958, produsse maggioranze mai viste e in stile Westminster, cosa che tutti noi vorremmo.

Un problema, però, si è evidenziato. Nonostante tutto, le Camere son comunque durate in media un po' meno di 4 anni. Un rafforzamento dell'esecutivo dovrà tener conto di un bilanciamento con il legislativo, ad esempio un rafforzamento delle garanzie delle minoranze sull'onda di quel che accade già oggi in Francia e Germania: un terzo delle Camere può inviare le leggi ad un controllo preventivo di costituzionalità presso la Corte costituzionale. Insieme a questo, l'abbassare la durata da 5 a 4 anni (e magari del Presidente della Repubblica da 7 a 6), permetterebbe di accelerare meglio i tempi del ricambio politico, senza nulla togliere all'efficacia dell'azione di governo: il Presidente degli USA dura 4 anni e riesce a fare quel che fa, addirittura il loro parlamento va a rinnovo ogni due anni ed è così da oltre 200 anni.

11 commenti:

  1. "Le dittature sorgono non dai governi che governano e che durano, ma dall'impossibilità di governare dei governi democratici".

    Piero Calamandrei in un ampio discorso tenuto all'Assemblea costituente il 5 settembre 1946.

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  2. Anche qui in Spagna i due partiti di massa prendono più del 40%, ed il sistema elettorale è fatto in modo che basti il 45% per ottenere la maggioranza assoluta (esattamente ciò che è successo al PP).
    Però si odiano a morte, e sono entrambi in crisi di consensi quindi penso governissimi siano assolutamente inconcepibili qui, e siccome ora pare l'astensionismo dai sondaggi raggiunga addirittura il 52% dell'elettorato spagnolo, se viene una qualsiasi terza forza di protesta alle prossime elezioni voglio vedere come governeranno.
    E addirittura la gente vorrebbe un metodo ancora più di proporzionale, perchè è un Paese stato in una dittatura militare praticamente fino a 30 anni fa' dopo 150 e più anni di guerre civili e dittature militari che si sono susseguite, qualunque maggioritario lo vedrebbero come inciucio psoe-pp.
    Prevedo un bell'empasse parecchio duro da risolvere anche qua fra 2 anni.

    Quanto all'Italia:
    Scordatevi doppio-turno ora...
    Berlusconi sa bene che nell'1 contro 1 la gran parte degli italiani gli voterebbe contro. Lui riesce ad avere peso solo se riesce a disperdere "l'antiberlusconismo".
    Poi è comunque ancora amico della Lega che come ha detto Pericle ci rimetterebbe.

    Quindi, credo che al massimo il governo Letta potrà ambire al Mattarellum.
    Ma mi domando io, visto che il pdl non lo vuole abolire ora il porcellum (e probabilmente mai), non lo si può abolire votando con altri in parlamento?

    Concludo mandando a questo lavoro di quattrogatti.info del 2010 sul tema:

    http://www.quattrogatti.info/n/index.php/presentazioni/item/165-i-sistemi-elettorali-nel-dibattito-italiano

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  3. L'iciucio psoe-pp per fare una legge per favorirsi sfacciatamente, con i contrappesi del caso di tutela delle minoranze, permetterebbero di evitare guerre future. Anche lì, l'intuitività va contro la società: si preferisce un proporzionale perché si è stati tanto divisi, non capendo che il proporzionale riflette la divisione e, in tempi di crisi, esacerba tensioni a causa dell'impasse che porta con se un sistema proporzionale, mentre un maggioritario uninominale con doppio turno aiuterebbe anche lì. Al primo turno si voti anche IU, vedi che non passa la soglia, i candidati fanno accordi e al secondo si ragiona di più.

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    1. ah già dimenticavo....articolo 68 della costituzione spagnola al terzo comma:

      3. La elección se verificará en cada circunscripción atendiendo a criterios de representación proporcional

      (http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/constitucion.t3.html )

      che scemo m'ero dimenticato...proporzionali per costituzione addirittura...e modificare la costituzione in spagna è un macello.
      Quindi nulla come non detto..eventuale inciucio penso sia proprio impraticabile.
      Siamo messi male...

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    2. ah già dimenticavo....articolo 68 della costituzione spagnola al terzo comma:

      3. La elección se verificará en cada circunscripción atendiendo a criterios de representación proporcional

      (http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/constitucion.t3.html )

      che scemo m'ero dimenticato...proporzionali per costituzione addirittura...e modificare la costituzione in spagna è un macello.
      Quindi nulla come non detto..eventuale "inciucio" penso sia proprio impraticabile.
      Siamo messi male...

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  4. Nel momento stesso avresti la crisi di governo, col rischio, però, che chi uscirà dal voto prenda tutto, capo dello stato incluso, visto che non ci sarà tempo per una revisione costituzionale (e forse è meglio così). Si fosse eletto almeno Marini al primo round... Invece tutti lì a sparar stronzate sugli inciuci... Il meglio era prodi, ma così siam messi male...

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    Risposte
    1. tu credi che in caso di crisi di governo si torni a votare?
      Secondo me, no

      io da quello che ho capito Napolitano si dimetterebbe, e non penso sciolga le camere (per cosa? Per fare un regalo a Berlusconi che ha fatto saltare il governo? Per ritornare all'empasse col porcellum?), io credo si tornerebbe con gli stessi grandi elettori ad eleggere un capo dello Stato, e stavolta tanto a pd quanto a 5stelle non rimarrebbe altra possibilità che trovare un accordo.

      Pensi sia impossibile questo scenario?

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    2. Il problema non è la crisi di governo, ma il fatto che verranno sparigliate di nuovo tutte le cariche dello stato. Molto meglio il modello francese in cui almeno il Senato c'è sempre (quindi anche il sostituto del presidente della repubblica, che presiede il Senato) e non si scioglie mai...

      Perché Napolitano ha fatto intendere che, risolta la questione, si dimetterà... e se non si affronta il tutto con grano salis, la vedo dura: il doppio turno ti dà la stabilità di governo, ma anche tanti elettori del presidente della repubblica. Se non lo controbilanci sei fritto se dovesse vincere una certa parte piuttosto che un'altra.

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    3. Sull'accordo coi grillini penso che sia impossibile, ora e per sempre... Non hanno capacità di decisione autonoma e sono troppo legati al cordone ombelicale con grillo. Piuttosto faranno macerie della città e finiranno con fare la figura di Nerone che suonava l'arpa mentre Roma bruciava... Sono psicopatici della politica senza alcuna speranza. Come dicevi in qualche post fa, il movimento che si è sviluppato in Spagna è un vero movimento e senza essersi sporcato di farina nell'arena elettorale, ha avuto più credibilità per portare avanti prerogative invise alla maggioranza parlamentare.

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    4. Sicuramente la penso come te sul "movimento" in generale e quel mio post lo conferma, però nutro ancora la speranza che qualcuno al suo interno ancora abbia un minimo di capacità critica, (oppure qualcun'altro di semplice bieco attaccamento alla poltrona)...il problema è che pur nella migliore della ipotesi avremmo bisogno di almeno 20 dissidenti grillini al senato per fare un governo..troppi obiettivamente è difficile, anche quelli votarono grasso contro schifani erano 12...

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    5. Si, sono troppi, e poi la storia ci insegna che se dovessimo puntare su una maggioranza appena matematica, non faremmo un tubo...

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