14 febbraio 2011

L'Italia è una repubblica fondata sul gioco...


Ormai non ci resta che aggrapparci al gioco d'azzardo per sperare di riassestare il bilancio dello stato!
Come leggo da "La Repubblica" ormai siamo veramente alla frutta!
Come diceva il mio professore di Matematica finanziaria, professor Ottaviani, in qualunque gioco di sorte l'unico che ci guadagna è il banco. E il banco ormai è lo stato. Il calcolo delle probabilità non mente e qui si può trovare una breve rassegna dei giochi più diffusi.

C'è da dire che il ruolo dello stato come collettore di tasse - diciamo volontarie - è un po' troppo importante per non gettare dubbi!
Ultimamente vedo un'alluvione di pubblicità televisiva sui giochi d'azzardo accompagnata da un'ipocrita scritta: "gioca responsabilmente".

Non ho mai visto né sentito nulla di più falso!
A livello della pubblicità delle sigarette e dell'alcool!

Ma come?!? Lo stato promuove, finanzia, incassa e d'altra parte ti dice di giocare responsabilmente?

La verità è che lo stato sta allungando le sue mani su tutti i giochi, on line, macchinette e qualunque gioco dove girano soldi, in modo da incassare il più possibile.
Gli incassi si quantificano già in miliardi di Euro!

E allora invece di combattere l'evasione perché non concentrarsi sui giochi? Facile, economico e il contribuente è ben felice di pagare!

18 commenti:

  1. Se non sbaglio Cavour definiva il gioco "la tassa sugli stupidi".

    Ho letto qualche anno fa un libro "La Santa Casta Della Chiesa", di uno storico di Roma, che non mi ricordo il nome.
    Un libro che ripercorre dalle sue origini fino al 2008(mi pare), la storia della Chiesa, in maniera molto critica pur riconoscendole diverse volte alcuni meriti, (ad esempio durante la prima guerra mondiale mi sembra che c'era scritto che tutti gli ospedali al fronte ecc erano della Chiesa, scrisse che la Chiesa spese tantissimo per curare i feriti della prima guerra mondilae), le riconosce anche altri meriti, ma in generale è un libro critico.
    Mi ricordo che c'era scritto che non mi ricordo in che secoli la Chiesa si era indebitata molto, e uno dei metodi più efficaci per rifinanziarsi, (oltre alla vendita delle cariche), fu proprio la gestione del gioco, pur ritenendolo spesso, (formalmente), un peccato intollerabile.

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  2. ora mi è venuto il nome dell' autore, Claudio Rendina.

    Però mi viene in mente anche un'altra cosa.
    Il gioco d'azzardo può diventare una forte e pericolosa dipendenza, quindi forse a volte lo Stato guadagna dal gioco, ma poi una parte del guadagno li tocca spenderla per curare le patologie che esso può provocare.
    Io ho lavorato in psichiatria un anno in Italia, e c'era un ragazzo che aveva di questi problemi, (anche di altri, ma pure il gioco avrà influenzato).
    Certo si tratta magari di un caso ogni 1000 giocatori, o forse no, non so, però forse si può tenere in considerazione anche quest' aspetto.

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  3. Io direi che è moralmente criticabile la posizione dello stato che da una parte ti dice che non si può giocare perché fa male, a meno che non giochi ai suoi giochi.
    La stessa posizione delle sigarette: ma come? Vieti il fumo nei locali pubblici e poi detieni il monopolio sulla vendita delle sigarette in Italia?
    O voggliamo parlare dell'alcool? Ritiri patenti con l'etilometro e hai il monopolio sulla vendita sugli spiriti?
    Un po' di coerenza non guasterebbe...

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  4. il monopolio serve a incassare e se non ci fossero le imposte e l'alcool costasse meno sarebbe usato di +

    io non ci trovo niente di incoerente... l'alternativa sarebbe vietare l'alcool ma non funzionerebbe

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  5. Per quanto riguarda le sigarette, (e probabilmente anche l' alcool), non c'è dubbio che lo Stato spende più per curare le malattie causate da esso rispetto a quanto ricava dal monopolio.
    Sul gioco d'azzardo posso avere qualche dubbio (anche se io come dicevo prima, sono testimone di un paziente di questo tipo, della psichiatria pubblica), ma sulle sigarette no.
    Illegalizzare queste cose cambierebbe solo che finirebbero sotto il controllo della mafia secondo me...

