03 giugno 2011

Referendum sull'acqua


Domenica 12 e lunedì 13 si voterà per 4 referendum. Due riguardano l'acqua.


Secondo i promotori del referendum (vedi qui) il SI significa abolire norme che ottengono due obiettivi: una remunerazione del capitale investito da parte dei privati pari al 7% e la creazione di società private o miste pubblico-privato con l'obbligo per il soggetto pubblico di ridurre la quota posseduta.

In pratica una privatizzazione, almeno parziale, ben remunerata. Altrimenti non ci sarebbe ragione di privatizzare.

Per i cittadini che "comprano l'acqua" ovvero pagano il servizio offerto da chi distribuisce l'acqua pare certo l'aumento delle tariffe, come si può capire leggendo i bilanci.

Il bilancio (vedi qui) del gruppo SMAT, che distribuisce l'acqua a Torino dice che il guadagno riferito al capitale investito (ROI) è pari al 4% circa. La legge prevede che le società private guadagneranno il 7%. Se si privatizzasse le tariffe aumenterebbero o ci rimetterebbero i dipendenti e/o i fornitori, pagati peggio.

Ma perchè privatizzare l'acqua (meglio: il servizio)? Si indicano diverse ragioni: ridurre i debiti dei comuni, migliorare l'efficienza del servizio, eliminare le odiose pratiche di assunzioni clientelari.

Tuttavia l'efficienza non appartiene per forza ai privati. Anche i privati assumono amici e parenti, attribuiscono più facilmente compensi troppo elevati agli amministratori, possono scegliere i fornitori legati a qualche azionista o amministratore della società, anzichè il più conveniente. Se operano in regime di monopolio, come accade nell'acqua, non sempre hanno interesse a investire e migliorare il servizio, visto che il solo rischio che corrono è il mancato rinnovo, dopo molti anni, della concessione, da parte di politici che peraltro i profitti dell'impresa possono "ammorbidire" in vari modi.

Insomma, le vie dell'inefficienza guidata dal profitto sono infinite, anche nel settore privato, specie nelle aziende monopolistiche, che, come insegna qualsiasi manuale di economia, tendono sempre a tenere alto il prezzo e a ridurre la quantità del bene o del servizio offerto.

Non c'è motivo di invocare la privatizzazione neppure da un punto di vista finanziario. Se il comune privatizza l'azienda dell'acqua, può ridurre i suoi debiti e la spesa per interessi. Se il comune paga -supponiamo- un interesse medio del 5%, perchè non garantire all'azienda dell'acqua un rendimento del 6%, visto che si offre un rendimento certo del 7% alla stessa azienda, se privatizzata?

Solo se il tasso medio sul debito superasse il 7% il comune avrebbe interesse a privatizzare l'azienda dell'acqua e a ridurre il debito.

Se non ci sono motivi per privatizzare e se i referendum faranno tornare pubblica l'acqua, perchè toglieranno l'interesse dei privati, resta una domanda: come rendere più efficiente il servizio e far guadagnare gli enti locali?

Con una serie di regole piuttosto banali. Alcune per ridurre le spese inutili, come quella pubblicitaria. Perchè un'azienda monopolista che offre un servizio essenziale deve pubblicizzare le proprie attività? Si possono poi imporre per legge regole che riducano il numero e le retribuzioni degli amministratori e creare le condizioni perchè le aziende collaborino nell'acquisto di beni e servizi o perchè le aziende minori si possano fondere con aziende più grandi e godere di economie di scala.
Se poi tutto questo non funziona, il servizio è scadente o troppo costoso, si può obbligare il comune con un'azienda inefficiente a venderla. Non ai privati, ma a un'altra azienda pubblica.

Succede già: la torinese SMAT controlla il 30% circa di SAP (un altro 30% è in mano a IREN, una società multiservizio creata unendo le attività nel settore acqua, luce e gas di Torino, Genova e di diversi comuni emiliani) che a sua volta gestisce l'acqua a Crotone e partecipa alla gestione dell'acqua in 82 comuni della provincia di Palermo.

