04 luglio 2014

Con il debito non si cresce, e con l'austerity?

Renzi diventa il presidente di turno dell'Europa, va a Bruxelles e i tedeschi attaccano, tramite Weber, capogruppo del partito popolare europeo, e tramite la banca centrale, la Bundesbank.

Nel mirino c'è il debito italiano, molto elevato rispetto al PIL, e la richiesta di flessibilità, vale a dire la volontà di escludere dal calcolo del deficit alcune spese, come gli investimenti, che servono a far crescere l'economia.

L'ingegner Weber si domanda: dove prenderà i soldi l'Italia? Weidmann, della Bundesbank, invece ha detto: «Afferma che l’Europa ha il volto della noia e ci dice cosa fare. Non ci dia lezioni: fare debiti non è il presupposto della crescita».

Perchè questo attacco a testa bassa verso il presidente di turno? Viene da pensare che ci siano ragioni politiche: è naturale che il capogruppo PPE attacchi il leader del partito progressista che ha ottenuto più voti un mese fa e rappresenta un la vera alternativa ai conservatori del PPE e un modello politico capace di sconfiggere i partiti antieuropeisti.

Un timore che forse annebbia la mente dei due tedeschi. Non si sono accorti che il vero problema non è l'aumento del debito, ma la recessione prodotta dalle misure di austerità che continuano a invocare. L'Italia non ha fatto debiti per crescere. Ha fatto debiti nonostante le misure di austerità avessero promesso meno debito e più crescita. Ha subito le misure invocate dai tedeschi e non è cresciuta, anzi ha subito una recessione che ha fatto salire il debito rispetto al PIL.. Nel 2011 il PIL valeva circa 1550 miliardi. Nei due anni successivi la recessione ha bruciato oltre 4 punti di PIL, mentre l'inflazione ha fatto crescere il PIL nominale di circa un 3%.

Quindi diciamo -facendo calcoli molto grossolani- che il PIL nominale è sceso di poco più dell'1%, passando all'incirca da 1550 miliardi a 1535.

Nel frattempo il deficit è stato del 3% rispetto al PIL all'anno, che vuol dire circa 45-50 miliardi in più di debito ogni anno. Il debito pubblico viaggiava a fine 2013 verso quota 2070 miliardi, il 135% del PIL.

Se le misure di austerità avessero funzionato come previsto da Mario Monti (vedi qui) sarebbero successe due cose. Non ci sarebbe stata una terribile recessione nel biennio 2012-2013. Se il PIL fosse rimasto fermo, vale a dire non ci fosse stata crescita, per effetto dell'inflazione il PIL nominale sarebbe cresciuto del 3% o forse più, perchè con la recessione i prezzi tendono a crescere più lentamente.

Con un tasso di inflazione del 3% in due anni, il PIL sarebbe oggi a quota 1600 miliardi pur in assenza di crescita. E il debito?

Secondo Monti il rapporto deficit/Pil doveva essere all'"1,6% nel 2012, allo 0,1% del 2013". Significa che il debito sarebbe cresciuti di 25 miliardi in due anni, invece dei 90-100 effettivi. Il debito oggi sarebbe di 70 miliardi inferiore, vale a dire attorno a 2000 miliardi a fine 2013.

Il rapporto debito/PIL sarebbe dunque pari al 125%, se solo le misure di austerità avessero funzionato.

Dunque se è vero ome dice Weidmann che non è con il debito che si cresce, è certo che con l'austerità cara ai conservatori tedeschi non si cresce ma si crea debito. Un debito inutile, che ha distrutto ricchezza e posti di lavoro.





Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...