06 marzo 2015

Fuori dall'euro? Un suicidio

Abbiamo imparato nelle scorse settimane che le incertezze sul futuro economico di uno Stato spinge i suoi cittadini a portare all'estero i propri capitali. E' successo in Grecia: il rischio di un ritorno alla dracma e le trattative con l'UE hanno fatto fuggire diversi miliardi di euro dalle banche greche verso le banche di paesi più sicuri.

La fuga dei capitali dalle banche determina la necessità di finanziare le banche, altrimenti insolventi.

Normalmente la banca raccoglie capitali e ne presta una parte. Il resto diventa una riserva destinata a soddisfare i clienti che ritirano i propri soldi. Se questi superano le riserve disponibili, la banca rischia il fallimento, a meno che qualcuno gli faccia un prestito.

Un'altra banca può offrire capitali alla banca che rischia di essere insolvente, o può comprarla. Se però il rischio di insolvenza non riguarda una sola banca ma un intero sistema bancario, come nel caso della Grecia, è difficile che una banca sia salvata da un'altra banca. Servono capitali pubblici.

Ora immaginiamo che l'Italia decida di tornare alla lira. Siamo certi che ciò provocherebbe una fuga di capitali di enormi proporzioni per evitare la svalutazione della lira, desiderata da chi propone l'idea del ritorno.

Le banche italiane si troverebbero in difficoltà perchè molti risparmiatori preferirebbero portare i loro soldi all'estero, lontano da una lira destinata a svalutarsi. Due sarebbero le conseguenze: la necessità di un intervento pubblico per dare alle banche somme enormi, così da impedirne il fallimento e una stretta del credito praticata da un sistema bancario in grave difficoltà.

I vantaggi della svalutazione sarebbe dunque compensati da una forte stretta del credito, da un'inevitabile (perchè la lira si svaluterebbe) risalita dei tassi di interesse e dalla necessità di finanziare le banche a causa della fuga di capitali.

Chi finanzierebbe le banche? Lo Stato, forse, se può finanziarsi. Oppure, come nel caso greco, sarebbero istituzioni internazionali a dare alle banche i soldi. Alle loro condizioni, naturalmente. Quindi imponendo condizioni severe per garantirsi la restituzione dei soldi.

In conclusione uscire dall'euro sarebbe un suicidio e non solo per lo Stato, che oggi si gode tassi di interesse molto bassi anche grazie all'euro.





4 commenti:

  1. Salve Gian,
    Io sono d'accordo con questo tuo pensiero anche perchè trova appunto riscontro nelle vicende greche, tuttavia vorrei chiederti se per te è giusto che le banche vengano salvate, in una situazione del genere.
    Intendo dire che le banche dovrebbero assumersi i rischi di impresa e, se fiutassero concrete possibilità di un'uscita dall'euro (non che io ci creda), dovrebbero prendere provvedimenti in modo da non fallire, non massimizzare i loro profitti finchè possono e sperare poi nel salvataggio.
    Secondo te è possibile agire così o si parla di masse di capitali talmente elevate nel complesso, che non ci sarebbe modo di tutelarsi?
    Complimenti per il blog

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    Risposte
    1. le banche svolgono una funzione che è quella di intermediazione tra chi ha risparmi da investire e chi cerca capitali. Un tempo esistevano i banchieri privati che investivano soldi propri e quindi rischiavano di tasca propria. Oggi è inimmaginabile che questo succeda non fosse altro perchè le cifre in ballo sono enormi.

      ora anche senza considerare le disastrose conseguenze di un fallimento (che tuttavia conosciamo visto che il fallimento di lehman brothers ha innescato una crisi mondiale) la domanda è: se una banca fallisce, chi esercita la funzione che normalmente svolge?

      tu presti i tuoi risparmi a una banca che li utilizza insieme a quelli di tanti altri risparmiatori per finanziare un'impresa. finanzieresti tu direttametne un'impresa di cui non sai nulla, magari senza neanche avere la competenza per capire se si tratta o no di un buon investimento? nel migliore dei casi, le imprese subirebbero un forte razionamento dei capitali, perchè molti risparmiatori non sapendo nulla di un'impresa o non disponendo delle conoscenze per decidere il da farsi, rinuncerebbero a finanziare l'impresa o la finanzierebbero a tassi elevati per compensare un rischio che percepiscono come molto elevato

      mi pare che ci siano due fortissime ragioni per non lasciare fallire una banca o peggio ancora un sistema di banche: le drammatiche conseguenze per l'economia imparate nel caso lehman e la necessità di avere qualcuno che svolga il ruolo della banca

      c'è un interesse pubblico a salvare il sistema bancario anche se fosse il solo colpevole di un disastro economico.. e sul fatto che poi tutte le colpe siano delle banche ho + di un dubbio

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    2. Quindi non si può evitare il salvataggio delle banche principalmente perchè la quantità di capitali in gioco è troppo elevata e gli interessi sono pubblici; è simile al ragionamento che si è sempre fatto nel caso di FIAT, se non sbaglio.
      Io non intendo attribuire colpe, ma capire se è sostenibile o persino giusto un sistema del genere. Inoltre si sa che le colpe non sono mai tutte da una parte.
      Ovviamente anche per me serve un'entità che svolga la funzione intermediaria che hai descritto, ma non sono altrettanto sicuro che essa venga svolta nel modo migliore;penso ad esempio al fatto sottolineato più volte anche qui che l'attività creditizia non è sempre andata di pari passo con le richieste, pur in presenza di cospicui finanziamenti/aiuti da parte di organi statali o sovrastatali.

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    3. non proprio... il sistema bancario è basato sulla fiducia, se crolla poi ricostruirla è lungo e difficile e nel frattempo l'economia soffre. in questo senso ci sono interessi pubblici.

      io non farei un paragone con un'azienda che produce beni seriamente e se fallisce la gente compra quelli di un'altra azienda

      farei un paragone diverso: prendi il caso della polizia o dei carabinieri. se si comportano scorrettamente verso il cittadino, poi il cittadino tende a non rivolgersi a costoro e a farsi magari giustizia da soli .. e questi aiuta a rendere meno sicura la società. quindi c'è un interesse pubblico a fare in modo che le forze dell'ordine si comportino in modo serio e onesto

      su fiat penso ci sia molta retorica, ma è un altro argomento..

      il sistema è sostenibile? certamente non ci sono alternative. o le banche fanno il loro mestiere oppure? qual è l'alternativa? un sistema pubblico che finirebbe per creare danni e sprechi probabilmente maggiori?

      e poi credo che il guaio non è la banca ma ciò che determina l'insolvenza del cliente della banca. negli usa i famosi mutui subprime hanno creato problemi perchè si davano soldi a chi non poteva restituirli. ma perchè non poteva restituirli?

      la causa dell'insolvenza sono le pessime politiche che hanno impoverito molti americani costringendoli a indebitarsi per mantenere uno stile di vita che i loro redditi non avrebbero garantito.

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