19 settembre 2011

Privilegi di pochi contro diritti di molti


Sabato sera il parlamentare ultraliberista Antonio Martino ha spiegato su La7 che a suo avviso le economie in cui c'èun'aliquota fiscale unica funzionano meglio.
A Martino la progressività delle imposte, prevista anche dalla Costituzione, non piace: che si guadagni mille euro o un milione, si deve pagare la stessa percentuale.

In Italia Martino non lo ascolta nessuno, neppure l'amico Berlusconi. Vorrebbe un bel taglio alle imposte dei ricchi così da arrivare a un'aliquota unica (peraltro incostituzionale). Negli USA invece c'è chi vorrebbe fare il contrario: alzare le aliquote dei ricchi così che il finanziere con un reddito milionario paghi le stesse aliquote dell'operaio della Ford (oggi chi guadagna redditi elevatissimi paga aliquote molto inferiori a quelle di un operaio).

L'idea è di Buffett, uno dei miliardari americani che capiscono che la crisi non passerà se non si sistemano i conti prendendo i soldi dai ricchi. Obama l'ha ripresa, presentando una proposta di legge che vuole cancellare i privilegi dei ricchi facendo pagare ai milionari le stesse aliquote del lavoratore normale, impiegato o operaio.

I Repubblicani, attraverso lo speaker della Camera (vale a dire il Presidente della Camera) hanno risposto di no. La loro ricetta non è ridurre i privilegi dei milionari, ma ridurre i diritti della gente normale, del lavoratore che guadagna centinaia di volte meno dell'amministratore delegato della propria azienda.

Privilegi dei ricchi contro i diritti del ceto medio e basso: questo è lo scontro tra Obama e i repubblicani. Su questo si gioca il futuro dell'economia americana, perchè la distribuzione delle imposte e della spesa pubblica influenza influenzano l'andamento dell'economia, e il futuro della politica, con i repubblicani impegnati a mettere in difficoltà Obama e riconquistare la Casa Bianca anche a costo di dissestare ulteriormente l'economia americana.

Comunque finisca una cosa è certa: la mossa di Obama, che ha deciso di proporre la fine dei privilegi dei ricchi e s'è sentito proporre una riduzione dei diritti della maggioranza degli americani, rende chiaro cosa c'è in ballo e spinge gli americani a schierarsi.

14 commenti:

  1. Scusa Gian, ma il paragone tra la proposta di Martino (che comunque è aberrante) e quanto intrpreso da Obama secondo me non è del tutto corretto.
    Obama infatti interverrà sulle aliquote relative alla rendite finanziarie (quella che in Italia chiamiamo "cedolare secca"), non sulle aliquote fiscali sul reddito complessivo.
    Fripp

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  2. il paragone non era serio...era un modo per dimostrarne la povertà di idee... anche perchè mentre lui parla di aliquote uguali c'è Obama che sogna aliquote uguali per tutti. Il che fa pensare che Martino sia un tantino fuori dal mondo, che conosca poco la realtà, preferendo anteporvi i suoi desideri

    mi pare, poi, di aver sottolineato che martino vorrebbe ridurre le aliquote ai redditi alti fino a farle diventare uguali a quelle dei redditi bassi, mentre Obama vuole alzare le aliquote dei redditi alti fino a farle diventare uguali a quelle dei redditi bassi.

