Tempo di Europei e di campagna acquisti, nel mondo del calcio, ma
anche di problemi infiniti. Il calcio offre in piccolo un'immagine
dell'Europa. Vediamo perché.
La Germania è il
paese dei compiti a casa, delle imprese virtuose, forti sui mercati e
con bilanci soliti. Volkswagen ad esempio punta a diventare il primo
produttore mondiale di auto e una sua squadra, il Bayern di Monaco vince
senza debiti, bilanci in rosso e puntando sul proprio vivaio. I
dirigenti del calcio tedesco bacchettano gli altri club europei
spreconi, sperando che quanto prima decidano di mettere in sesto i conti
e giochino alla pari, spendendo solo i soldi incassati da sponsor, tv e
allo stadio.
Ma quest'anno il Bayern è uscito sconfitto dalla finale di Champions,
battuto dal Chelsea, simbolo di una città, Londra, che attira capitali
ed è restia alle regole sulla finanza. I soldi del russo Abramovich sono
il silmbolo del capitalismo selvaggio ex sovietico, degli oligarchi che
hanno saccheggiato le risorse russe e le hanno portato i soldi lontano
dalle insicurezze moscovite, alla ricerca di occasioni di investimento
più attraenti e magari esentasse.
Bayern e Chelsea in semifinale hanno superato le squadre spagnole, un tempo simbolo della Spagna arrembante, in gioiosa crescita e oggi travolta dai debiti. Senza un azionista di riferimento, Real e Barça
sono guidate da presidenti che si impegnano periodicamente in dure
campagne elettorali promettendo ai soci campioni del calibro di Ronaldo,
pagati facendo debiti.
Le banche finanziavano le
squadre di calcio, stimolate dai politici che controllavano di fatto le
casse di risparmio, nella speranza di ricevere i voti dei tifosi. Una
mix esplosivo che ha portato le squadre della Liga a accumulare 5
miliardi di debiti, quasi il triplo del fatturato. In Spagna la festa è
finita, nel calcio come nell'economia.
E infine c'è l'Italia,
come al solito alle prese con la corruzione diffusa e l'individualismo.
Presidenti che sono padri-padroni delle loro squadre, incapaci, con
qualche eccezione, di programmare il lavoro e tenere i bilanci sotto controllo, alla ricerca di facile consenso quando hanno i soldi e possono comprare qualunque giocatore, costantemente alla ricerca di soluzioni facili, ovvero del calciatore che da solo risolve la partita, come del politico che promette un futuro felice senza sacrifici.
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