27 giugno 2011

Speculazione all'assalto dell'Italia?


Giovedì sera l'agenzia di rating Moody's ha fatto presente che 16 banche italiane (tra cui colossi come Intesa San Paolo) sono sotto osservazione, o meglio sono sotto osservazioni le loro emissioni obbligazionarie.

L'avvertimento seguiva di pochi giorni un analogo avvertimento relativo ai titoli di stato italiano e al debito di un gran numero di enti locali italiani.

Siamo troppo indebitati e cresciamo troppo lentamente e così le agenzie di rating mettono sotto esame il nostro debito, pubblico e privato, per capire se è il caso di darci ancora fiducia e a quali condizioni.

Dopo l'avvertimento di giovedì sera, a mercati chiusi, molti si aspettavano un crollo dei titoli interessati all'apertura della borsa di venerdì. E invece non è successo. Come se nulla fosse, venerdì i mercati hanno aperto tranquilli e anzi con un buon segno positivo.

Poi all'improvviso, i titoli bancari e l'intera borsa (i titoli bancari pesano molto sugli indici di borsa) sono crollati. Verticale e rapidissimo. In pochi minuti le azioni di Unicredit, Monte dei Paschi e Intesa San Paolo sono letteralmente crollate fino a essere sospese per eccesso di ribasso: il valore teorico era inferiore di oltre il 10% rispetto al prezzo della seduta precedente.

Come si spiega un flash crash simile?
La Consob ha promesso di indagare e ha indicato un colpevole: gli stop loss, vale a dire ordini di vendita inseriti dagli operatori per proteggersi dai crolli dei titoli. Se il valore di un'azione scende, lo stop loss vende a un prezzo predefinito, che serve al proprietario delle azioni per evitare perdite eccessive. Così gli stop loss avrebbero appesantito le perdite dei corsi azionari.
Ma è sufficiente indicare il colpevole negli stop loss e magari nel nervosismo di un mercato dove pochi sono intenzionati a comprare azioni e molti a venderle?

Forse no. Forse la speculazione sta prendendo di mira l'Italia, come potrebbe dimostrare l'aumento del divario (spread) tra i rendimenti dei titoli italiani e quello dei titoli tedeschi, i bund, causato dalle vendite dei nostri BOT e CCT. Più se ne vendono, più il prezzo diminuisce, maggiore è il loro rendimento e quindi il divario tra il rendimento dei titoli italiani e il rendimento dei bund.

Questo significa, però, che in futuro il ministero dell'Economia dovrà promettere rendimenti maggiori per attrarre capitali, con conseguente aggravio per i costi dello stato.

Come se ne esce? Con una manovra seria e severa, fatta subito, credibile per i mercati finanziari. La speculazione è pronta a azzannare l'Italia senza fare distinzioni tra debito pubblico e privato, tra obbligazioni bancarie e titoli di stato. Gli avvertimenti li abbiamo ricevuti e ignorarli, come forse fa l'ex responsabile economico di Forza Italia, Guido Crosetto, che attacca a testa bassa Tremonti, sarebbe pericolosissimo.

Un aumento della spesa pubblica darebbe fiato all'economia e alla maggioranza di governo, ma il prezzo da pagare rischia di essere altissimo, comprendendo un'impennata della spesa per interessi spinta in alto dalla speculazione. Riuscirà la maggioranza di governo a rinunciare alla tentazione di scontrarsi con la speculazione?

32 commenti:

  1. ma esattamente come si dovrebbe crescere se non con la spesa pubblica, visto e considerato che l'indebitamento privato non può continuare a crescere, o meglio, è veramente fuori di testa credere che la crescita si possa basare sull'indebitamento privato arrivati a questo punto.

    a me pare evidente che la scelta sia tra la recessione/fiducia dei mercati e la spesa pubblica/sfiducia dei mercati.

    cosa è meglio?

    non sarebbe meglio rivedere questa presunta strana idea di uno Stato che si finanzia sul mercato privato?

    giusto almeno prenderla in considerazione.

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  2. rivedere l'idea non cambia la realtà: c'è un debito da finanziare e occorre finanziarlo con costi possibilmente bassi

    la crescita può avvenire anche ridistribuendo i redditi a favore di quelli + bassi allo scopo di rilanciare la domanda

    e poi facendo tutto ciò che aiuta a esportare: il nord e anche il centro hanno ripreso a crescere trainati dalle esportazioni

    le politiche economiche dovrebbero essere dirette a migliorare la capacità del sud di fare altrettanto

    la spesa pubblica si può usare, ma in modo intelligente, stimolando la domanda pubblica delle aziende che, crescendo o almeno evitando di mettere in cassa integrazione gli operai, possono trasformare 1 euro di spesa pubblica in diversi euro di fatturato per diverse imprese

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  3. si, ma non cambia la questione di fondo. e a lungo andare è totalmente insostenibile. perché una politica di austerità per definizione in una situazione come questa porta alla recessione, soprattutto con una bilancia commerciale in deficit. è una questione di contabilità nazionale.

    non so se hai presente il modello stock flow di godley.

