19 settembre 2013

Renzi e la Spagna


"La Spagna, pur avendo una situazione peggiore della
nostra, con una disoccupazione pesante, ha fatto riforme radicali e ora lo
spread scende".


Questo un passaggio passato quasi inosservato delle ultime dichiarazioni pubbliche del sindaco di Firenze e candidato alla segreteria del PD, Matteo Renzi.

Parole che possono solo risultare sconcertanti per un fiorentino/madrileno e studente di "Trabajo Social" (lavoro sociale), come il sottoscritto, che le "riforme radicali" della destra spagnola le vive sulla sua pelle ogni giorno.

Basti dire che se da una parte reputo ottimo il lavoro svolto finora come sindaco, e se comunque ammetto che ci sono alcune proposte sue che trovo molto interessanti e condivisibili, dall'altra devo dire che una frase come questa basta ed avanza a mettere seriamente in discussione l'intero giudizio personale su di lui.

Vediamo infatti quali sono le grandi riforme che il Partido Popular, (centro-destra di discendenza franchista), forte della sua maggioranza assoluta in Parlamento ha realizzato in questi 2 anni circa di governo:


WELFARE:
- Età della pensione automaticamente legata all'aspettativa di vita.
-Sostanziale abolizione della rivalutazione delle pensioni a seconda dell'inflazione, con una forte perdita di potere d'acquisto dei pensionati futuri.
-Riduzione del 10% del sussidio contributivo di disoccupazione, ("paro"), a partitre dal sesto mese di disoccupazione.
-Tagli di fondi e limitazione del raggio d'azione delle prestazioni e dei servizi previsti dalla LAPAD (la Legge a tutela delle persone in situazione di dipendenza fisica, psichica o sensoriale).


LAVORO:
-Forte flessibilizzazione con facilità per le imprese di rinegoziare le imposizioni di contratti e contrattazioni collettive.
Il Premier spagnolo Mariano Rajoy
-Taglio dei risarcimenti che le imprese devono al lavoratore in determinati casi di licenziamento, (in sostanza ad oggi si licenzia con tutta facilità, quasi gratuitamente in Spagna).


ISTRUZIONE:
-Tagli in generale, vergognosi tagli selvaggi agli aiuti statali per studenti con redditi  bassi e borse di studio in generale, con quest'anno ad esempio ben oltre 500mila bambini che perdono il diritto ad aiuti per comprare i libri di scuola.


SANITA':
-Tagli duri
-Obbligo anche per i pensionati di pagare il ticket sui farmaci.
-Introduzione del ticket sulle cure mediche ricevute all'ospedale, più precisamente il 10% di esse da finanziarsi dai pazienti senza distinzione di reddito.

FISCO:
-Aumento brusco di ben 3 punti dell'IVA generale, e di 2 punti di quella ridotta.
-Aumento dell'IRPEF per tutte le fasce di reddito.
-Aumento generico di un po' tutte le imposte indirette (benzina, bollette eccetera).


PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:
-Tagli in generale.
-Taglio, (uguale per tutti), delle retribuzioni di tutti i funzionari pubblici.
-Abolizione per tutti i funzionari della tredicesima.
-Blocco degli aumenti delle retribuzioni per tutto il pubblico impiego (funzionari e non).

Queste sono alcune delle "riforme radicali" (quasi tutte in totale contraddizione coi discorsi e le promesse di Rajoy fino al giorno prima d'essere eletto), che avranno forse sì abbassato lo spread, ma hanno letteralmente affamato la popolazione spagnola, con un tasso di povertà aumentato in maniera spaventosa.

Caro sindaco, mi dispiace ammetterlo ma stavolta l'hai sparata grossa. Questa frase infelice non sta né in cielo né in terra. E di queste "riforme radicali" non ne ha bisogno l'Italia e ne farebbe molto volentieri a meno anche la Spagna.

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