    Quindi la proposta di Obama è l'esatto contrario... e volevo mostrare il paradosso di una situazione in cui si spera passi una riforma che da noi piacerebbe a Martino che è molto vicino alla destra + estrema

    che siano cedolari o aliquote poco importa.. conta quel che si paga e la sostituzione delle aliquote normali con la cedolare si fa proprio per offire uno sconto fiscale

    poco importa se Obama propone di eliminare la cedolare e applicare le aliquote normarli o di alzare la cedolare per fare in modo che la % pagata sia la stessa che paga un impiegato

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  3. speriamo stavolta finalmente in una vittoria completa di Obama

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  4. i repubblicani faranno il possibile per farlo perdere perchè sanno che se non riesce nei suoi intenti difficilmente sarà rieletto

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  5. C'è una cosa che non capisco Gian, riporto una notizia di fiorentina.it:

    Contributo di solidarietà: Fiorentina settima tra le squadre di serie A

    21/09/2011

    Il Corriere dello Sport stamattina fa i conti ai giocatori delle società di serie A circa il contributo di solidarietà. I calciatori della Fiorentina – secondo il quotidiano sportivo – sborseranno circa un milione e duecento mila euro per il contributo imposto dal governo italiano. I viola si collocano al settimo posto delle squadre di serie A, dietro Inter, Milan, Juve, Roma, Lazio e Napoli.

    ...

    Ma non l'avevano levato il contributo di solidarietà?
    Io non ci capisco più nulla in questa manovra, quando sarà definitiva?

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  6. Anche a me risulta sia stato tolto...forse William sa qualcosa in più

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  7. A me vendettero l'imposta progressiva sul reddito come un sistema per ridurre la disparità fra i redditi.

    I fatti dicono che anche dove non si evade come in Italia si va in una direzione opposta. In ogni caso chi vi dice che il "mercato" a medio termine non opererebbe sui redditi "netti d'imposta"? Non sarebbe meglio tassare i consumi? Sopratutto quelli stupidi? Anche il Papa dice che ci vuole un "nuovo modello di sviluppo".

    Se metti l'iva al 100% sulle Ferrari qualcosina faresti scucire ai furboni che oggi non pagano niente.

    Ciao
    Gino

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  8. vendettero?? in italia non si evade??

    sull'imposta sui consumi sono d'accordo ma come strumento per lottare contro l'evasione

    io non aumenterei l'iva sulle ferrari (william ha spiegato -se ben ricordo- che esistono truffe il cui fine è evadere proprio l'iva) ma imposte sull'auto differenti...tipo bollo auto, che farei pagare al momento dell'immatricolazione (se non paghi, niente documenti e targa) e/o collegherei all'assicurazione: paga l'assicurazione che si rifà sul cliente e se non paga si sequestra l'auto

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  9. "vendettero" nel senso che l'imposta diretta e progressiva era (ed è) esaltata come un mezzo per far giustizia, per far per pagare di più ai più ricchi. Mi pareva chiaro.

    Invece cosa dicono i fatti, anche non italiani?

    Hai capito cosa intendo dicendo che il "mercato a medio termine, opera a livello di redditi netti d'imposta"?

    Certo anche l'Iva può essere evasa (se non si fa il controllo incrociato delle fatture vendita-acquisto) e perciò io preferirei l'IGE.

    Ma nel caso di beni soggetti a registro credo sia facile controllare, ma non userei il bollo(che metterei tutto sulla benzina, assicurazioni comprese).

    Naturalmente io prescindo dai pasticci in essere (essendo tutto da rifare).

    Gino

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  10. i fatti dicono che quando esistevano imposte + progressive l'economia funzionava meglio, le differenze tra ricchi e poveri erano minori

    sul tema ti consiglio la lettura di La coscienza di un liberal di Paul Krugman, Laterza

    >Hai capito cosa intendo dicendo che il "mercato a medio termine, opera a livello di redditi netti d'imposta"?

    no forse ho perso qualche passaggio...

    un'imposta sulla benzina colpirebbe tutti allo stesso modo e forse i poveri molto di più: se prendi due persone con redditi diversi che usano l'auto per andare a lavorare (per esempio) chi guadagna di meno pagherebbe in % di più. Sarebbe un'imposta regressiva e non progressiva...quanto + di sbagliato e di destra ci possa essere

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  11. Nel 1977 feci il conto della progressività del prelievo per i lavoratori dipendenti considerando IRPEF, IVA e CONTRIBUTI (a carico del dipendente e del datore) risultò del 45% per un reddito annuo di 5 milioni e del 58% per un reddito di 50. Qualche anno fa William rifece il conteggio e non mi pare risultasse molto diverso (magari puoi chiederglielo io l'ho intanato).