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  4. no, non ho presente, ma ho presente il fatto che l'anno scorso germania, francia, gran bretagna e altri hanno fatto interventi assai importanti sul piano della finanza pubblica e non sono affatto in recessione, anzi se la cavano meglio di noi

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  5. detto così può essere qualunque cosa. un esempio?

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  6. qualunque cosa? non capisco di cosa parli...

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  7. "interventi assai importanti sul piano della finanza pubblica". è un po' generico, fai degli esempi.

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  8. quei paesi hanno fatto quel che stiamo per fare noi... tagli alle spese, aumenti di imposte e tasse (forse ricorderai le proteste in inghilterra nello scorso autunno per un improvviso aumento delle tasse universitarie) e altri interventi il cui scopo era ridurre il deficit pubblico che altrimenti avrebbe raggiunto livelli inaccettabili

    l'hanno fatto eppure crescono, segno che non sono manovre recessive o, meglio, se alle spalle hai un'economia che funziona puoi farle senza far finire l'economia in recessione

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  9. e no, bisogna vedere se il debito privato è aumentato, se son aumentate le esportazioni. ripeto, presa così per sé non può essere fonte di crescita una politica di austerità, è una questione di settori dell'economia, e ripeto, senza conoscere il modello stock flow non lo si capisce, perché detto così come l'hai detto non ha nessun significato particolare.

    dopo tutto ad un'analisi dei settori dell'economia nel tempo, ogni qual volta lo Stato ha cercato di fare surplus (il più famoso è quello di clinton), è seguita una recessione o un alto indebitamento privato (per intenderci quello che c'è adesso). son semplici serie storiche, e a quelle non si sfugge purtroppo.

    se sei interessato e se ti va leggi questo:

    http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=4870

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  10. cosa c'entra il debito privato con il fatto che una manovra finanziaria produce (o non produce) recessione?

    la politica di austerità fonte di crescita? non mi pare succeda e neppure l'ho detto...

    mi pare tu stia parlando di cose non dette. Stock flow? se mi sintetizzi la questione forse ci capiamo

    Clinton ha generato un surplus poi è arrivato lo scoppio della bolla di internet e Bush con una politica fiscale fatta di fortissimi tagli alle imposte dei ricchi. Quindi non c'è nessun nesso tra surplus di un periodo e ... altro

    le serie storiche non spiegano nulla.. perchè cambiano le situazioni, cambiano le leggi che influenzano la spesa pubblica e le entrate

    non vedo proprio come una serie storica possa spiegare qualcosa perchè cambiano le cause di entrate e uscite fiscali

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  11. il modello stock flow, basato sulla contabilità nazionale, dimostra che, a livello aggregato:

    Domestic Private Balance + Domestic Government Balance + Foreign Balance = 0

    e cioè:

    (I-S) + (G – T) + (X – M) = 0

    spostandolo:

    (G-T) = (S-I) – (X-M)

    dunque, il deficit di un settore è il surplus di un altro, e viceversa. puoi fare le combinazioni che vuoi, ad esempio:

    http://bilbo.economicoutlook.net/blog/wp-content/uploads/2011/01/External_deficit_private_saving_model.jpg

    daranno sempre somma 0. per questo ti dicevo che se c'è una politica di austerità da parte del settore governativo, e un deficit nella bilancia commerciale, il settore privato a livello aggregato è in deficit, cioè ha un risparmio negativo, e quindi cresce il debito privato.

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  12. mi pare (per quel poco che ho letto...visto che l'autore non dispone di alcuna capacità di sintesi e si perde in considerazioni che fan cascare le ...) un modello molto elementare con diversi difetti assai banali

    1 - si ignorano i flussi di capitale... e questo rende irrealistico il modello e del tutto fantasiose (e non condivisibili) le conclusioni...