Dunque esitono le soluzioni per rendere il servizio di distribuzione dell'acqua efficiente e magari redditizio per i comuni e si può votare tranquillamente SI al referendum del 12 e 13 giugno sull'acqua pubblica.

41 commenti:

  1. Potrete votare io no...
    Sul sito del consolato dice che deve arrivare una busta a casa per votare almeno 18 giorni prima del referendum.
    E' il 4 e non m'è arrivato nulla, d'altronde me l'aveva detto l'impiegato che da febbraio ad ora avevano avuto troppo da fare per avere il tempo d'aggiungermi alle liste degli elettori...
    Potrei votare tornando in Italia non posso per impegni miei, quindi conto su di voi, difendete l'acqua anche per me!

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  2. (e fate processare Silvio anche da parte mia)

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  3. se si ottiene il quorum è fatta e nessun partito dice di non andare a votare perchè nei posti in cui hanno già privatizzato sono tutti incavolatissimi: chi consigliasse di non votare se li troverebbe tutti contro alle prossime elezioni

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  4. Scusate ma la legge è questa:

    "2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità."

    "3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria.

    4. Nei casi di cui al comma 3, l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e alle autorità di regolazione del settore, ove costituite, per l'espressione di un parere sui profili di competenza da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione."
    Insomma viene privilegiato il bando con evidenza pubblica per l'affidamento della gestione dei servizi pubblici. Non mi sembra nè tremendo nè scandaloso considerando che è il recapimento della direttiva europea.

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  5. A me che si privilegi il pubblico non basta, voglio la garanzia che nulla tocchi ai privati.
    In ogni caso il senso della legge è di aprire la strada ai privati nella distribuzione dell'acqua, e questo per me non è accettabile.
    La direttiva europea bisognerebbe vedere quello che dice di preciso.
    Le direttive sono norme di risultato, cioè richiedono che gli Stati membri raggiungano, tramite i mezzi che vogliono, un determinato risultato. Se quello che vuole l'Europa è una migliore gestione della distribuzione dell'acqua si può fare quello che proponeva gian.
    Non penso che l'UE chieda esplicitamente la privatizzazione, in tal caso comunque non sarei d'accordo

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  6. Il senso della legge è che le concessioni siano trasparenti, il pubblico avrà sempre un ruolo dominante nel bene e nel male.
    La direttiva ue ha l'obbiettivo (ed è scritto) di garantire la concorrenza.
    Non si chiede da nessuna parte l'esplicita privatizzazione, il pubblico avrà sempre un ruolo dominante, si chiede trasparenza e possibilità di accesso.
    Poi può piacere o meno ma questo è il discorso.

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  7. la concorrenza in un servizio come quello è un'illusione...

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  8. Si ma a parte le concessioni trasparenti e il ruolo dominante del pubblico, a me sembra che aprano la strada anche ad investimenti privati, dominanti o meno.
    Se l'obiettivo richiesto dalla direttiva è di garantire la concorrenza, non si può fare senza dare niente ai privati?

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  9. "la concorrenza in un servizio come quello è un'illusione..."
    Concorrenza nel bando, poi se vuoi affidarlo agli amici è un'altra questione.

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  10. dovrebbero spiegare come si fa a garantire la concorrenza in un settore monopolistico

    è un obiettivo senza senso...

    la sola soluzione che io posso immaginare è trasformare le aziende che gestiscono l'acqua in spa e costringere chi fa male a vendersi ad altre spa di proprietà pubblica o a affidare la gestione a altre spa pubbliche come già succede

    i profitti restano pubblici, "punendo" chi fa male perchè un pò dei suoi soldi finirebbero altrove

    poi si possono favorire le collaborazioni facendo in modo che diverse aziende colaborino per comprare beni e affidare gli appalti allo scopo di abbassare i costi

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  11. Questa è la direttiva
    http://www.infopieffe.it/writable/normative/27%20DIRETTIVA%2093_38_CE.pdf

    Non può permettere di escludere arbitrariamente un concorrente perchè privato.

