04 maggio 2013

Tasse e politica economica

Quando leggo dei prossimi tagli sulle tasse, sull'IMU, sull'aumento dell'IVA, il taglio del cuneo fiscale, rimango a volte interdetto sugli obiettivi di politica economica che si vogliono perseguire.

Mi spiego meglio.

Sappiamo tutti che le leve con cui un governo può incidere sulla ricchezza e sul reddito dei cittadini sono in genere due: quella monetaria e quella fiscale. Vi sono ovviamente altre leve, che però presuppongono un intervento diretto nell'economia, ad esempio costruire un'infrastruttura (un porto o un'autostrada), ma ultimamente, dal ripudio dei piani quinquennali, non sono molto popolari.

La leva monetaria, cioè il rafforzamento o la svalutazione della moneta è ormai pochissimo manovrabile essendo in mano alla BCE, resta quindi la leva fiscale.

Quello che mi lascia sorpreso è che si parli semplicemente di tagli alle tasse senza pensare che dietro "dovrebbe" esserci un ragionamento di politica economica. Mi spiego meglio.

Se decido di tagliare l'IMU, implicitamente decido di non tassare più la ricchezza (che per sua natura produce rendita), favorendo gli investimenti in questo campo, cioè nello specifico nel mattone.

Se decido di tagliare l'IVA (in questo caso dovrei dire più propriamente di "non aumentare"...) favorisco i consumi interni.

Se decido di operare sul cuneo fiscale dei lavoratori favorisco sia i consumi interni, sia sprono le imprese a assumere lavoratori in Italia perché il costo del lavoro diminuisce.

E potrei continuare così per molto e per tutta Europa.

Quindi in teoria il processo dovrebbe essere inverso: ho una politica economica che fa parte della mia visione dell'Italia dei prossimi anni, quindi voglio arrivare a quell'obiettivo che nello specifico potrebbe essere rilanciare i consumi o la rendita (giusto o sbagliato che sia), quindi prendo alcuni provvedimenti fiscali, sia tasse che incentivi, che indirizzeranno l'economia su quella strada.

Io francamente ho qualche difficoltà a capire dove le forze politiche vogliano arrivare, perché il processo decisionale mi sembra ancora molto ideologizzato: aboliamo l'IMU perché è una cosa di destra (ma la destra non dovrebbe essere liberista ?!?) o tagliamo le tasse sul lavoro perché è una cosa di sinistra.

Ma chi ha una visione, un'idea di come dovrà essere questo paese tra 5 anni?

24 commenti:

  1. Non capisco perchè per reperire queste cifre non si cominci a legalizzare droghe leggere e prostituzione. Si recupererebbero cifre interessantissime, come dimostrano i paesi in cui queste attività sono sottoposte a tassazione e sarebbe una riforma a costo 0 per lo stato. Da un punto di vista etico si combatterebbe la prostituzione per strada e lo spaccio che sono in mano alla criminalità organizzata.
    Purtroppo l'Italia è un paese troppo bigotta ed ipocrita e questa cosa non vedrà mai luce tanto che non è nel programma di nessun partito.

    Saluti
    Arrigo

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    1. Non è tutto così semplice, in Spagna ad esempio pur essendo la situazione legale delle prostitute più o meno come quella italiana (ovvero legale ma non regolamentata), sono consentite case chiuse, (nelle quali la prostituta di solito paga una stanza in affitto nel locale in cui esercita la prostituzione, aggirando così l'accusa di sfruttamento da parte dei gestori), in Italia espressamente vietate per legge.

      Dati alla mano pare che la prostituzione abbia un giro d'affari molto più grande in Spagna che in Italia.
      Quindi ci sta la supposizione che una maggiore tolleranza al fenomeno provochi una sua maggiore diffusione.
      E di prostite sfruttate da magnacci ce ne sono eccome anche nei bordelli legali.

      Allora il discorso diventa il seguente: se si considera o meno un'attività degradante per la dignità umana.
      Se la risposta è sì: non si può chiedere allo Stato di vendersi per un piatto di lenticchie...
      Di fare una legge solo per motivi economici disinteressandosi dei riscontri etici.

      Perchè quando fai una certa vita non rispondi solo di te stesso, ma anche per esempio dei tuoi familiari, ed in questo caso anche della concezione sociale delle donne in generale


      Per quanto riguarda la droga leggera, pare che il Portogallo dopo aver aumentato la tolleranza i consumi di essa si siano ridotti.
      Ma attenzione, questo non genera introiti per lo Stato.

