Ultime notizie. 18 Stati (Michigan, Washington, Maryland, North Carolina, Alabama, South Carolina, Kentucky, Texas; Florida; Missouri; Illinois, Pennsylvania, New Jersey, Ohio, Virginia, Louisiana; Georgia, Delaware) hanno contestato, al "debole" presidente Barack Obama, le maggiori spese del bilancio confederale, in particolare il fondo di solidarietà destinato all'emergenza-terremoto che ha colpito la San Fernando Valley, regione legata a produzioni agroalimentari e turismo, che tutto il mondo invidia agli States.
"Nessun Paese americano è contrario al sostegno finanziario alla San Fernando Valley per il terremoto, non ci sono riserve su questo, sono ottimista sulla possibilità di un accordo stasera o nel corso della notte", aveva detto una fonte californiana, in un'altalena di notizie prima positive e poi negative, precisando che i diciotto Paesi in questione, pur non essendosi espressi contro l'aiuto di 670 milioni, "ritengono necessario chiudere su questo contestualmente alla decisione sulla rettifica del bilancio 12 per 9 miliardi", necessari per pagamenti dovuti dalla Confederazione, notizia ripresa integralmente da questo articolo.
Ovviamente la confederazione degli stati americani non è che un ricordo nelle pagine di storia, cessata nel 1789 dopo pochi anni di litigiosa convivenza, sostituita da una più efficiente ed operosa federazione, che ha permesso agli USA di diventare la prima potenza mondiale.
Assecondando il mio gioco (che prendo a prestito dal genere fantascientifico dell'ucronia), provate a sostituire i PIL (e i nomi) dei paesi, citati nell'ordine preciso, con i seguenti: Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia. Considerate che la California ha un PIL comparabile con quello dell'Italia, che ha vissuto il dramma del terremoto in Emilia (qui interpretata dalla celebre San Fernando Valley) e che il bilancio dell'UE è appena l'1% del PIL di tutti gli Stati membri, grosso modo 100 miliardi (di euro, però, ma son le assonanze che contano).
Alcuni stati dell'UE han contestato, per motivi di bilancio, gli aumenti esorbitanti del budget comunitario (che abbiamo visto essere "molto generoso"), ben il 7%, a fronte di eventi straordinari che si sono verificati negli ultimi tempi (perdurare della crisi, tira e molla per i vari fondi salva stati, che ha comportato un aggravio dei problemi e delle tensioni, catastrofi naturali cui la solidarietà dovrebbe, appunto, porre una toppa, solo per ricordarne alcuni). Come abbiamo visto, non sono paesi di poco conto, per peso economico e popolazione. Come vedrete, ho fatto anche non poca fatica a trovare una controparte negli USA, arrivando a ben 18 stati, su 50, risultando poco comparabile in quanto si tratta nel caso UE del 18% dei paesi, a fronte del 36% sul totale USA (senza considerare comunque la popolazione, per non dilungarmi).
I nemici dell'Europa, che manifestano un po' ovunque in questo periodo, contaminando con le loro rivendicazioni gli ambienti conservatori di un po' tutti i paesi membri, stanno infuriando: dopo Alba dorata in Grecia, anche la California europea (noantri) non scherza per nulla.
Cosa sarebbe successo, in un ipotetico mondo dai tratti abbozzati agli inizi? Forse, presto o tardi, si sarebbe scatenata una piccola guerra, visto che paesi vicini e omogenei linguisticamente, culturalmente e giuridicamente avevano deciso così, per non essere loro a pagare le disgrazie altrui, di far la figura degli infami con uno dei loro paesi più ricchi... Eh si, perché la colpa è sicuramente da ascriversi a gruppi anticaliforniani presenti un po' ovunque negli altri Stati, invidiosi del nostro successo. No, una risposta forte, per fargliela pagare a quegli invasivi texani, può essere solo il ritorno alla sterlina, ed alla fuoriuscita dal patto confederale, perché non più in grado di tutelare l'industria californiana dalla concorrenza dei vicini (prima fra tutte la FCAS Fabbrica Californiana Automobili Sacramento, gestita dal suo ad, Marchionne, di cittadinanza californiano-canadese). E poi chi dice che ci debba essere libera circolazione di persone e capitali, che non si possano imporre dazi per difenderci dagli abitanti della Florida che, tra l'altro, parlano pure male l'inglese e ci rubano il lavoro...
Vi sembra assurdo? Mi sa che sarete in molti ad avere l'amaro in bocca, ne? Siate sinceri, su... Si profilano tempi bui se non ci si concentrerà via via in modo più risoluto sul contrasto al diffondersi dello spirito antieuropeista e neonazionalista, che sta fermentando e crescendo di consensi, si pensi solo al tentativo, dettato per disperazione tutta partitica, da parte della Lega Nord, di chiedere un referendum sull'euro; fatto, questo, spiegabile tranquillamente come tentativo di cavalcare il malcontento popolare, nell'atto estremo di portare via voti populisti a grillini e compagnia cantando, in un malsano gioco al ribasso (posso sopravvivere nell'arena politica ormai solo più cannibalizzando i miei consimili, visto che non è possibile conquistarne di nuovi).
Parallelamente alle iniziative delle destre, xenofobe e razziste, si stanno muovendo anche reazioni in direzione opposta, riprese anche da questo blog, come quella di Hollande (sia pure a valenza prettamente francese) di una banca pubblica per le PMI, o l'iniziativa delle giovanili di partito progressiste con l'iniziativa Rise Up.
In definitiva, i nemici dell'Europa, premio Nobel per la pace, quindi i nemici anche della pace stessa (sicuramente quella sociale, poi chissà...), oggi, sono sempre più numerosi: liberisti, che in questa situazione ci hanno precipitato, con le loro politiche smaccatamente destinate ad accrescere le divisioni sociali, gli ambienti populisti (qui sì sia di destra sia di sinistra), con la loro tendenza autoritaria, gli egoismi nazionali del "si stava meglio quando si stava peggio", che scaricano la colpa su capri espiatori improvvisati, non da ultimo su strumenti neutrali (come la moneta), minando indirettamente all'unità europea finora raggiunta. La soluzione a tutto questo, si vede riprendendo l'esempio all'inizio: una confederazione non sarebbe mai durata, lacerata da mille di quelli che chiamiamo campanilismi... L'unica via d'uscita per questa e future crisi sta proprio nel raggiungimento di un'unione irrinunciabile e indissolubile, perfino da parte degli stati facenti parte, che veda un livello centrale come regolatore di risorse proprie, atte a riequilibrare gli shock socio-economici (come calamità, ma anche disoccupazione) derivanti dalle diverse velocità di ciascuno stato. Altrimenti, ci sarà sempre un gruppo organizzato che, forte della propria più o meno grande efficienza, cercherà di imporla sugli altri, non aspettando che ci arrivino da sé.
lo spirito antieuropeista è davanti a noi ma anche dietro di noi...thatcher ma anche merkel...
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