    Però forse, che si possa cercare di ridurre l'offerta di alcool, fumo e gioco d'azzardo, questo lo posso condividere

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  6. Scusa Gian, ma non concordo. Ragionando su questa linea allora si potrebbe arrivare a dire che è lecito liberalizzare e tassare l'uso di droga e la prostituzione, perché altrimenti se non fossero regolamentate ci sarebbero lo stesso!
    Sinceramente uno stato che lucra su prostitute e tossicodipendenti non è che mi affascini molto...

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  7. infatti droga e prostituzione esistono e non offrono nessuna garanzia a chi ne fa uso, mentre in altri paesi sono legali e pagano le imposte e sono regolamentati... pensa che Assange è accusato di stupro in Svezia perchè avrebbe fatto sesso senza profilattico!

    chi compra droga acquista un bene su cui lo stato può, volendo, mettere imposte proprio come su qualsiasi altro bene o servizio. Non mi pare che si parli di lucro se paghi l'IVA sulla bolletta telefonica..

    con la droga ci si può ammazzare? certo, ma probabilmente uccide di + l'alcool (almeno così lamentano alcuni comunità per tossicodipendenti) e uccidono molto anche beni legali come le auto o le moto e in genere tutto ciò che crea un pericolo di incidenti (barche, sci, aerei ecc. ma anche beni assai banali nelle mani sbagliate sono pericolosissimi), mentre le patologie psichiatriche di cui parlava VxV esistono anche per chi usa troppo i giochi elettronici per non parlare di chi fa uso di alcool

    Però non mi interessava + di tanto discutere dell'aspetto morale, che è quello che rende illegale certe attività in Italia e non altrove, ma dell'aspetto economico

    e da questo punto di vista la questione è che se è lecito l'alcool, per disincentivarne l'uso puoi decidere di imporre apposite accise, senza le quali il prezzo sarebbe + basso e il consumo maggiore

    qual è l'alternativa? il divieto, ma sappiamo che non funziona

    Allora uno stato che vieta e basta si suicida 2 volte. La prima perchè espone i propri cittadini a un pericolo (nella droga ci mettono dentro di tutto, la prostituta può contagiare il cliente con qualche malattia infettiva), e la seconda perchè sono attività economiche su cui non si mettono imposte e si garantisce a chi le gestisce un maggior guadagno.

    Non a caso se ben ricordo il governo Prodi decise che se qualcuno guadagna soldi in modo illecito lo stato gli fa pagare le imposte comunque ... pecunia non olet come diceva l'inventore dei bagni pubblici a pagamento

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  8. Ora però un pochino mi sembra esagerato, mettere sullo stesso piano moto e macchine con la droga...
    E' vero che ci s'ammazza anche in auto, ma più che altro se se ne fa un uso sbagliato, la droga invece brucia i neuroni, rovina la salute e di per se.
    Poi comunque "in alcuni Paesi è legale"...La droga leggera, di certo non tutta la droga in generale.
    Chi usa troppi giochi elettronici può arrivare alla dipendenza, è vero, ma la "febbre del gioco" è un'altra cosa, oggettivamente più gave, (anche per i risvolti economici pericolosi, in cui può portare lui stesso e tutta la sua famiglia).
    La prostituzione: io abito in un Paese (Spagna), in cui è legalissima.
    Puoi girare strade in pieno centro trovando più prostitute che piccioni anche in pienissimo giorno, ci sono bordelli aperti tutte le sere...
    La legalizzazione è questo infatti, un'aumento incredibile dell'offerta di prostituzione, che fa il gioco dei trafficanti e degli sfruttatori.
    Per lo meno l'illegalizzazione porta a ridurre l'offerta limintandola solo la notte ed in determinate zone, col rischio di venire beccato(un discreto disincentivo...).
    Ed è importante ridurre la diffusione della prostituzione, anche la prostituta più autonoma senza nessuno che la sfrutta, che lo fa per "piacere" (se davvero esiste una donna a cui piace farsi montare tutti i giorni da qualsiasi vecchio bavoso),in realtà alla lunga sviluppa depressioni, senso di frustrazione, e disturbi psichici d'ogni tipo, super-difficilissimi da superare, (lo dicono ricerche scientifiche, non io).
    Legalizzare la prostituzione significa permettere che una donna presa dalla disperazione per la fame, o per pagarsi l'eroina, o perchè costretta da un magnaccio, o perchè in preda a disagio giovanile...Si rovini la vita.

