Se una distribuzione meno equa provoca una diminuzione dei consumi (come scritto qui), come difendere una politica economica che favorisca maggiori diseguaglianze economiche?
Ci sono almeno due vie. Una consiste nell'affermare che non si può cambiare la distribuzione del reddito "naturale", generata dalla libera interazione di individui. Un'altra di carattere economico: si nega che una distribuzione del reddito più diseguale faccia male all'economia.
Perchè non si può cambiare una data distribuzione del reddito? La giustificazione più diffusa, di tipo meritocratico, è che i redditi misurano le capacità di ciascuno: se si cambiasse qualcosa, qualcuno sarebbe disincentivato a dare il meglio di sè. E' tuttavia difficile immaginare che il merito giustifichi gli stipendi milionari dei banchieri americani o, al contrario, gli stipendi da fame di molti lavoratori.
Più di una secolo fa un ingegnere italiane, Vilfredo Pareto, si inventò una giustificazione più elegante, nota come ottimo paretiano. Pareto, che si dedicò all'economia dopo una brillante carriera nelle ferrovie disse che una distribuzione è ottimale quando l'allocazione delle risorse è tale che non si può migliorare la condizione di un soggetto senza peggiorare la condizione di un altro.
La redistribuzione del reddito è, secondo Pareto, da escludersi, perchè altererebbe un'allocazione ottimale delle risorse e non è accettabile peggiorare la condizione di qualcuno. Anche se è ricchissimo? verrebbe da chiedere. Seguendo Pareto sì, per la gioia di chi non vuol cambiare nulla facendo prevalere i propri interessi su qualsiasi altra considerazione.
Poi c'è una spiegazione di tipo macreconomico: la parte del reddito non consumata diventa risparmio. Per gli economisti conservatori il risparmio si trasforma in investimento, cioè in soldi spesi. Così se diminuisce la spesa per consumi, aumenta quella per gli investimenti, e l'economia non soffre.
Così la raccontano, ma è una teoria discutibile: si investe in previsione di un aumento delle vendite. Se i redditi della maggior parte della popolazione non crescono e magari diminuiscono, gli investimenti latitano.
I risparmi possono invece prendere altre strade. Possono andare all'estero alla ricerca di buone occasioni di investimento o alimentare la speculazione.
Insomma, le diseguaglianze non fanno bene all'economia, ma chi non se ne cura ha buone ragioni per sostenere il contrario e giustificare interessi ed egoismo.
Gian, bella serie di articoli, questi sulle diseguaglianze economiche.
RispondiEliminaSarebbe bello conoscere le riforme più adottate (anche dai paesi esteri) per "scongiurare" una ricchezza troppo diseguale, e capire se funzionano. Ad esempio da noi mi viene in mente la tassa sulle rendite finanziarie e sulla seconda casa (o terza).
Un saluto
prima o poi me ne occuperò... le soluzioni sono abbastanza semplici, in verità
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