03 giugno 2012

Profumo e l'Italia

Corrado Passera ha spiegato oggi che in Italia la crisi colpisce 28 milioni di persone, considerati disoccupati, che è sottooccupato e chi è in cassa integrazione o mobilità, e i loro famigliari. 28 milioni ovvero un italiano su due. Occorre perciò creare lavoro, dice Passera.

Una delle ricette in questi casi è potenziare l'istruzione. Sappiamo che in Italia si studia di meno che altrove, c'è un maggior abbandono scolastico, non mancano le eccellenze e molti laureati vanno all'estero alla ricerca di migliori occasioni di lavoro e carriera.


Se questo è lo scenario, pare sbagliata la riforma della scuola che sta per essere presentata dal ministro Francesco Profumo. La riforma, ispirata al criterio del merito, vuole premiare i migliori con sconti sulle tasse universitarie e incentivi alle imprese che intendono assumerli e alle scuole che li formano. E gli altri?


Premiare uno o pochi studenti, una o poche scuole, non serve a migliorare i risultati medi, se non in modo impercettibile. Ci sono mole controindicazioni alla ricerca spasmodica del risultato: la competizione può essere falsata da insegnanti che puntano ad avere gli studenti migliori e per questo danno loro un aiuto. Chi non può competere per diventare lo studente migliore può essere trascurato dagli insegnanti o perdere motivazioni, mentre la competizione può disincentivare i comportamenti critici e favorire il conservatorismo: se lo studente è impegnato in una competizione, trascurerà tutto ciò che non serve a raggiungere l'obiettivo.

E infine perché incentivare la competizione se gli studenti migliori non hanno difficoltà a trovare  lavoro, magari all'estero?

L'idea di dare più soldi alle scuole migliori, agli insegnanti migliori o premiare lo studente migliore ricorda certi tagli delle imposte ai ricchi, che avrebbero dovuto garantire benefici per tutta l'economia. Un'idea fallimentare che ha fatto l'interesse di pochi privilegiati, che non avevano bisogno di pagare di meno, mentre i tagli ai servizi e gli aumenti delle imposte hanno penalizzato tutti gli altri, i redditi medio-bassi.

Così accadrebbe se venisse approvata la riforma di Profumo: nessun beneficio per i tanti studenti che dovrebbero ricevere un'istruzione migliore e pochi forse illusori vantaggi per pochi che presumibilmente non ne hanno bisogno.


La scuola di Profumo sarà elitaria, pronta a sostenere i migliori e a dimenticarsi di chi, disponendo di un'istruzione media fa fatica. Che strano paese, l'Italia.










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