    Allora un grande dirigente d'azienda poteva guadagnare 50 salari da operaio, oggi 500 (e oggi ci sono innumerevoli pseudo-dirigenti in più)

    Allora le Banche erano divise in due categorie, non c'erano bonus principeschi e non si spingevano le vecchierelle a comperare azioni.

    Eccetera eccetera

    Se metti il bollo e l'assicurazione sulla benzina paga di più chi la usa di più. Chi la usa per lavoro già ora scarica sul costo del suo prodotto (io poi sostituirei l'IRPEF con imposdte di consumo e sulla benzina calcherei la mano)

    Se metti l'IVA al 100% sulle Ferrari forse qualche "nullatenente" pagherà qualche cosina.

    Naturalmente queste sono robe da farsi con gradualità assieme ad un sacco di altre cose. Ma tu non hai certo tempo di considerarle.

    Idem dicasi sul mercato che opererebbe a livello di redditi netti ... ma se ci rifletti capirai il mio discorso.

    Ciao
    Gino

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  12. 1. se guardi le aliquote ad es.http://webspace.webring.com/people/gu/um_6285/archivio/aliquote.htm scopri che c'erano aliquote + alte.

    Negli anni '80 la + alta era del 65%, oggi del 43%

    2. Certo posso mettere l'IVA ma poi è il rivenditore che la evade, non chi compra l'auto di lusso

    Quel che si dovrebbe fare, secondo me, è sostituire un'imposta che si può evadere e che in ogni caso non è legata al reddito dichiarato con una + difficile se non impossibile da evadere e che si possa collegare in qualche modo al reddito dichiarato, penalizzando chi compra un bene troppo caro rispetto al reddito dichiarato

    Il lavoratore dipendente non scarica nulla....quindi un'aggravio della benzina si tradurrebbe per il lavoratore dipendente in un costo mentre il lavoratore autonomo otterrebbe un qualche vantaggio fiscale. Con un'aumento della benzina pagherebbe chi già paga

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  13. Torno a dire che se il "mercato" a medio termine opera a livello di redditi netti d'imposta, è inutile collegare l'imposta al reddito (esempio: il dirigente che prendeva 50 salari d'operaio oggi ne prende 500 grazie al "mercato" che gli da più potere di un tempo) Poi la necessità di cambiare "modello si sviluppo" dovrebbe far propendere verso le tasse sui consumi: tassare molto i beni non rinnovabili, inquinanti, che usano poca mano d'opera eccetera eccetera. La benzina va fatta pagare di più perchè è scarsa, inquinante, fomenta le guerre eccetera eccetera bisogna sostituirla al più presto.
    IGE, Imposte di fabbricazione, Minimum TAX (ma mica quella attuale) e robe del genere.

    Quanto all'aliquota 65% sarei curioso di sapere chi la pagò. In ogni casa la "progressività" va giudicata sull'ammontare complessivo del prelievo statale e nella situazione reale considerati evasione-elusione-trasferimento di carico fiscale

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  14. io volevo solo far notare che le aliquote erano maggiori, in Italia e non solo

    il mercato opera a livello di redditi netti? può darsi...ma intanto facciamo pagare di più

    se poi fiat vuol pagare marchionne una cifra enorme nonostante un aumento delle imposte che fa crescere il costo, cosa importa allo stato? lo stato deve valutare quanto incassa

    i soldi incassati in più dovrebbero servire a chi non ha un lavoro o ce l'ha ma guadagna poco

    quindi un effetto redistributivo ci sarebbe e non si può ragionevolmente sostenere che le imposte, se alzate, non cambierebbero nulla

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