Ristrutturare il debito. Potrebbe essere una delle parole d'ordine della campagna elettorale di Beppe Grillo, leader fantasma del Movimento 5 Stelle.
La tesi di Grillo si potrebbe sintetizzare così: il debito pubblico è troppo alto, e questo sta mettendo a rischio i conti pubblici e di conseguenza l'esistenza di molti servizi pubblici, pagati finora con le imposte versate dai contribuenti. Quindi la soluzione è -per Grillo- ristrutturare il debito, cioè convincere le banche a rinunciare a una parte del loro credito in cambio della sicurezza che avranno indietro i loro soldi.
E' una tesi quantomeno strana, perché il debito, anche se è alto, provoca pochi danni se il tasso di interesse pagato su di esso è basso, come insegna il Giappone, dove il debito supera il 200% del PIL. Un conto dunque è uno spread a 250, un altro avere lo spread a 500 o peggio. Abbassare lo spread è più facile e rapido che abbassare il debito.
Ed è ancora più strana se si sente cosa ha detto ieri sera Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, intervistato da Servizio Pubblico (vedi qui, dopo circa 2 ore di trasmissione).Pizzarotti spiega di aver pensato che fosse possibile ristrutturare il debito, ma che la realtà è un'altra. Il debito problematico secondo Pizzarotti è quello delle controllate del comune. La soluzione è che le banche rinuncino a parte dei loro crediti ottenendo in cambio terreni da rivendere. Presumibilmente quando saranno edificabili.
Il debito del comune invece non è un problema perchè è modesto -secondo il sindaco- quello nei confronti delle banche mentre il vero problema è pagare i fornitori.
Ma come? Dopo mesi di discussioni sul debito di Parma che poteva portare il comune al fallimento, adesso Pizzarotti spiega che non esiste un problema e che vuole cedere terreni agricoli alle banche per poi trasformarli, presumibilmente, in terreni edificabili alla faccia del principio, caro ai grillini, secondo cui non si deve impiegare altro terreno agricolo per costruire nuovi edifici?
Forse la sola verità l'ha detta proprio Pizzarotti: pensavo che ...ma la realtà è tutt'altra cosa.
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