06 luglio 2010

... se tutti pagassero le tasse....

Me lo sono chiesto tante volte: cosa succederebbe se tutti pagassero quanto dovuto?

Cerchiamo di vedere con qualche numero cosa potrebbe succedere, perché si tratta di uno scenario sorprendente!

Intanto partiamo da qualche dato di base piuttosto interessante (dati ISTAT Marzo 2010).
Il PIL dell’Italia nell’anno 2009 è stato di 1.520 miliardi di Euro.
Il debito pubblico invece è stato pari a 1.761 miliardi di Euro.
Il rapporto debito/PIL è appunto pari al 115,8%

Fino qui lo sapevamo tutti: è sceso il PIL nel 2009 di circa il 5% e il rapporto debito/PIL è peggiorato.

Ora però proviamo ad aggiungere il dato dell’evasione fiscale. L’evasione fiscale in Italia è stimata, dall’Agenzia delle Entrate congiuntamente con l’ISTAT, pari a circa il 18% del PIL. Ovviamente si tratta solo di una stima, in quanto un conteggio preciso è praticamente impossibile.

Quindi aggiungiamo il 18% (273 miliardi di Euro) al PIL: 1.793 miliardi di Euro, cioè superiore, o paragonabile, a quello della Gran Bretagna e della Francia.
Ancora, il rapporto debito/PIL diverrebbe pari al 98,2% del PIL.

Ma è passando all’aspetto finanziario che le cose diventano ancora più interessanti. Se prendiamo un’aliquota media del 25% e la applichiamo all’imponibile evaso, otteniamo un extra gettito di circa 68 miliardi di Euro.

Cosa potremmo fare con 68 miliardi di Euro in più? Beh, ad esempio potremmo diminuire le tasse, o investire in ricerca, oppure oppure…. Potremmo usarlo per abbattere il debito pubblico!

Dunque, noi paghiamo di interessi passivi una quota pari, attualmente (perché i tassi sono bassi) al 4,7% del PIL, quindi circa 71 miliardi di Euro l’anno. Con un tasso medio (passatemi la semplificazione…) di circa il 4%.

Poniamo che tutto rimanga uguale e di rimborsare 60 miliardi di debito pubblico: il debito passerebbe a 1.700 miliardi di Euro e gli interessi passivi diminuirebbero di 3 miliardi di Euro l’anno. E quei 3 miliardi potrebbero essere usati per abbassare le tasse e per investimenti!

Perché se continuo negli anni con questo meccanismo si innesta un circolo virtuoso dove per finanziare la spesa pubblica posso emettere meno titoli di stato e quindi pagare meno interessi passivi, liberando risorse da investire.

…se tutti pagassero le tasse….. ma forse sogno troppo

24 commenti:

  1. Tempo fa pubblicai una nota dell'ottimo Weierstrass
    In cui ad un certo punto osserva:

    Se ogni regione avesse speso, pro-capite, quanto in Veneto, si sarebbero spesi 180 miliardi anziché 235. Si sarebbero risparmiati 55 miliardi di Euro.


    Che sommati al costo della corruzione, circa 50-60 miliardi,
    e sommati a quelli dell'evasione fiscale, fanno:

    55+50+68 = 173 miliardi l'anno

    E c'è chi si lamenta dei 58 milioni che bankitalia ogni anno distribuisce ai partecipanti, che a sentir loro rendono il debito impagabile

    RispondiElimina
  2. il PIL italiano in realtà tiene conto del sommerso.. l'adeguamento è stato fatto ai tempi di Craxi
    quindi il PIL non aumenterebbe

    RispondiElimina
  3. Gian, puoi spiegare la storia per cui il PIL italiano tiene conto del sommerso? non ne so nulla! Hai qualche link?

    RispondiElimina
  4. per esempio la faccenda è descritta qui http://archiviostorico.corriere.it/2003/gennaio/15/Quando_Craxi_calcolo_anche_sommerso_co_0_030115581.shtml

    RispondiElimina
  5. Per combattere l'evasione si potrebbe cominciare dalla "lotta contro l'uso del contante": fino a 100 euro paghi in contanti, oltre i 100 euro paghi con carta di credito, assegno e altra moneta virtuale tracciabile. Poi certo bisogna anche ridurre gli sprechi enormi nella spesa pubblica e ridurre le aliquote...

    RispondiElimina
  6. ti consiglio Evasione fiscale, Alessandro Santoro, Il Mulino dove, tra l'altro, si spiega che non esiste alcun legame tra evasione e aliquote alte

    RispondiElimina
  7. Può darsi che il pil diminuirebbe, il calcolo del mancato gettito è del tutto ipotetico dato che non è detto che i beni o i servizi sommersi verrebbero ceduti o prestati in chiaro.