    Se sapete lo spagnolo c'è un : el ano que trafiquè con mujeres (scrivo ano perchè non ho la nina nella tastiera avendo comprato il computer in Italia), di Antonio Salas, che è lo pseudonimo di un giornalista (famosissimo in Spagna), che munendosi di telecamera nascosta si infiltrò (facendo arrestare un casino di criminali) prima nel movimento skinhead spagnolo (pubblicando "Diario de un Skin"), poi nella mafia della prostituzione (raccontandolo in "el ano que trafiquè con mujeres"), e infine nel terrorismo internazionale, (scrivendo un libro molto lungo "El Palestino").
    Antonio Salas è uno pseudonimo, visto che il suo vero nome è segreto per motivi di sicurezza (è ricercato da gente abbastanza pericolosa direi...).
    Io gli ho letti tutti, bellissimi (e molto toccanti). Il secondo libro è veramente illuminante sul mondo della prostituzione.
    Se qualcuno sa lo spagnolo, che lo legga, dubito che si rimanga convinti di non voler tenere illegale la prostituzione.

    Insomma, io penso che la ragione stia nel mezzo fra gian e william.

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  9. infatti parlavo di quelle droghe legali, non di tutte e non voglio certo dare giudizi sulle droghe in genere che non conosco

    non valuto neanche il grado di patologia provocato dai giochi... che come tutte le cose fa male in base a quanto se ne fa uso

    i giochi illeciti (lotto clandestino, scommesse clandestine) offrono margini di guadagno maggiori per il giocatore fortunato e questo incentiva il gioco e prova che è bene che ci siano giochi pubblici e con imposte che, diminuendo i guadagni, disincentiva un pò il gioco

    infine non capisco il legame legalizzazione-prostituzione. Non capisco perchè legalizzando ci dovrebbero essere più prostitute. Anche perchè prostituirsi almeno in italia non è reato e le prostitute molto spesso usano sistemi che non fanno correre grossi rischi, ovvero ricevono i clienti in casa

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  10. In Italia non è illegale prostituirsi, ma lo è andare a prostitute.
    Per questo motivo non potrebbero mai esserci imprenditori che riempiono le città di bordelli dando uno sbocco ottimo alla mafia che gestisce la prostituzione. Tantissime prostitute dei bordelli spagnoli sono (intanto il 99% di esse immigrate), ma soprattutto portate in Spagna dalla mafia nigeriana, sudamericana e dell'est Europa. In Italia avviene lo stesso, ma in misura molto minore perchè un mafioso in Italia deve per forza metterle a battere per la strada col rischio che vengono beccate dalla polizia senza documenti ed espulse (per esempio), e con un flusso di clienti molto minore, (visto che rischiano grosso gli italiani che vanno a prostitute, in certi comuni mettono anche fotografano anche le targhe), in Spagna te le assume un proprietario di un bordello, e ogni giorno vanno con diecimila clienti con permesso di soggiorno garantito e tutto in regola. Quindi preferiscono la Spagna o in generale i posti in cui è legale.
    E di pomeriggio, quando i bordelli sono chiusi, so tutte a battere per il centro, quindi c'è molta più domanda perchè magari uno passa di lì per altri motivi ma poi cade in tentazione, in Italia uno deve proprio decidere di assumersi tutti i rischi (penali e igienici) e andare a cercare la prostituta, non è che la trovi mezza nuda e disponibile uscendo di casa andando a comprare qualcosa :D, in Spagna può succedere eccome, soprattutto in centro a Madrid sì.
    Poi certo, dipende dal quartiere e tutto, però questi sono i motivi per cui secondo me, la legalizzazione della prostituzione provoca una maggiore diffusione e domanda.

