04 maggio 2011

Le idee di Gino

Riceviamo e pubblichiamo un testo dell'amico Gino Selmi
Trovate le sue idee qui: http://digilander.libero.it/selmigino

Cari gestori di questo spettabile Blog,

a mio parere nelle robe monetarie, così come si può fare a meno dell’Oro, si può fare a meno anche delle Banche Centrali.

Questo ci risparmierebbe molti problemi e molti rompiscatole (i “signoraggisti”). Ovviamente bisogna trovare anche il modo di elimiare le inevitabile ruberie del “Governo” (ma di questo potremmo parlare un'altra volta).

E’ vero che agli occhi di un singolo uomo immerso nella storia di secoli, il sistema moneta-banche-finanza può apparire come una intangibile creazione divina o comunque al di fuori di un possibile intervento individuale e persino del governo di una singola nazione. Però chiunque può “immaginare” qualunque cosa a livello di organizzazione umana e sarà poi la forza dei tempi e dei popoli che accoglierà o a respingerà queste robe. Sono robe che nascono certamente come utopie (lo furono l’illuminismo, il comunismo, l’ecologismo, ecc.ecc).

Provo perciò ad immaginarmi la storia di un lontano pianeta, scarsissimamente abitato e dove non esistano beni durevoli e frazionabili a piacere che possano fungere da moneta (come l’oro o le penne di pavone o i semi di cioccolata) cioè come beni intermedi per le operazioni di baratto.

* * *

Tizio e Caio erano gli unici abitanti del pianeta X. Tizio allevava mucche bevendone il latte e mangiandosene una ogni tanto (ma non riusciva mai a finirla prima che marcisse). Caio invece allevava galline, ne friggeva le uova e pure lui ogni tanto ne spiumava qualcuna.

Tizio e Caio si guardavano in cagnesco, ma un giorno ebbero voglia di cibarsi dei prodotti del vicino, così inventarono il baratto. Una volta stabilito che una bottiglia di latte valeva 5 uova, scambiare uova con latte fu facile. Stabilirono anche (dopo molte liti e discussioni) che una gallina valeva 100 uova e che una mucca ne valeva 10.000. (usarono l’uovo come unità di riferimento perché era il bene di minor valore e quindi comodo per far di conto).

Però c’era un problema. Se Caio voleva comperare una mucca doveva accumulare 10.000 uova e nel frattempo molte sarebbero marcite; oppure doveva consegnare 100 galline. In ogni caso cosa se ne sarebbe fatto Tizio di 10.000 uova o 100 galline tutte in una volta? E non era il caso di mangiare assieme la stessa mucca evitando di farne marcire inutilmente una buona parte?

Quindi era opportuno che Caio consegnasse gradualmente le uova e le galline a Tizio, in parte barattandole col latte e in parte da accumulare in vista della prossima mezza mucca. Se poi all’ammazzamento della mucca l’accumulo di uova-galline non corrispondesse alle 5000 uova-valore, si convenne che Tizio avrebbe fatto credito a Caio coprendosi con le successive consegne di uova e/o galline.

Per non far casino, Tizio e Caio si comprarono due bei quadernini a quadretti piccoli per scriverci sopra quanto dato e quanto ricevuto dal vicino aggiungendo di fianco ad ogni bene il corrispondente valore espresso in uova e tenendone aggiornato il totale progressivo. Così entrambi sapevano se erano a credito o a debito reciproco e si regolavano di conseguenza (volendo naturalmente tendere al pareggio nel medio termine). Ecco come nacque la moneta denominata “uovalore” che poi è diventata la moneta universale dell’intera Galassia che ha dato il natale al pianeta X.

Un bel giorno un’astronave si sfracellò sul pianeta X e ne uscì quasi incolume Sempronio il quale, poveretto, per campare, di nulla disponendo, si cibava delle poche lumache che riusciva a catturare. Sempronio era talmente debole che si trascinava carponi e non era in grado di fare nulla. E dire che avrebbe potuto costruirsi una barca, mettersi a pescare e avere così di che sostenersi decentemente e magari mettersi pure a scambiare beni con Tizio e Caio così variando la dieta di tutti con vantaggio generale.