      Lo Stato per guadagnarci qualcosa, (chessò, almeno dall'iva), dovrebbe consentire coffee shops come in Olanda. Ma lì sì che, secondo me, probabilmente ci sarebbe un boom di consumo di droghe leggere, almeno nei primi anni, ed anche qui è giusto prendere in considerazione le ripercussioni.

      Non voglio fare a tutti i costi il moralista eh, però la questione c'è, non è così facile, e soprattutto non credo che la discussione debba vertere solo sui vantaggi economici.

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    2. qui comunque un discreto articolo (a favore) della legalizzazione delle droghe:

      http://www.quattrogatti.info/n/index.php/presentazioni/item/144-legalizzare

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  2. Il post di William è centratissimo e fa ben capire come siano confuse le idee in campo economico.
    Da parte mia, ad esempio, trovo sconcertantate che quando si parla di imposte sul patrimonio (come l'IMU) si propongano correttivi reddituali.
    Fripp

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    1. è ragionevole pensare che una persona che si trovi a possedere un certo bene come la casa debba possedere un patrimonio ereditato, che genera una rendita, almeno di un certo ammontare oppure un reddito tale da consentirgli l'acquisto dell'immobile.

      quindi perchè non pensare di mettere in relazione le 2 cose (reddito e valore dell'immobile oppure rendita e valore dell'immobile) così da rendere + equa la tassazione?

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    2. Scusa Gian, ma se vuoi tassare un patrimonio ereditato metti un'imposta sulle successioni, mentre se il patrimonio deriva da reddito tassato perchè vuoi tassarlo di nuovo?
      Invece chi non ha dichiarato il reddito godrà di un'agevolazione (correttivo reddituale), mentre chi l'ha dichiarato pagherà tutto, come al solito ...
      Fripp

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    3. Spesso ho sentito sostenere argomentazioni come quelle di Fripp con un: "se non hai soldi per pagare l'imu sulla tua casa, la vendi"

      e potrebbe essere giusto, il problema però è che bisogna vedere se uno per esempio la vende in tempo prima di dover pagare l'imu..E se è facile venderla eccetera..

      Per questo anche io penso che forse qualche detrazione per i redditi bassi possa volerci

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    4. l'imposta di successione oltre a essere una tantum è un'imposta che veniva elusa spesso e soprattutto da chi aveva un patrimonio consistente, perchè conveniva a costoro usare tutti i sistemi disponibili per non pagare

      l'imu invece viene pagata ogni anno..salvo abolizione.. ed è legata all'immobile, ovvero puoi esigerla per il solo fatto che esiste l'immobile

      la mia osservazione riguarda una sorta di coerenza che dovremmo aspettarci tra il reddito di cui si dispone e su cui si dovrebbe pagare un'imposta con aliquote = per tutti e il patrimonio. E' un criterio usato per combattere la mafia: chi possiede certi beni ed è sospettato di relazioni mafiose, può vedersi confiscare i beni se il reddito che ha dichiarato non è coerente con i beni posseduti... ovvero non puoi avere beni per 10 milioni e dichiarare 10.000 euro...

      Se un principio analogo si applicasse non per confiscare i beni ma per far pagare le imposte, forse ci sarebbe un pò + di giustizia distributiva

      e l'imu o comunque una imposta calcolata sul possesso dell'immobile ha la virtù che non si evade con la stessa facilità con cui ad es i proprietari di case che affittano in nero evadono l'imposta sugli affitti

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    5. Gian, sulle successioni, allora visto che è difficile accertare il reddito eliminiamo le imposte sul reddito?
      Attenzione, io non sono contrario all'IMU e non sono neppure contrario a coinvolgere in qualche modo l'aspetto reddituale, ma di certo non a renderlo un paramentro per ridurre la tassa in modo diretto, semmai in modo inverso.
      Mi spiego e mi riferisco ad un importa patrimoniale globale, non all'IMU: secondo me da un'ipotetica imposta patrimoniale andrebbe scorporata una quota delle imposte sul reddito pagate, in modo da colpire chi le ha evase e pure dispone di un patrimonio.
      Ovviamente andrebbero pure assunti alcuni accorgimenti per evitare anomalie: soglia minima del patrimonio e computo delle eventuali eredità ed altri eventuali esenzioni.
      Fripp