    RispondiElimina
  8. In più con la corruzione che abbiamo resta da dimostrare come non finirebbero nello yacht di D'alema, nella ditta di massaggi di bertolaso o per comprare appartamenti da vendere sottocosto a Scaiola, insomma come post mi sembra un po' retorico.

    RispondiElimina
  9. Francamente non so se i dati odierni tengano conto del sommerso. Le statistiche che ho citato provengono da ISTAT, Eurostat e da un paio di altri posti indipendenti, come l'archivio della CIA USA. E tutti quanti indicano più o meno gli stessi valori.
    Si sa che la stima del PIL è cosa abbastanza delicata, a differenza del debito che invece è oggettivo, però a mio parere se tutti gli istituti di statistica includessero il dato sul sommerso sarebbe veramente singolare se tutti i dati coincidessero.
    Inoltre bisogna fare un'altra considerazione sul "nero".
    Se l'evasione resta nel paese e torna in circolo, come nel caso del neegoziante che non emette lo scontrino e con il nero ci va a fare la spesa al supermercato, allora il nero torna in circolo e può essere rilevato indirettamente. In sostanza non "evapora".
    Se invece faccio il nero e lo deposito in una banca svizzera, allora il mio nero ecco che scompare tout court dal sistema e andrà a finanziare chissà cosa partendo dalle casse svizzere.
    Io credo che quella dell'evasione al 18% non sia inclusa all'interno delle statistiche (altrimenti non sarebbero comparabili con gli altri paesi d'Europa) e che sia una stima molto arbitraria, in quanto il grosso, secondo me, è rappresentato appunto da utili in nero che gli imprenditori esportano verso i paradisi fiscali e che quindi sono difficilmente rilevabili.

    RispondiElimina
  10. Per MMST: si, ho premesso che probabilmente sogno troppo, però risparmiami che il mio post sia retorico. Ho voluto semplicemente dimostrare cosa potrebbe succedere se tutti pagassero. E in altri paesi le cose vanno veramente così.
    Solo in Italia e in pochi altri posti quello di pagare tutti le tasse sembra fantasia allo stato puro!
    Ricorda però che l'evasione, oltre ai danni sul PIL, è un problema di equità sociale. Niente vieta, è ovvio, che i soldi finiscano in chissà quali mani. Però è altrimenti ovvio che i dipendenti pagano il 100% delle tasse e così non è per tutti. E questo non è giusto. Perché chi non le paga e ha la barca ormeggiata al porto è un vero e proprio schiaffo in faccia a chi vede sul proprio CUD: stipendio lordo 24.000 € l'anno e poi prende in busta paga si e no 1.200 € al mese!

    RispondiElimina
  11. Le stime non devono per forza coincidere. E' probabile che il dato reale sia da qualche parte tra la cifra + bassa e quella + alta

    Poi non fa alcuna differenza: quel che conta non è tanto il PIL esatto ma il fatto che il debito cresca + o - del PIL, l'ordine di grandezza (110% o 115% poco importa), che esista o meno un avanzo primario

    L'evasione ha anche effetti distorsivi.
    Una parte dei capitali evasi finisce ad esempio per essere investita in immobili, con effetti distorsivi sui prezzi, che aumentano per effetto di una maggiore domanda

    Ciò trasferisce ricchezza dagli onesti ai disonesti e spinge i secondi a dare il voto a chi consente il perpetuarsi di questa situazione

    Inoltre accentua le differenze sociali ed economiche, perchè il disonesto accumula + ricchezze dell'onesto, e anche questo ha effetti politici. L'evasore vota per chi vuole accentuare le differenze anche attraverso l'evasione. E il voto non fa altro che perpetuare le condizioni che favoriscono l'evasione

    La redistribuzione della ricchezza prodotta dall'evasione ha poi effetti sul sistema produttivo. L'evasore compra + facilmente beni che dimostrano la sua ricchezza (l'auto da 30.000 invece dell'utilitaria). Ciò ha effetti sia sulla produzione di tali beni, favorendo chi produce o importa beni di lusso e sfavorendo chi produce beni "normali" sia, da un punto di vista politico, sulla tassazione di tali beni.

