18 novembre 2010

Saviano e il sud

Come rilanciare il sud magari combattendo la mafia?

Un'idea, forse senza volerlo, l'ha lanciata Roberto Saviano durante la trasmissione Vieni via con me di lunedì scorso: costruire case e soprattutto case popolari.

Saviano infatti ha osservato che le organizzazioni criminali investono negli immobili. Un buon investimento, che garantisce diversi vantaggi.
Garantisce il riciclaggio del denaro sporco, proveniente da attività illecite, la creazione di fondi "neri" più o meno leciti perchè chi vende un immobile dichiara il prezzo indicato dal valore catastale e incassa di solito una somma superiore, una specie di nero legale, il controllo del territorio e posti di lavoro per amici e persone su cui esercitare un controllo e, infine, garantisce l'arruolamento di nuovi criminali.

In che modo? Tenendo alti i prezzi di case e affitti.

Chi ha difficoltà a trovare un posto di lavoro regolare e remunerato decorosamente è più soggetto alle sirene della mafia.

Il traffico di droga, i taglieggiamenti, la gestione della prostituzione o del gioco clandestino attraggono chi può aspirare solo a lavori irregolari, precari o mal pagati, e l'alternativa dell'illegalità è tanto più allettante quando più costa vivere.

Per questo la criminalità organizzata ha interesse a tenere alto il costo delle case. Si aumenta l'incentivo a procurarsi illegalmente i soldi necessari a pagare l'affitto o il mutuo e chi non trova un buon lavoro può essere arruolato più facilmente dalla criminalità organizzata.

Per questo motivo occorrerebbe, specie al sud, progettare qualche ponte in meno e finanziare qualche casa popolare in più, da assegnare a canoni bassi e, dove esiste la criminalità organizzata, evitando di affittarle a chi è compromesso con il crimine organizzato o commette reati . Ai vantaggi per l'economia di una qualsiasi opera pubblica, si aggiungerebbero i vantaggi sociali: gente meno soggetta alla criminalità, meno tentata di dare una mano magari per necessità, più motivata a restare lontana dalle tentazioni del mafioso.

Se ciò accadesse, sarebbe necessaria una piccola rivoluzione nel modo di considerare le case popolari. Non più ghetti dove vive la parte meno nobile della popolazione, lasciando a volte che chi vi abiti si autogoverni o si faccia governare dal criminale competente per territorio, ma parti di città in cui offrire servizi e a cui chiedere comportamenti costruttivi, da tenere sotto controllo per evitare che prevalga il virus mafioso.

1 commento:

  1. purtroppo lo sanno tutti ma non lo fanno. Tempo fa vidi anche dei video su youtube da parte di una tipa che faceva anche informazione (corretta) sul signoraggio, e ce n'era uno che diceva la stessa cosa.

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