29 marzo 2015

Un Giannino d'annata

Oscar Giannino, si sa, è un giornalista che diffonde l'ideologia liberista, creduto da molti (che magari lo credono ancora) esperto di economia (delle sue competenze ne avevamo parlato a proposito delle sue lauree e di strane interpretazioni del debito pubblico).

Tre anni fa ha scritto questo articolo http://www.leoniblog.it/2012/03/16/perche-vendere-alfa-a-vw-sarebbe-buona-cosa/ che non lascia dubbi sulla sua competenza.

All'inizio dell'articolo Giannino spiega che se fosse al governo (allora c'era il governo Monti) lui solliceterebbe la Fiat a cedere l'Alfa Romeo alla Volkswagen, incassando -pare di capire- soldi utili a ridurre i debiti e non certo a rilanciare l'attività industriale, visto che, come spiega in seguito, c'è un eccesso di capacità produttiva in Europa.

Il problema era noto: col calo della domanda innescata dalla crisi le aziende automobilistiche europee si sono trovate a fare i conti con un eccesso di capacità produttiva. Potevano produrre molte più auto di quelle richieste. Alcuni produttori volevano un piano europeo di incentivo alla chiusura degli impianti meno efficienti, ma i tedeschi non ne volevano sapere, perchè i costruttori tedeschi risentivano meno del calo della domanda e magari speravano di trarre beneficio dalla crisi, a spese dei concorrenti.

La soluzione che proponeva Giannino allora ha dell'incredibile: vendere Alfa Romeo e trasformare l'Italia in un paese che attrae impianti automobilistici, come aveva fatto la Thatcher 30 anni prima.

L'idea di vendere l'Alfa Romeo, secondo Giannino, avrebbe portato i tedeschi a produrre in Italia. Sarebbe successo?

Mettiamoci nei panni di Volkswagen. Comprano un marchio prestigioso in un momento pessimo per il mercato dell'auto. Oltre a versare molti soldi a Fiat per il marchio, avrebbero speso centinaia di milioni per comprare e riadattare un impianto in Italia, gestendo -in aggiunta- i rapporti con fornitori (quelli di Alfa) spesso diversi e in concorrenza con quelli di Volkswagen?

Io penso di no: Volkswagen avrebbe preso il marchio, avrebbe prodotto le auto in Germania del tutto identiche a quelle tedesche fatta eccezione per marchio, forma della carrozzeria e allestimenti, il tutto senza aggiungere o cambiare i fornitori.

D'altra parte se c'è un eccesso di capacità produttiva e una domanda debole, perchè mai un produttore, in questo caso Volkswagen, avrebbe dovuto acquisire un impianto in Italia? Meglio sfruttare gli impianti esistenti.

Ciò rende ancora più improbabile l'altra idea di Giannino: trasformare l'Italia in un paese di produttori stranieri, sul modello inglese.

Un'ultima considerazione riguarda l'idea stessa di vendere Alfa Romeo: un'impresa vende un marchio prestigioso solo se ha un impellente bisogno di soldi o se sa di non poterlo sfruttare. Non era certamente il caso di Fiat con Alfa Romeo. Lo stesso Giannino spiega che l'acquisizione di Chrysler è stata possibile grazie a Marchionne: perchè mai il manager italo-canadese avrebbe dovuto rinunciare all'idea di rilanciare l'Alfa e anche Fiat rinunciando al marchio e ad almeno uno stabilimento, visto cosa era stato capace di fare con Chrysler?


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