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  12. Gian non fare finta di non capire non sto dicendo concorrenza nel servizio so benissimo che la gestione è un servizio in monopolio.
    La legge dice solo che il bando di assegnazione deve essere aperto a tutti i soggetti che hanno i requisiti senza discriminazioni, non è la fine del mondo.

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  13. il problema è che si vuole dare ai privati e solo a loro il diritto di incassare profitti, con la certezza che aumenteranno le tariffe

    io preferirei che le società pubbliche e private fossero messe sullo stesso piano quanto ai profitti e che ci fossero limiti alla possibilità di spesa perchè quel che è successo in alcuni posti, in cui sono arrivati i privati che hanno assegnato retribuzioni incredibili ai manager, è scandaloso

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  14. "il problema è che si vuole dare ai privati e solo a loro il diritto di incassare profitti, con la certezza che aumenteranno le tariffe"
    Scusa occorre analizzare leggi e regolamenti, hai un link?

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  15. "Non può permettere di escludere arbitrariamente un concorrente perchè privato."

    a me non dispiacerebbe in questo caso specifico della distribuzione dell'acqua, si eviterebbe il problema dell'aumento delle tariffe ecc

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  16. "a me non dispiacerebbe in questo caso specifico della distribuzione dell'acqua, si eviterebbe il problema dell'aumento delle tariffe ecc "
    Invito a postare la legge. Poi vedremo se i privati hanno effettivamente facoltà di aumentare le tariffe o sono decise dalla politica in tutti e due i casi.

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  17. Ma anche se lo decidesse la politica, resta il fatto que se non le aumentano io credo che i privati non investirebbero...Dovrebbero guadagnarci qualcosa per investire

    Qui c'è una discreta sintesi degli argomenti favorevoli e contrari a tutti i referendum ai quali voterete, supportate da abbastanza fonti mi sembra:

    http://www.quattrogatti.info/index.php?option=com_content&view=article&id=176:referendum-acqua-nucleare-legittimoimpedimento&catid=50:politica&Itemid=18

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  18. "Ma anche se lo decidesse la politica, resta il fatto que se non le aumentano io credo che i privati non investirebbero...Dovrebbero guadagnarci qualcosa per investire"
    Rimane il fatto che non ci sono i privati e basta, la legge non impone i privati, il comune a anche la possibilità motivandolo di dare senza gara a una municipalizzata. Se va tutto bene la municipalizzata investe, è efficiente e mantiene i prezzi bassi non vedo che amministratore imbecille può non concedergli l'appalto.
    Purtroppo gli investimenti non sempre si fanno e meno che meno la fa il pubblico soprattutto in certe regioni d'italia. E il problema della cattiva politica di certo non viene peggiorato da questa legge.

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  19. Poi un'altra cosa il 7% da dove salta fuori. La normativa in oggetto di referendum non parla di alcun 7%. E' una legge? E' un regolamento? Viene abrogato con il si o rimane sotto qualche altra voce? Il link non lo spiega o meglio dice che è in vigore dal 1996 ovvero molto prima della legge ronchi il che può far presumere che non viene abolito dal referendum.


    MMST

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  20. Il link che ho postato prima parla anche dell'abolizione della remunerazione del capitale investito, e lì parla del 7% stabilito per legge di remunerazione del capitale investito garantita ai gestori, che gli italiani pagano con le bollette.
    Quindi togliendo la remunerazione si toglie questo.
    C'è eccome nel referendum.

    "Se va tutto bene la municipalizzata investe, è efficiente e mantiene i prezzi bassi non vedo che amministratore imbecille può non concedergli l'appalto"

    è questo il punto, che se le cose invece non andessero bene (e a quanto pare non vanno bene), entrerebbe in gioco il privato, io proverei invece a farle funzionare con regole specifiche come diceva gian nell'articolo.

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  21. "Il link che ho postato prima parla anche dell'abolizione della remunerazione del capitale investito, e lì parla del 7% stabilito per legge di remunerazione del capitale investito garantita ai gestori, che gli italiani pagano con le bollette.
    Quindi togliendo la remunerazione si toglie questo."