    Ancora una volta l'evasore voterà per chi vuol tassare allo stesso modo o quasi il proprietario di un'auto da 2,4 litri di cilindrata e il proprietario di un'auto con una cilindrata molto inferiore

    Quanto detto sopra porta a escludere che sia inutile combattere l'evasione. Suggerisce invece che l'evasione fa parte di una precisa strategia di alcuni

    Pertanto non credo che quanto scritto da William sia solo retorica

    RispondiElimina
  12. Ha ragione Gian sul fatto che i dati del pil includano anche le stime del sommerso.
    Quello che ho riferito è un errore di concetto anche qualora avessimo una stima il più possibile vicina alla realtà l'imponibile in nero poco ha a che fare con il maggior imponibile regolare nell'ipotesi in evasione =0
    Diverse scelte vengono fatte perchè l'economia è nel sommerso alternativamente non verrebbero fatte.
    Per esempio Brunetta stesso diceva che accademicamente aveva calcolato il mancato introito contributivo del lavoro in nero, ma diceva che di fatto quella cifra non ha alcun senso, perchè anche qualora le stime sul nero siano il più possibile accurate i mancati incassi seguono un'altra logica, diversi contratti se fossero regolarizzati non verrebbero neanche conclusi data la mancanza della convenienza, mancata assunzione, mancata contribuzione.
    Questo si può traportare anche nel campo delle imposte, contesto proprio la linearità del ragionamento, il recupero delle imposte non è lineare.

    RispondiElimina
  13. Inoltre i maggiori introiti possono essere sempre messi nelle varie alitalia. Da questo punto di vista lo reputo retorico.

    RispondiElimina
  14. Brunetta è +ttosto abile nel prendere dalle teorie economiche quel che gli fa comodo.

    Spesso una certa ricetta produce effetti contrastanti, e chi ha studiato un pò di economia lo sa bene. Una delle prime cose che ti insegnano è la distinzione tra l'effetto reddito e l'effetto sostituzione, effetti che hanno sovente segno opposto

    Chi (come il modestissimo Brunetta) vede solo uno dei due, se non è asino sbaglia sapendo di sbagliare e lo fa solo per ragioni politiche

    Ciò significa che è vero che certe cose non succederebbero se non esistesse l'economia sommersa, ma è anche vero che l'emersione di una parte dell'economia dal sommerso avrebbe una serie di conseguenze positive

    Brunetta e altri esponenti della destra, specie gli ex socialisti con molta rabbia repressa (in passato) contro gli ex comunisti, vedono solo la parte che gli interessa, mostrando a chi conosce un pò l'economia la pochezza delle proprie idee e l'uso strumentale delle teorie economiche, piegate alle logiche politiche

    RispondiElimina
  15. Ragazzi... una domanda:
    ma nel PIL vengono considerati anche i proventi da attività illegali come droga e prostituzione?
    Visto che si tratta di giri d'affari enormi, per forza di cose in nero, sono conteggiati come evasione... oppure no?

    RispondiElimina
  16. rientrano nel PIL le attività che offrono un bene/servizio per il quale qualcuno è disposto a pagare e a fronte del quale c'è la creazione di un valore e il pagamento del lavoro e del capitale usati per produrre il bene o offrire il servizio... quindi anche la prostituzione o l'attività di chi raffina e vende droga dev'essere calcolata

    mentre invece non rientrano nel PIL le attività che implicano un pagamento coatto o semplicemente il trasferimento di capitali da una persona a un'altra, come accade con tangenti, pizzo, furti, truffe

    RispondiElimina
  17. Io avrei però molti dubbi nel considerare i proventi illegali nel PIL. Se considerassimo le attività clandestine come il traffico di armi, schiavi e stupefacenti, allora ci sarebbe da riscrivere l'intero PIL mondiale!
    Nazioni come la Colombia diverrebbero ricchissime (anche se la distribuzione del reddito poi sarebbe un po squilibrata, eheheeh).
    Comunque l'assurdo del PIL è che se sto fermo in macchina e consumo benzina il PIL sale, se faccio volontariato rimane invariato!

    RispondiElimina
  18. Al PIL avevo dedicato questo post: http://econoliberal.blogspot.com/2009/12/il-pil-e-la-decrescita-felice.html

    Certe attività creano valore, che sia legali o illegali, e in quanto tali rientrano nel PIL che in fin dei conti è solo una misura del valore prodotto e pagato da qualcuno

    Proprio per questo se compri la benzina crei valore. Non se la consumi in un modo o nell'altro... Chi fa sesso a pagamento crea PIL mentre chi non paga non contribuisce a far salire il PIL...

    Sarà per questo che il nostro amato Presidente frequenta le signorine allegre (come le definiva lo storico dell'economia Carlo M. Cipolla)? sarà stato invitato da Tremonti a contribuire come può alla crescita del PIL?

    Il PIL non misura la moralità dell'azione ma la creazione di valore. Non altro...

