Il Salone del Libro di Torino è un appuntamento classico per la città e gli editori di tutta Italia, che hanno a disposizione una formidabile occasione per presentare e vendere i loro prodotti multimediali.
Con quali conseguenze economiche?
Se lo sono chiesti gli organizzatori del Salone che hanno incaricato la fondazione Fizcarraldo di intervistare i partecipanti. Con risultati interessanti.
Oltre 300.000 persone visitano il salone. Di questi, quasi 29.000 sono studenti che arrivano con le scuole. Oltre 100.000 persone arrivano a Torino da altre regioni d'Italia, 50.000 dormono (in media) almeno tre notti in albergo e il 94% di questi dorme in un albergo di Torino.
Nel 2009 sono stati oltre 1400 gli espositori che hanno incassato oltre 14 milioni di euro.
9,5 milioni invece sono stati spesi tra alberghi e ristoranti, 1,5 milioni di euro sono stati spesi in trasporti, 1,7 in acquisti di vario genere libri esclusi.
Nel complesso il Salone del Libro genera una spesa di oltre 25 milioni più altri 32 nell'indotto.
Ma quanto costa tutto questo?
L'organizzazione spende circa 4,5 milioni per gli allestimenti, la pubblicità, per l'ospitalità, per il personale impiegato durante i 5 giorni della rassegna. Gli espositori spendono 2 milioni circa per gli allestimenti e oltre un milione per trasporti, alberghi e ristoranti.
Infine ci sono i contributi pubblici: circa 800.000 euro divisi tra Regione (376.000 euro circa) Provincia (95.000) e Comune (342.000) e altrettanti delle Fondazioni Bancarie piemontesi.
Soldi che restano nel territorio perché, come sottolinea la Fondazione Fizcarraldo, esiste una fitta rete di aziende da cui gli organizzatori del Salone acquistano i beni e i servizi di cui il Salone ha bisogno.
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