09 gennaio 2010

L'assalto della destra al fisco

Berlusconi sogna un fisco con due sole aliquote dell'imposta sui redditi (1). Una sola no, ma solo perché non si può: la Costituzione infatti prevede la progressività dell'imposta. Dopo aver eliminato la parte residua dell'ICI, che gravava solo su chi ha case di grandi dimensioni e prima ancora una serie di altre imposte che gravavano solo sulla parte più ricca della popolazione, la destra ci riprova con l'imposta sui redditi.

La progressività dell'imposta serve non solo a rimpinguare le casse statali, ma anche a attenuare le differenze tra gli individui i cui effetti negativi sono bene illustrati dal libro La misura dell'anima di cui s'è parlato (2), a evitare che si lascino in eredità patrimoni troppo grossi... insomma a garantire quell'uguaglianza dei punti di partenza invocata anche da un liberista come Einaudi, che garantisce maggiore mobilità sociale, maggiori opportunità per tutti, un ruolo maggiore del merito rispetto allo status.

Tutte cose che la destra magari invoca ma poi dimentica, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, preferendo scelte che aumentano le differenze sociali ed economiche e soprattutto fanno l'interesse, anche immediato, dei più ricchi, come ricorda in un ottimo articolo Tito Boeri (3).

La scelta di Berlusconi rappresenta un'ulteriore svolta a destra del suo governo: invece di tassare di più i privilegiati, quantomeno per rimettere in sesto i conti pubblici, si concede un ulteriore aiuto ai ricchi.

Proprio come successo nel corso della presidenza Bush, con effetti disastrosi sui conti pubblici, e prima ancora con Reagan.

Ma non c'è da stupirsi: Berlusconi aveva spiegato (4) il proprio fastidio per l'idea che la politica possa conderare il figlio del professionista uguale al figlio dell'operaio. Per lui sono e devono restare diversi, salvo quando pagano le tasse. In questo caso meglio se sono uguali e se pagano percentuali simili... così chi guadagna di più si tiene in tasca una maggiore quantità di soldi. E' la destra, rassegnamoci.

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(1) http://www.repubblica.it/politica/2010/01/09/news/ritorno-berlusconi-1885954/
(2) http://econoliberal.blogspot.com/2009/12/libri-la-misura-dellanima.html
(3) http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/economia/crisi-45/tassa-privilegio/tassa-privilegio.html
(4) http://econoliberal.blogspot.com/2009/11/cosa-vuole-la-destra.html

2 commenti:

  1. Dire che la parte residua dell'ICI gravava sulle case di grandi dimensioni è a dir poco inesatto, ne ho beneficiato io con il mio appartamento da 75 mq

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  2. è un modo per semplificare perchè l'effetto concreto del secondo taglio dell'ICI (quello del governo Berlusconi) è stato di esentare chi avrebbe dovuto pagare ancora qualcosa nonostante il primo taglio, voluto da Prodi

    taglio che era un pochino complicato, vedi http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/economia/conti-pubblici-60/manovra-ici/manovra-ici.html e in sostanza tagliava l'imposta a prescindere dalle dimensioni dell'appartamento

    per semplificare si è detto che chi aveva una casa piccola non avrebbe pagato + nulla, mentre chi aveva una casa + grande avrebbe continuato a pagare pur in presenza di un consistente taglio

    l'obiettivo dell'articolo era di spiegare che il governo Berlusconi ha tagliato solo chi aveva una casa grande o, per essere + precisi, una rendita catastale elevata

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