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    6. credo che alcune imposte, come l'Imu, siano meno facili da evadere rispetto ad altre. E quindi sarebbe interessante avere un'imu elevata che diminuisce se il proprietario dell'immobile paga irpef o altre imposte in misura adeguata. Sarebbe un modo per ridurre .l'evasione e rendere + equo il fisco

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  3. sugli immobili in Italia ci sarebbe da scrivere un'enciclopedia e la cosa più sbagliata è trattare l'argomento come se si parlasse di un mercato come gli altri. I motivi sono i seguenti:

    1. siamo in un paese dove quasi tutti possiedono la casa, e non possederla ti marchia socialmente. Quindi non esiste un vero e proprio mercato di case di buon livello in affitto. Il mercato delle case in affitto è un mercato "monco"

    2. sfrattare un inquilino moroso è un'impresa epica e questo distorce il mercato

    3. Gli immobili sono registrati al catasto per le rendite e al registro immobiliare tanto per semplificarci la vita. Le rendite catastali sono di quanto più fantasioso si possa immaginare, specie le più vecchie.

    Quindi la materia andrebbe riformata dalla base e invece ci si limita a mettere toppe con il solo criterio di fare cassa!

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    1. più che di far cassa, di cercare consenso popolare


      uno che propone riforme serie piace meno di uno che propone di abolire l'imu e rendere quanto pagato nel 2012..

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  4. Scusate ma se si riducessero le accise sulla benzina e le tasse in generale sull'energia? In questo modo dovrebbe esserci un risparmio da parte dei consumatori e soprattutto un risparmio per produttori che potrebbero così abbassare i prezzi e far "girare l'economia"....o sono troppo ottimista su questi interventi?

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    1. ci sarebbe un bel buco nei conti pubblici, l'inquinamento aumenterebbe e + soldi finirebbero all'estero visto che petrolio, metano ecc sono soprattutto importati

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    2. concordo con gian, una cosa va compresa quando si parla di politica: non esistono soluzioni semplici.

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    3. 1) Il buco nei conti pubblici potrebbe essere arginato da soluzioni come il mantenimento dell'IMU e l'IVA aumentata sui beni di lusso.
      2) L'inquinamento dovremmo ormai aver capito che non si riduce con le accise (che, come mi insegnate voi, tassano la produzione di materie prime) ma tassando gli stili di vita inquinanti (ad es. gli ecopass alla londinese).
      3) Con un pil fatto dal 60% di consumi delle famiglie (come ho letto in questo blog) ce ne "frega" veramente qualcosa del fatto che aumenterebbero le importazioni di petrolio metano ecc?
      Siccome nell'immediato abbiamo bisogno che questo paese torni a consumare, forse una riduzione delle accise contribuirebbe a far scendere i prezzi. Consideratela una misura urgente per poter poi pensare ad altre soluzioni più efficaci e sostenibili.
      Anche perchè ho paura che il divario tra prezzi e redditi è tale che la sola riduzione del cuneo fiscale non sarebbe da sola sufficiente.
      Aggiungo infine che nel 2000 il governo di cs ridusse le accise, successivamente rialzate da tremonti (l'ho letto in un forum, quindi assolutamente da verificare)
      Non lo so..gli economisti siete voi e io sono un povero legale, ma forse non è da cestinare del tutto come idea.
      Sono il primo a pensare che non esistono suluzioni semplici (sarei diventato berlusconiano o grillino da molto tempo), ma vorrei portare l'attenzione su soluzioni diverse dall'eterna lotta reddito vs ricchezza.

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    4. Aggiungo che una misura simile è stata fatta dal governo francese nell'agosto scorso...

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  5. In aumento delle imposte in certe circostanze riduce i consumi quindi la strada è quella di aumentare i consumi e conseguenza produzione e imposte incassate dallo Stato, non di aumentare imposte che fanno diminuire consumi e produzione
    L'aumento delle imposte deve essere graduale perché se aumenti di imposte in un colpo solo succede quello che abbiamo visto, pil e consumi in picchiata

    Quanto poi a petrolio e metano eccetera è meglio se aumenti consunti di prodotti delle nostre aziende, le conseguenze sull'occupazione sono maggiori

