19 marzo 2010

Razionalità ed economia


Siamo persone razionali?

Sì, secondo gli economisti conservatori. Siamo individui razionali, capaci di elaborare informazioni e fare previsioni corrette partendo dai dati di cui disponiamo. E se qualcuno obietta che non tutti possono essere ugualmente razionali, i conservatori rispondono che è vero, ma se io non sono razionale c'è qualcuno che lo è fin troppo e quindi in media siamo razionali.

Abbiamo aspettative razionali e puntiamo a massimizzare i benefici di qualsiasi cosa nel lungo periodo, evitando scelte miopi. Per questo siamo responsabili delle nostre scelte. Se qualcuno sbaglia, secondo i conservatori, sono fatti suoi. Pagherà i suoi errori. Ma spesso, in realtà, esercita solo il suo diritto di scelta e non c'è alcun errore.

Per capire meglio la questione immagina a un individuo che voglia comprare una casa ma non sappia se comprarla subito o investire i soldi a disposizione e attendere un certo tempo: per decidere deve fare ipotesi ragionevoli sul rendimento dei soldi investiti, sul prezzo futuro degli immobili, sui tassi dei mutui...

Il futuro, si sa, è incerto, ma per gli economisti conservatori l'individuo è razionale e sa scegliere per il meglio. E' in grado di prevedere tassi, rendimenti ecc. E poi l'errore fa parte della vita e si può sempre imparare dagli errori.

La teoria delle aspettative razionali ha conseguenze molto importanti per la politica economica. Se gli individui sono in grado di elaborare razionalmente i dati e se scelgono sempre il meglio per se stessi, lo Stato serve a poco. Può costringere qualcuno a fare cose non desiderate e provoca reazioni capaci di neutralizzare gli effetti delle politiche economiche (per maggiori dettagli vedi la nota in fondo alla pagina).

Quindi, per i conservatori, meglio che lo Stato faccia il meno possibile.

Le aspettative razionali però non hanno mai convinto gli economisti non conservatori. John K. Galbraith ha scritto un romanzo, Il professore di Harvard (1) che prende in giro la teoria delle aspettative razionali. Il protagonista diventa ricco grazie all'invenzione di un indice delle "aspettative irrazionali" con cui specula al ribasso in una borsa irrazionale. Anni dopo Robert Shiller dedica un libro all'Esuberanza irrazionale (2) della borsa della fine degli anni '90, destinata a crollare nel nuovo millenio, segnalando che la teoria delle aspettative razionali non è convincente.

Concetto ribadito nel 2009 da Shiller e dal premio Nobel George Akerlof in Spiriti Animali (3) dove oltre a criticare la teoria delle aspettative razionali, si rivaluta il pensiero di Keynes.

I dati, specie quelli provenienti dalle innovative ricerche di economia comportamentale, dimostrano che si tratta di una teoria priva di fondamento. Gli individui non sanno fare scelte razionali circa il proprio futuro pensionistico, ad esempio, nè anticipano gli eventi futuri rendendo inutile la politica economica, come sostenuto dai conservatori come Milton Friedman.

Gli individui invece seguono i propri "spiriti animali", espressione coniata da Keynes per spiegare che le persone spesso non sono affatto razionali ma seguono gli istinti, la convenienza immediata, la soluzione più facile anche se alla lunga sconveniente.

Lo Stato serve ad evitare che l'irrazionalità e la miopia dei comportamenti danneggi gli individui, favorendo scelte che domani si pagherebbero pesantemente. Come succede negli USA dove le assicurazioni sanitarie non hanno interesse a pagare le spese per prevenire le malattie, salvo poi pagare o far pagare allo Stato i costi delle malattie.

Nonostante la teoria delle aspettative razionali sia svalutata da decenni e nonostante le ultime prove che dimostrano che è senza fondamento, c'è chi continua ad aggrapparsi alla razionalità per giustificare la scelta di politiche economiche semplicemente miopi ed egoiste. E' il caso degli ultraconservatori, un pò anarchici e individualisti, che dicono che chi non ha un'assistenza medica in realtà non la vuole, come testimonia questo video de la7 dove gli ultraconservatori sostengono che chi non ha una polizza sanitaria in realtà non la vuole preferendo spendere i soldi in altro modo.


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(1) Il professore di Harvard, J.K.Galbraith, Rizzoli, 1990
(2) Esuberanza irrazionale, R.Shiller, Il Mulino
(3) Spiriti animali, Akerlof e Shiller, Rizzoli, 2009

NOTA
Forse il più famoso economista (ultra)conservatore del XX secolo, Milton Friedman, ha usato l'ipotesi della razionalità degli individui per affondare uno dei risultati più famosi dell'economia: la curva di Phillips.

Phillips nel 1958 ha pubblicato un famoso studio che (semplificando) dimostrava l'esistenza di una relazione inversa (graficamente era una curva) tra disoccupazione e inflazione. Quando l'una sale l'altra scende, notò Phillips. Tale risultato suggeriva che con opportune scelte di politica economica si poteva far diminuire la disoccupazione, anche se a costo di causare una maggiore inflazione.

10 anni dopo Friedman ha contestato la curva di Phillips. Forte dell'ipotesi di individui razionali, Friedman ha sostenuto che quando gli individui capiscono che l'inflazione sta per aumentare, per effetto di un intervento di politica economica, reagiscono modificando le proprie aspettative: si attendono un aumento dei prezzi e decidono di comprare di meno e chiedono stipendi più elevati. L'economia si deprime e si perdono i posti di lavoro creati, temporaneamente, dalle decisioni di politica economica.

La disoccupazione, quindi, secondo Friedman diminuisce ma solo temporaneamente e la politica economica non solo non riduce la disoccupazione, ma lascia un tasso di inflazione più alto e aspettative di inflazione più alta nelle menti dei consumatori. Di qui la conclusione che la politica economica sarebbe inutile e dannosa. Meglio lasciare che il mercato si regoli da solo.

La trovata di Milton Friedman -benchè sbagliata- ha lasciato il segno, permettendo ai conservatori di sostenere la superiorità del mercato e l'inutilità delle politiche keynesiane.

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