    RispondiElimina
  19. Capisco che stia sulle scatole brunetta ma l'Economia del lavoro dovrebbe essere la sua materia specifica.
    Lo consoscono tutti l'effetto reddito e l'effetto sostituzione dato che lo imparano al corso di microeconomia, ma non è detto prima di tutto che siano contrastanti e se anche lo fossero che l'uno compensi l'altro.
    Nello specifico i due effetti non li vedo contrastanti dato che incrementano il costo dei fattori e diminuiscono il reddito a disposizione per i soggetti. Piuttosto mi sembra che tu alluda a effetti di esternalità positive sia in senso magari di un ipotetico migliore impiego della spesa pubblica, sia in senso di una competizione a pari armi che sviluppi una maggiore efficienza (senza la distorsione di maggiori fardelli fiscali in capo ad alcuni soggetti piuttosto che ad altri).
    Insomma un effetto un po' indiretto, e difficilmente valutabile.

    RispondiElimina
  20. già.. peccato che non fosse farina del suo sacco come racconta l'espresso http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037&ref=hpsp (io ne aveo parlato qui: http://econoliberal.blogspot.com/2009/11/tremonti-e-brunetta.html)

    far emergere il lavoro nero non vuol dire per forza spingere a chiudere le imprese che usano lavoratori irregolari, come fa credere Brunetta, che frettolosamente conclude che siamo di fronte a un'illusione

    se le imprese pagano di + il lavoro sono anche obbligate a diventare + competitive. Non necessariamente chiudono. Questo legame tra maggiori costi e maggiore competitività è perennemente ignorata dalla destra

    far emergere il lavoro irregolare significa poi creare condizioni perchè le imprese regolari siano meno propense a rivolgersi a fornitori che operano in modo irregolare e che siano meno propense ad accettare l'irregolarità altrui

    ma significa anche rendere + accettate e + facili da realizzare le attività per scoprire l'irregolarità: meno sono le imprese "sospette" + facile è pescare quelle davvero irregolari e far accettare i controlli

    poi possiamo considerare gli effetti positivi generati da un recupero di imposte e contributi pagati: le maggiori entrate possono essere usate per es. per aiutare altre imprese a regolarizzarsi

    ci sono quindi ottimi motivi -a prescindere da quel che dice il ministro asinello- per credere che si possa -volendo- regolarizzare l'economia sommersa senza per questo causare i disastri che spingono i vari Brunetta a respingere l'idea che si possa far emergere il sommerso

    RispondiElimina
  21. Io rimango dell'idea che non ci sono scusanti per le imprese che utilizzano lavoratori in nero e che la cosa sia molto, ma molto più grave che l'evasione fiscale.
    Se io tengo un lavoratore in nero, specialmente in certi settori "pericolosi" come l'edilizia, la cantieristica, l'agricoltura e in genere tutta la manifattura, i danni che combino sono devastanti per il sistema:
    1. concorrenza sleale verso chi lavora regolarmente con conseguente effetto domino di abbassamento dei prezzi.
    2. nessuna tutela per la sicurezza: prima o poi qualcuno ci lascia la pelle!
    3. Nessuna pensione per il lavoratore e nessun versamento contributivo.
    4. Sviluppo della criminalità organizzata che come al solito lucra su certi sistemi

    Io penso che per far emergere il lavoro nero, bisognerebbe incidere sulla differenza tra il costo per l'azienda e il percepito dal lavoratore: oggi come oggi il lavoratore prende, a secondo della cifra, dal 45% al 55% dello stipendio lordo, ed è assurdo che far aprire la partita IVA a un lavoratore costi meno che assumere un dipendente.
    Come in molti campi è la leva della convenienza che bisogna usare per l'emersione.

    RispondiElimina
  22. Concordo William. Se non ricordo male Prodi cercò di fare qualcosa in merito.
    E il bello è che lo prendevano pure in giro, perchè parlare di cuneo fiscale è meno comprensibile che dire "abolirò l'ICI!" con un sorriso a trentadue denti...

    Certo che se Prodi avesse detto:
    "più soldi ai lavoratori, meno agli speculatori", sarebbe stato meglio!

    RispondiElimina
  23. già...però gli speculatori sono quelli che ti danno i soldi... e se avessero risponsto: + soldi a tizio e meno al debito italiano?

    Prodi si sarebbe trovato a mangiar feta per il resto dei suoi giorni, o quasi

    RispondiElimina
  24. Vabè Gian...
    Io intendevo solo il fatto di trovare un modo migliore per spiegare cos'è sto cuneo fiscale!
    Poi per speculatori si possono intendere tante cose... anche semplicemente quelli che campano di rendite, pagando solo il 12,5% sugli interessi degli investimenti anzichè il 27% come per i conti correnti.

    RispondiElimina

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...