05 novembre 2010
600 miliardi di dollari (di nuova moneta)
La FED mercoledì ha deciso di acquistare nei prossimi mesi 600 miliardi di dollari, provocando la felicità dei mercati azionari.
Un'enorme quantità di moneta iniettata nell'economia, data alle banche che vendono i titoli del debito pubblico.
Le ragioni dell'intervento sono almeno tre.
La prima è che il debito pubblico americano è salito alle stelle per effetto sia di un enorme deficit di bilancio che dei soldi prestati a banche e imprese per evitarne il crollo. Un debito enorme vuol dire rischio di tassi di interesse in forte aumento, con conseguente aggravio dei costi per lo Stato americano e riduzione delle risorse disponibili per stimolare la domanda.
Se invece la FED compra titoli di stato, i tassi restano bassi e Obama ha più soldi da spendere per rilanciare l'economia.
La seconda ragione è che se i tassi dei bond americani restano bassi, diventa più conveniente investire in altre attività, cioè prestare soldi a banche, imprese e consumatori senza però che tassi troppo elevati aumentino i tassi di insolvenza e rendano sconveniente prestare capitali al settore privato.
Un aumento dei tassi negli USA poi si ripercuoterebbe negativamente nel resto del mondo, facendo salire i tassi ovunque vi sia un debito in dollari o in euro. Qualche paese rischierebbe di diventare insolvente trascinando con sè i creditori.
La terza ragione è che creare dollari significa provocare la svalutazione del dollaro e, in questo modo, rilanciare l'economia americana. Gli europei non saranno felici, ma avere un'economia americana più forte significa benefici anche per l'Europa e il resto del mondo, che dipende dai consumi degli americani.
Ovviamente non mancano le critiche e qualcuno rivede in azione il fantasma dell'inflazione (di cui avevo scritto quasi un anno fa, vedi qui). Io resto convinto che non ci sono pericoli di inflazione e che, anzi, una ripresa dell'inflazione sarebbe un ottimo segnale: il segnale di un'economia che cresce davvero a ritmi sostenuti.
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