Chi pensa che uno stato possa evitare di pagare il proprio debito e che con qualche ricetta miracolosa possa spendere allegramente soldi che non ha, forse si ricrederà se l'Argentina dichiarerà un altro default.
Cerchiamo di capire cosa sta succedendo. L'Argentina 10 anni fa ha dichiarato bancarotta. Chi aveva i bond argentini s'è trovato in mano pezzi di carta quasi senza valore. Qualche anno dopo l'Argentina ha proposto ai creditori di cambiare i vecchi bond con nuovi titoli. Oltre il 90% di chi ha investito soldi in "tango bond" ha accettato il cambio di titoli. Ha perso gran parte dei soldi investiti, pur di salvare il salvabile, vale a dire trovandosi a perdere "solo" il 70% del valore nominale del titolo.
Ma c'è chi ha detto no alla proposta argentina e s'è rivolto a un tribunale. Un giudice di New York qualche giorno fa ha deciso che l'Argentina deve pagare chi, non ha accettando il cambio dei titoli, è stato discriminato rispetto a chi (oltre il 90% dei creditori) ha accettato il pagamento e incassato gli interessi.
L'Argentina, che non naviga nell'oro, si trova oggi a decidere cosa fare. Se esegue l'ordine del tribunale americano rischia di trovarsi travolta dalle cause, Tutti vorranno l'intera somma e la scelta di pagare per intero alcuni, come imposto dal giudice newyorkese, impedirà di pagare gli altri, causando il default dell'Argentina.
Se invece l'Argentina non paga, il giudice potrà bloccare i pagamenti argentini ai creditori che hanno accettato il cambio dei titoli. Anche in questo caso sarà default, con buona pace di chi pensa che uno stato possa non pagare i propri debiti.
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