07 settembre 2013

Gli interessi privati contro: giustizia contro interessi economici

Se Berlusconi fosse un semplice italiano allergico alla giustizia che s'è impegnato in politica per difendersi dai processi, l'Italia forse sarebbe fallita nel 2011 e oggi il governo Letta se la passerebbe molto male.

Ma Silvio Berlusconi è anche un importante imprenditore con molti interessi economici. Un patrimonio di qualche miliardo di euro e cinque figli interessati a incassare dividendi.

Quando lo spread è salito alle stelle, nell'autunno di due anni fa, Berlusconi s'è dimesso. Non a causa dello spread, ma dopo che Ennio Doris gli ha spiegato che il suo patrimonio era a rischio.

Gli interessi privati hanno avuto la meglio rispetto agli interessi degli italiani, che hanno pagato l'impennata dello spread con un calo del PIL del 4-5% e centinaia di migliaia di posti di lavoro in meno.

E, a quanto pare, sta succedendo qualcosa di simile in questi giorni. Berlusconi ormai è un condannato in via definitiva, destinato a uscire dal Senato, per effetto dell'interdizione dai pubblici uffici e della legge Severino.

Succederà, prima o poi, ma lui come sempre non si vuole arrendere e cerca un modo di farla franca. E' pronto a mandare a casa Letta e il suo governo, ma.....

E qui rientrano in gioco gli interessi personali. La riunione dei vertici del PDL, un paio di domeniche fa, ha sancito la voglia di far cadere il governo. Il giorno dopo la borsa è crollata e soprattutto il titolo Mediaset ha perso il 6% in poche ore.

Berlusconi ha capito e ha ammorbidito la sua posizione, salvo tornare alla carica nei giorni scorsi. Ha preparato un discorso da mostrare in tv e dare l'addio al governo Letta, ma poi ha di nuovo frenato.

Come mai? La borsa di Milano ha di nuovo penalizzato il titolo Mediaset e Giorgio Napolitano ha fatto sapere che si aspetta che Berlusconi non violi i patti, facendo cadere il governo. Ma questa non è la vera ragione della frenata dell'uomo di Arcore.

Sarebbero stati infatti i pubblicitari a spiegare a Berlusconi che è meglio se non fa cadere il governo. Ne va della fiducia degli italiani, della possibile crescita dell'economia e degli investimenti pubblicitari, che saliranno se l'economia italiana dovesse ricominciare a crescere.

Ancora una volta gli interessi privati economici di Berlusconi hanno la meglio sugli interessi degli italiani e pure su quelli giudiziari. Almeno per ora

1 commento:

  1. Ottimo articolo, concordo in pieno.
    E' un'altra faccia del conflitto d'interessi. forse..

    Comunque Berlusconi fa questo continuo tira e molla perché vorrebbe da una parte tranquillizzare la borsa per i titoli mediaset, dall'altra vuole spaventare i senatori di pd e sc e sperare in franchi tiratori che lo salvino.

    In ogni caso io sono fermamente convinto che se fa cadere il governo è la mossa della disperazione in quanto le possibilità di fare un'altra maggioranza per me sono quasi al 100%, mancano solo 7 voti (o almeno gente che non entra in aula, come voleva Bersani quando proponeva il governo di minoranza in cambio di Marini al Quirinale, o come ha chiesto nel famoso streaming ai grillini), al senato che ci sono.

    E anche se si tornasse a votare i sondaggi danno da un sacco di mesi per esempio Renzi ultra-favorito (anche di tanti punti a volte) su qualsiasi candidato grillino o berlusconiano.
    Quindi non ha nemmeno tante possibilità anche qualora veramente s'andesse a votare.

    Ma visto che tanto alle urne non ci si va perché 7 senatori per salvare Letta ci sono eccome (lui dice d'averne perfino 20, e c'è chi dice siano anche di più), a quel punto Berlusconi rimane con un pugno di mosche e il rischio senza l'immunità parlamentare che altre procure lo mettano in galera (almeno questo dicono che sia il grande timore per la decadenza).

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