20 novembre 2010

Ma quante tasse paghiamo?


L'articolo sulla stampa italiana è transitato veloce come un fulmine e anche parecchio inosservato.
Da uno studi commissionato dalla banca mondiale in collaborazione con la PricewaterhouseCoopers (PwC) sulle tasse pagate nel mondo l'Italia risulta il fanalino di coda in Europa e negli ultimi posti per pressione fiscale nel mondo.
Il rapporto completo (in inglese) è scaricabile gratuitamente da qui.

Andando a vedere il rapporto nel dettaglio a pagina 31 troviamo la classifica dei paesi europei in cui l'Italia occupa l'ultimo posto con una pressione fiscale pari al 68,6%. Bisogna fare una considerazione: a questa cifra si arriva sommando le imposte sul reddito, i contributi (INPS, INAIL, ecc.) e le altre imposte. L'Italia è ultima seguita da Francia e Belgio. Ai primi posti troviamo Lussemburgo (21,1%), Cipro e Irlanda.

Prescindendo dalle consuete considerazioni sull'evasione fiscale, il risultato è che la differenza tra quanto un dipendente costa e quanto prende è semplicemente abnorme. In termini pratici, con un esempio, un dipendente che per 14 mensilità prende 1.100 Euro al mese, al datore di lavoro costa 24.000 Euro l'anno!

E a tale carico di costi non corrisponde quasi mai un adeguato livello di servizi.

Perché un'azienda dovrebbe assumere in Italia? Con questa situazione i conflitti tra lavoratori e imprenditori sono scontati!

E perché continuare a tenere una imposta come l'IRAP che penalizza fortemente il lavoro?

Pongo infine a tutti i lettori questo quesito.
Se vi offrissero di dirigere un'impresa con 100.000 Euro di utile all'anno, sapendo che per produrlo bisogna fatturare circa 1,5 milioni di Euro l'anno, e che una volta pagate le tasse, puliti, vi rimarrebbero in tasca solo 32.000 Euro l'anno (cioé circa 2.700 Euro al mese), accettereste il posto?

Personalmente io avrei molti dubbi....

1 commento:

  1. due osservazioni

    1 - certi confronti internazionali fanno ridere perchè si confrontano cose palesemente così diverse che non hanno senso i confronti: mettere insieme imposte e contributi inps è senza senso

    2 - l'IRAP ha sostituito una serie di imposte che gravavano sul lavoro e/o sull'impresa

    quindi si deve fare il confronto tra quel che si pagava prima dell'IRAP e quel che si paga con l'IRAP considerato poi anche l'aspetto burocratico: quando si pagava il contributo al SSN un'impresa con diverse sedi in italia doveva calcolare 1 contributo per ogni dipendente con regole diverse regione per regione e poi fare una serie di pagamenti alle diverse regioni. Una complicazione burocratica notevole...

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