L'Unione Industriale di Torino e Assolombarda hanno commissionato una ricerca sulla riforma del lavoro del ministro Fornero.
Sono state intervistate 300 aziende nelle quali il 96,6% dei contratti di lavoro è a tempo indeterminato e solo il 3,4% è a tempo determinato, contro un dato medio di quasi il 9% nelle imprese manifatturiere e del 12% nelle imprese del settore servizi.
Le 300 aziende intervistate hanno espresso la volontà di usare il contratto di apprendistato e di non aver trasformato alcun contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. Chi usa le tipologie di contratto a tempo determinato abolite dalla legge Fornero, semplicemente cambierà tipologia di contratto, puntando soprattutto sul contratto di somministrazione.
Dunque una riforma quasi inutile, che riguarda una minoranza di lavoratori e non spinge le imprese a trasformare i contratti. Perché allora tanta enfasi sulla riforma e sulla flessibilità?
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