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  11. fondi confondi andare a prostitute con sfruttare la prostituzione, che è illegale

    la prostituta e il cliente non rischiano se non per violazioni del codice della strada o cose simili. Le iniziative per fotografare le targhe e cose simili lasciano il tempo che trovano e servono solo a contenere il fenomeno

    poi non esiste la prostituzione solo su strada. Moltissime si prostituiscono in casa e mettono annunci sui giornali o su internet magari mascherati da annunci per offrire massaggi

    Anche in questo caso si può perseguire lo sfruttamento, ma se la singola prostituta fa da sè non rischia nulla, salvo la contestazione di un guadagno non dichiarato

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  12. "confondi andare a prostitute con sfruttare la prostituzione, che è illegale

    la prostituta e il cliente non rischiano se non per violazioni del codice della strada o cose simili"

    Sicuro? Io fino all' anno scorso stavo in Italia e sapevo che il cliente rischiava, per lo meno è quello che ho sempre pensato io.

    Poi non si diceva che la Carfagna voleva proibirla continuamente?

    Comunque, per lo meno la cosa dei bordelli e del contratto regolare rimane come fattore di diffusione e di preferenza per le mafie.

    "Moltissime si prostituiscono in casa e mettono annunci sui giornali o su internet magari mascherati da annunci per offrire massaggi"

    Si ma insomma, trovartele per la strada in pieno centro-città mezze nude e ammiccanti a tutte le ore, è un'altra cosa.
    Secondo me stimola la domanda e quindi la diffusione

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  13. proibirla completamente non continuamente volevo scrivere*

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  14. se la carfagna voleva vietare la prostituzione vuol dire che non era vietata...

    lei voleva vietare la prostituzione per strada e i progetti sono sempre stati quelli di infilare le prostitute in casa, creando cooperative per evitare lo sfruttamento

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  15. "se la carfagna voleva vietare la prostituzione vuol dire che non era vietata..."

    E' che io pensavo che fino a prima fosse perseguibile solo il cliente, e che la Carfagna volesse perseguire anche la prostituta.
    Ho cercato un pò per il web e ho visto che su questo hai ragione te. Però per l' altro problema della legalizzazione, permessi di soggiorno e bordelli io credo che siano preferiti dai mafiosi: la prostituta nigeriana o ucraina che lavora in un bordello non può essere espulsa

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  16. non credo offrirebbero permessi di soggiorno a chi ha come unico lavoro la prostituzione, se anche l'attività fosse regolamentata...

    anche perchè come fai a stabilire se una che chiede il permesso di soggiorno per prostituirsi, lo fa davvero o se invece dichiara di svolgere quel lavoro e poi fa l'operaio in nero?

    le proposte della passata legislatura erano nel senso di cooperative di prostitute che si sarebbero auto-gestite e avrebbero lavorato in casa, rendendo illegale la prostituzione altrove.

    In questa ordinanza http://www.viveregenova.comune.genova.it/sites/default/files/documenti/Ordinanza_Sindaco_10%20_1_.pdf dopo VISTO trovi i riferimenti legislativi sulla materia prostituzione e su quel che si può fare per evitare sulla strada la prostituzione e cose collegate

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  17. "come fai a stabilire se una che chiede il permesso di soggiorno per prostituirsi, lo fa davvero o se invece dichiara di svolgere quel lavoro e poi fa l'operaio in nero?"


    Quelle che stanno nei bordelli hanno un contratto.
    Non sono dipendenti del bordello, sarebbe illegale, formalmente succede che il bordello le mette a disposizione camere e materiale da poter usare, e loro pagano un affitto su quelle camere, svolgendo in maniera "autonoma" la prostituzione, (in realtà quasi tutte hanno un magnaccio a cui dare buona parte di ciò che guadagnano, quindi sono doppiamente sfruttate), pagando semplicemente l'affitto per le camere.
    Quindi c'è un contratto d'affitto di una camera di in un bordello, (in Spagna si chiama Local de Alterne), che attesta che sei una prostituta

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  18. Ultimamente vedo un'alluvione di pubblicità televisiva sui giochi d'azzardo accompagnata da un'ipocrita scritta: "gioca responsabilmente".

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