    Non mi sono spiegato bene. Non sto dicendo che non c'è il 7%, sto dicendo che il decreto ronchi non parla del 7%, ora dove si arriva a questo importo? Qual'è l'iter legislativo e regolamentare? Il link che hai postato non lo dettaglia.

    MMST

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  22. "è questo il punto, che se le cose invece non andessero bene (e a quanto pare non vanno bene), entrerebbe in gioco il privato, io proverei invece a farle funzionare con regole specifiche come diceva gian nell'articolo"
    togliere la pubblicità alle municipalizzate e mettere un tetto agli stipendi (cosa che c'è già magari non è sufficiente ma è già regolamentata dal testo unico della pubblica amministrazione), non la vedo incompatibile con il mantenere questa legge. Anzi la vedo totalmente indipendente.

    MMST

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  23. in base a quel che hanno detto Di Pietro e Brunetta a Annozero, si capisce che nel 1996 Di Pietro ha fatto un decreto che fissa al 7% il rendimento delle utilities, vale a dire gas, luce, acqua, ecc

    questo particolare spiega l'apparente anomalia: nel 1996 l'economia era diversa e il 7% aveva un senso

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  24. Ma se è dal 96, lo applicavano tutti probabilmente anche al municipalizzata di torino.

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  25. vale solo per i privati e il 97% dell'acqua è pubblica

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  26. Beh dai penso di iniziare a capire.

    Allora il decreto ministeriale del 1996 che completa la legge Galli del 94, pone le istruzione per il calcolo dei prezzi di riferimento delle tariffe che applicano i gestori (parla di gestori, non di gestori privati).

    Tn = (C + A + R)n-I *(1+II+K)

    Tn è la tariffa di riferimento (è per orientarsi)

    C è la componente stimata dei costi operativi
    A è la componente stimata degli ammortamenti
    R è il tasso di rendimento degli investimenti (si moltiplicano le immobilizzazioni materiali e immateriali per il tasso stabilito)
    II rappresenta l'inflazione
    K rappresenta l'effetto prezzo che non ho capito bene.

    Modificando il decreto Ronchi implicitamente si annullerebbe il fattore R, bene credo di avere capito.

    Ora la cosa più intelligente da fare sarebbe ridurre il fattore R ma con il referendum si elimina. Risultato le municipalizzate rischiano tutte di andare in perdita, così a occhio e croce.

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  27. "vale solo per i privati e il 97% dell'acqua è pubblica "
    No non lo dice da nessuna parte che vale solo per i privatim nel 1996 poi non so manco se esistevano nel servizio dell'acqua.

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  28. http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/politica/2011/27-giugno-2011/nessun-taglio-bollette-acquavendola-cancella-referendum-tariffe-190961546847.shtml

    Ecco Vendola si rifiuta di abbassare le tariffe. Segue Hera che ha minacciato di tagliare gli investimenti se le tariffe verranno tagliate e il partito democratico che sta studiando una reintroduzione della remunerazione sugli investimenti.
    Il referendum è stato solo pura demagogia e totalmente inutile.

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  29. se l'indebitamento sale e se devono pagare i prestiti, non si capisce perchè dovrebbero abbassare le tariffe..

    neanche si capisce perchè debbano dire che il capitale è remunerato al 7% ma poi si deve pagare il mutuo in sterline...

    mi sembra che giornalista e intervistato abbiano le idee un pò confuse

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  30. "se l'indebitamento sale e se devono pagare i prestiti, non si capisce perchè dovrebbero abbassare le tariffe..

    neanche si capisce perchè debbano dire che il capitale è remunerato al 7% ma poi si deve pagare il mutuo in sterline...

    mi sembra che giornalista e intervistato abbiano le idee un pò confuse "
    E' molto semplice la tariffa non comprende i "costi finanziari" ma questi sono all'interno del "rendimento sull'investimento" che sono stati tolti dal referendum. Pertanto se la matematica non è un'opinione togliendo il rendimento che è una "voce tariffaria", la tariffa si abbassa.