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    1. ma le nostre aziende hanno bisogno di energia per produrre prodotti italiani e il prezzo dell'energia va a determinare il prezzo finale (giusto?). Atteso che una parte di energia è data da tasse, abbassando queste dovrebbe diminuire il prezzo dell'energia (visto che in questo settore esiste un vero e proprio cartello, l'abbassamento delle tasse potrebbe romperlo). Di conseguenza le imprese avrebbero il margine sufficiente ad abbassare il prezzo dei loro prodotti rilanciando così i consumi.
      Atteso che l'IMU è già presente e al massimo dovrebbe essere solo corretta. l'unico aumento di imposta starebbe nell'IVA sui beni di lusso, l'idea l'ho presa da questo stesso blog dove 16 febbraio 2013 un tale William proponeva un'IVA al 35% sui beni di lusso perchè "Se compro una Ferrari, potrò ben permettermi di pagare qualche euro in più di IVA allo stato, no?".
      Non mi sembrano aumenti di imposta tali da contrarre ancora di più i consumi.

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    2. come può un abbassamento delle imposte influenzare un cartello?

      le accise sui carburanti sono una delle principali voci di entrate per lo stato e mi pare che i dati dimostrino che un aumento dell'accisa sulla benzina non abbia fatto diminuire le entrate, anzi le ha fatte crescere.
      Quindi ridurre queste tasse vuol dire creare un buco di bilancio...

      sarebbe opportuno invece che le imprese puntassero a risparmiare energia...

      invece è diminuito e molto il numero di ferrari vendute.. niente di male, se, come succede, ne puoi vendere di + all'estero. Ma gli aumenti di imposte per es. sulla nautica hanno avuto effetti molto negativi sul settore già in crisi

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    3. è ovvio che il solo abbassamento delle imposte non avrebbe effetti sul cartello, ma non ti pare che una misura del genere potrebbe quantomeno favorire chi vuole sottrarsene?
      Una volontà in questo senso mi sembra sia già emersa tra le compagnie petrolifere l'estate scorsa, (cfr. la polemica Assopetroli con Q8 ed Eni, c'era un articolo su La Stampa).

      Ora io non so che dati hai, ma dagli articoli che avevo letto lo stato rischiava di perdere 2,6 miliardi da aggiungersi ai 3 miliardi già persi nel 2012, tutti dovuti ad un minor gettito di entrate dalla benzina (dati del Centro Studi Promotor riportati da La Stampa 29 gennaio 2013)

      Il risparmio energetico da parte delle imprese è sicuramente un obiettivo condivisibile e auspicabile, ma che può avere effetti solo nel lungo termine (ovvero si dovrebbero sostituire gli impianti con altri a miglior efficienza, a meno che non intendi far lavorare la gente a luce spenta visto che le macchine devono andare).

      Sull'IVA ai beni di lusso l'idea me l'ha data il questo blog, William ne ha parlato quindi non capisco perchè se lo dice lui è giusto mentre se lo dico io è sbagliato.

      Comunque, la mia è solo un'idea da aggiungere alle Vostre già validissime proposte qualora volessi approfondirle mi permetto solo di segnalarti oltre alla misura già assunta dal governo francese l'estate scorsa anche la misura assunta dal governo Prodi con la finanziaria 2008 (commi 290/294) e che a fine 2011 non aveva ancora visto i decreti attuativi: ne parla il PD in questa nota http://www.partitodemocratico.it/doc/204072/carburanti-pd-solo-stato-guadagna-abbassare-accise-secondo-norma-governo-prodi.htm

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    4. tutto è possibile ma sono scettico sul fatto che quando c'è un oligopolio e un cartello x tenere + alti i prezzi ci sia interesse a uscire dal cartello

      le dichiarazioni di fassina lamentano il fatto che il prezzo sale perchè l'iva si calcola sul valore del prodotto petrolifero accisa compresa. Prodi aveva ridotto le imposte x evitare impennate nel prezzo dei carburanti dovute a questa doppia tassazione (accisa + iva sul prezzo, accisa compresa) ma il contesto dei conti pubblici era molto diverso

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    5. per abbassare il prezzo della benzina servirebbero distributori indipendenti dalla compagnia petrolifera, in grado quindi di rifornirsi da chi pratica il prezzo migliore

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    6. infatti non c'è convenienza, si rischierebbe di fare la fine della concorrenza oligopolistica, che degenera in concorrenza perfetta, con effetti di ribasso di guadagni per tutti gli operatori del settore.

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