Tizio e Caio si resero conto della cosa e dissero: “E se gli facessimo credito? Magari per un po’ dovremo ridurre i nostri consumi, ma se Sempronio si rimette in forze, si fa una bella barca e si mette a pescare noi poi ci rifacciamo sul pescato” Così comprarono un quadernino a quadretti piccoli anche per Sempronio che così poté mangiare a credito intanto che diventava un valente pescatore con vantaggio suo e di tutta la comunità.

Certo la contabilità nei quadernini era diventata assai complicata, e quando si ripresentò una situazione analoga con Asdrubale (anche lui caduto dal cielo con la sua astronave), Tizio, Caio e Sempronio pensarono ad un sistema diverso.

Innanzitutto stabilirono che il consesso degli abitanti di X era una persona giuridica denominata “Governo” dotata del potere di regolamentare gli scambi economici e di stimolare la produzione di beni (così come Tizio e Caio avevano fatto con Sempronio).

Poi decisero che un “uovalore” potesse essere “rappresentato” da un sassolino bianco firmato e garantito dal Governo (s’era trovato un sistema quasi perfetto per contrassegnare i sassolini in modo che nessuno potesse fare dei falsi).

Di questi sassolini firmati se ne fecero tanti quanto era il valore in uova dei beni durevoli posseduti dagli abitanti, cioè le mucche, le galline e la barca di Sempronio (valutata con estenuanti trattative). Poi si diedero ai tre abitanti tanti sassolini quanto era il valore dei loro beni, compensando però le situazioni di reciproco debito-credito così come annotate nei quadernini (ovviamente si potevano usare anche criteri diversi a seconda della prepotenza e della forza dei protagonisti dell’avvenimento).

Da quel momento si poterono usare i sassolini-moneta (denominati “uovalore”) per scambiarsi i beni con comodità. Inoltre si ebbe il grandissimo vantaggio di lasciare al “mercato” il compito di stabilire il rapporto di valore fra i beni, così che anche l’uovo poté valere, che so, due uovalore o magari mezzo uovalore a seconda della benevolenza delle galline nel rifornire il mercato. Ecco quindi una moneta (come il dollaro o l’euro) nata però da una prassi contabile (e non dall’oro) anche se ovviamente in origine si partì dal rapporto di valore attribuito a certi beni. Tuttavia dovrebbe essere ben chiaro che non solo lo “uovalore”, ma qualsiasi moneta non convertibile non è altro che una “registrazione contabile” che ha perduto il suo rapporto con l'originario bene reale.

In questa situazione, quando precipitò dal cielo il prima citato Asdrubale (=risorse produttive inutilizzate) , il Governo fece il “keynesiano”, prese cioè dei ciotoli bianchi, li firmò trasformandoli in “uovalore”, li prestò ad Asdrubale che, rimessosi in forze cibandosi di uova, carne e latte, dissodò un terreno e diventò coltivatore di cereali con beneficio di tutti e poi pian piano restituì al Governo il prestito ricevuto.

Peccato che nel frattempo il Governo fosse diventato simile ai nostri governi e che il capitale restituito da Asdrubale, invece d’andare a diminuzione delle tasse o impiegato fosse per qualche nuova e bella impresa, finisse poi nelle tasche di qualche furbone questo a dimostrazione del fatto che non è mai il caso di fare i rivoluzionari a metà.

Un buon sistema è come una buona ricetta: non è tanto la bontà del singolo ingrediente che conta, ma la bontà dell’insieme degli ingredienti.

Pare poi che persino lo stesso Keynes si fosse dimenticato d'avvertire che, in caso si manifestassero eccessive tensioni inflazionistiche, si doveva distruggere denaro quanto necessario prelevandolo dalle tasse. Ovviamente, così come generando nuovo denaro (a beneficio della collettività) necessariamente si beneficano più questi che quelli, così si deve decidere come ripartire il sacrificio qualora fosse opportuno distruggere danaro.

Il denaro d'oggidì non è un bene dotato di valore, è solo una registrazione contabile e perciò lo si può distruggere senza problemi, anche perchè, nel caso s'esagerasse, lo si può sempre ristampare.

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