    MMST

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  31. se il 7% è al lordo dei costi finanziari, puoi abbassare la tariffa solo dopo aver considerato i costi finanziari.. altrimenti finisci in perdita

    i comunicati dicono che il MOL è di 132 milioni, ma l'utile di 37 ... quindi ci sono 95 milioni di interessi e perdite varie

    al massimo potresti limare un pò quei 37 milioni

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  32. che poi se i 132 milioni rappresentano il 7% del capitale, 37 milioni sono circa il 2%

    non mi pare una cosa strana che l'investitore abbia una remunerazione del 2%

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  33. No il 7% è una voce punto, nella formula indicata nel decreto dipietro Tn = (C + A + R)n-I *(1+II+K) il rendimento è la lettera R, nelle istruzioni mette l'importo del 7% sul calcolo medio degli investimenti. Non vi è alcun riferimento sui costi finanziari, se togli la voce R togli tutta la remunerazione. E' quello che ti avevo fatto notare, gli acquedotti vanno tutti in perdita se si applicasse il referendum. MMST

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  34. infatti non si applica... ma io avevo capito che si applicava solo se fossero arrivati i privati

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  35. "infatti non si applica... ma io avevo capito che si applicava solo se fossero arrivati i privati "
    Hai capito male nella normativa e nei decreti si parla di "gestore", non c'è discriminazione tra pubblico e privato. MMST

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  36. il punto importante era un altro

    se l'acquedotto pugliese alla fine ha un utile del 2% dei capitali investiti, ci sono 3 possibilità

    1 - tutto resta com'è... fa utili, pochi, e li versa agli azionisti

    2 - vende ai privati o meglio svende visto che l'utile è inferiore al rendimento di un bot. Il privato continua su questa strada e chi ci rimette è il pubblico che incassa poco

    3 - vende ai privati ma a un prezzo alto, incompatibile con il modesto utile. In questo caso il privato deve fare scelte che rendano conveniente l'investimento, vale a dire o paga peggio qualcuno o fa pagare di + la clientela

    allora la questione del referendum diventava: preferiamo un pubblico che guadagna poco o nulla ma non ti aumenta le tariffe e non licenzia nessuno oppure un privato che aumenta le tariffe o prende altri provvedimenti poco simpatici per es. per i lavoratori?

    questa secondo me era la vera alternativa del referendum

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  37. poi esistono anche metodi per aggirare l'ostacolo del 7% calcolato come spieghi tu: basta che il privato compri da un'azienda collegata (in sintesi da se stesso) un certo bene/servizio e lo paghi a un prezzo elevato... così guadagna di + nel rispetto dei parametri imposti dalla legge

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  38. Gian il referendum n. 2 parlava della remunerazione sul capitale investito e voleva toglierla. E' una richiesta demenziale senza quel margine ogni società di gestione rischia seriamente di andare in rosso peggio ancora per quelli che in rosso tutto qui. MMST

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  39. perfetto... ma nessuno farà in modo che le società finiscano in perdita diminuendo le tariffe. Che poi si calcolino in un modo o in un altro poco importa

    Se invece fosse rimasta la norma e si fosse privatizzato, era certo l'aumento (o una riduzione dei costi che avrebbe sacrificato posti di lavoro o altro) nei casi come quello dell'acquedotto pugliese, visto che alla fine il rendimento (in questo caso l'utile) è minimo

    Il referendum non aveva -almeno per come l'hanno capito i cittadini normali come me- lo scopo di portare a una riduzione delle tariffe, ma di evitare condizioni che portassero all'aumento delle tariffe o portassero il gestore a guadagnare a scapito dei lavoratori o dei fornitori

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  40. Gian il quisito 2 non centra con il quesito 1.
    Poi i metodi di calcolo delle tariffe sono gli stessi sia per i pubblici che per i privati. Che nel caso del privato ci sia più probabilità di conflitto tra l'autorità che stabilisce le tariffe e il gestore può essere vero ma ripeto è l'altro quesito.
    Poi ognuno può pensarla come vuole ma cribbio sapere cosa vuol dire abrogare quella norma sarebbe opportuno. MMST

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  41. credo che gli italiani abbiano capito bene che la scelta era tra un'acqua gestita dai privati e una gestita dal pubblico... poi spetta alla politica trasformare la volontà in regole

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