21 marzo 2010

La sconfitta di Blockbuster e l'evoluzione dell'economia



Uno dei simboli delle multinazionali globalizzatrici, che offrono prodotti e i servizi omogenei e un pò banali, Blockbuster, è in grossa crisi. Chiuderà molti negozi e cambierà i servizi offerti al pubblico.

A mettere in crisi la catena di negozi che affittano videocassette e dvd è stata la diffusione di altri servizi più comodi e convenienti. Affittare un film via web o abbonarsi a una pay tv che ti offre decine di film al mese per qualche decina di euro è più comodo o conveniente di andare a prendere e riportare un dvd o una videocassetta.

Blockbuster si ridimensiona e subisce la stessa sorte l'idea di un mondo omogeneizzato, dove i consumatori spinti dalla pubblicità passano da un panino di McDonalds a un dvd di Blockbuster sorseggiando Coca Cola acquistata in negozi di stile americano dove i commessi, vestiti tutti allo stesso modo, spiegano con un sorriso poco i vantaggi della raccolta punti.

I gusti, i prodotti e le tecnologie cambiano: Ford ha puntato per anni sui SUV salvo fare marcia indietro e subire pesantissime perdite, General Motors è fallita e la nuova società ha chiuso la divisione che produce gli Hummer, grandi e pesanti SUV che consumano moltissimo, e per questo motivo non più desiderati da un consumatore attento a non spnedere troppo.

Circa 25 anni fa i primi stereo con lettore di CD costavano circa 2 milioni di lire (oltre 1000 euro). Oggi si usano gli iPod e si vende musica online. E' l'economia: i prodotti poco convincenti non si vendono e le aziende possono fallire; i gusti cambiano, le tecnologie pure, come anche i prezzi e i prodotti. Se la benzina aumenta si scelgono auto che consumano meno e i SUV restano invenduti. Internet spiazza le videocassette e i dvd, le vendite dei CD musicali crollano sotto la spinta degli iPod e della musica venduta online. E così un McDonalds può decidere di chiudere se i clienti preferiscono una focaccia smentendo chi immagina multinazionali capaci di tutto e destinate a un inevitabile successo.

Tutto si evolve, alcuni prodotti scompaiono e altri sono graditi dai consumatori. Qualcuno vince e qualcuno perde. Ma soprattutto perde chi immagina un'economia statica, nella quale le multinazionali impongono i prodotti e i servizi a consumatori che accettano tutto acriticamente, storditi dalla pubblicità, immaginando che la sola alternativa a un mondo pieno di Blockbuster, di Mc Donalds o di SUV sia il crollo del sistema, la fine delle multinazionali per morte violenta, schiacciata da una crisi che ci costringerebbe alla fame.

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