20 marzo 2010
Io speriamo che me la cavo
Il governo ha deciso come vuole incentivare consumi e produzione per il 2010. Un provvedimento sconcertante per dimensioni, modeste, e modalità burocratiche.
Un anno fa il piano casa è stato presentato come un provvedimento capace di risollevare l'economia. Non è successo e non poteva succedere: il governo non aveva fatto i conti con le leggi regionali poco inclini a concedere facili ampliamenti di immobili. L'effetto sull'economia è stato quasi nullo.
Oggi il governo liberalizza le ristrutturazioni interne. Purché però le leggi regionali non prevedano altri vincoli. Facile immaginare gli effetti di una politica economica ispirata al "vorrei ma non posso".
Poi ci sono gli incentivi. Una decina di milioni a disposizione di chi vuol cambiare la moto, un centinaio per chi vuol cambiare la cucina e alcuni elettrodomestici, altri soldi per comprare una casa a basso impatto ambientale e ancora incentivi per le gru, le macchine agricole e i motori marini. Qualche decina di milioni per ogni categoria, qualche centinaio in totale.
Incentivi di dubbia utilità in un periodo in cui le aziende investono poco. Chi sostituisce una gru se l'edilizia è in crisi? E chi cambia il motore di un'imbarcazione?
Preoccupa poi l'aspetto burocratico. Gli incentivi partono dal 6 aprile, tra un paio di settimane. Perchè?
Perchè il governo ha stabilito una somma massima che intende spendere e quindi un call center attivato dalle Poste si occuperà di concedere i bonus.
Chi vuole un motorino nuovo deve andare dal concessionario che a sua volta chiama il call center per chiedere se sono disponibili i fondi governativi. Solo in questo caso avrai lo sconto. Chi arriva prima prende i soldi. Quando finiscono, terminano gli incentivi.
Insomma pochi soldi e tanta burocrazia per rilanciare, poco e male, l'economia nel 2010. Speriamo che qualcuno (l'economia, non il governo) se la cavi. Almeno un pò.
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