    2- mi pare che si supponga che tutto il risparmio sia impiegato... altra ipotesi irrealistica

    3 - non esiste nulla che misuri il progresso tecnico.. così la crescita si spiega solo con la spesa... altro limite

    Che poi quelle variabili diano somma zero è implicito nei conti... ma usare qualche tabellina (tipo il conto economico delle risorse e degli impieghi ) della contabilità nazionale per spiegare cosa succede in un'economia è come guardare le rotaie del treno e dedurne qualcosa sulla puntualità del treno...

    questo tizio si è inventato un modello irrealistico e banale.. o non sa fare di meglio oppure lo usa per arrivare alla conclusione che preferisce incurante del realismo del modello, perchè gli interessa la ricetta che secondo lui il modello suggerisce e non gli interessa tutto il resto

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  13. se poi fosse vero quel modello, sarebbe impossibile la crescita dell'economia

    al massimo si potrebbero redistribuire le risorse tra un settore e un altro

    invece l'economia cresce...o decresce

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  14. secondo me non hai capito la logica del modello e spari senza averlo capito. per intenderci poi se fossi interessato a capirlo ti saresti cercato differenti documenti universitari, ma posso capire che il tempo sia poco e ok, ma almeno non sparare a zero sui modelli senza capirli.

    le conclusioni che hai tratto son sbagliate, o quantomeno frettolose. soprattutto se cerchi sintesi in un modello che come hai detto tu, deve prevedere diverse cose, quindi non vedo come questo possa necessitare di sintesi.

    quel tizio non ha inventato il modello. né suppone che tutto il risparmio sia utilizzato, né prevede progresso tecnologico perché non è alla base del modello. il modello, è volto solo a porre in evidenza i settori dell'economia e le loro relazioni.

    difatti il tuo assumere che gran bretagna francia e germania siano cresciute per via dell'austerità è senza senso. come è senza senso forzare una situazione (ad esempio l'austerità) in una situazione di deficit della bilancia commerciale. cosa che magari quegli Stati che son cresciuti non hanno. prendi il caso della Norvegia, l'esportazioni reggono la situazione lì, permettendo ampi surplus di bilancio e pure risparmio privato. quindi in questo caso austerità e crescita economica son possibili.

    ma senza valutare la situazione a livello globale non ha senso. di conseguenza continuare a proporre quello che proponi tu, in maniera anche molto banale e sintetica, è di poco significato.

    come è totalmente insensato credere che ci possa essere progresso tecnologico (leggi investimenti) quando il settore privato è sottoposto ad alta tassazione e difficilmente ha molta voglia di investire e spendere, vista la bassa propensione al consumo e visto l'inesistente sostegno alla domanda.

    ripeto, la tua idea di redistribuzione è buona, ma alla lunga non è sostenibile, né ha un impatto particolare.

    in più ti dico, se scrivi articoli aspettati un dialogo o quantomeno delle critiche, sembra sempre che le prendi sul personale. sappi che non esiste l'economia giusta, e quella accademica è per la maggiore ideologicamente deviata dai vari dogmi liberisti (come il NAIRU per es), e da keynesiano quale sei (mi sembra di aver capito), potrai confermare.

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  15. ho cercato e non c'è nulla di sintetico

    l'autore poi la mena con considerazioni degne di essere ignorate, come il modello (che modello non è) che propone...

    io non ho mai scritto che "gran bretagna francia e germania siano cresciute per via dell'austerità"

    mi pare tu veda quel che non c'è, oltre a usare modelli economici privi sbagliati e oltre a confondere gli investimenti col progresso tecnologico... il che è indice di conoscenze modeste che ben si sposano con la modestia ( a essere generosi) di qualche identità scambiata per modello economico

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  16. su una cosa ti dò ragione: l'economia è deviata da dogmi liberisti... infatti il tuo autore fa proprio questo

    keynesiano.. c'è di meglio

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  17. secondo me tu non hai letto nulla. ad ogni modo, se ti va leggiti altro di quel blog. perché con l'ultima frase hai dimostrato di non aver letto nulla. ed è anche imbarazzante.

    comunque, se hai tempo o voglia (ma pare di no), cercati gli scritti di Godley, Marc Lavoie, Gennaro Zezza ed altri sul modello stock flow.

    e per intenderci non confondo progresso tecnologico con investimenti, ma il primo non si materializza senza spesa. ho solo inteso il termine in maniera colloquiale e non tecnica, ma pareva abbastanza ovvio.

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  18. tu hai scritto " progresso tecnologico (leggi investimenti)" ... quindi mi pare ci sia la confusione... ma forse non ho letto

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  19. poi ripeto..sintetizza... questi sbrodoloni non mi attirano per nulla.. non sono neppure capaci di andare a capo quando scrivono per distinguere un concetto dal successivo

    imparino a comunicare, almeno... perchè mi sa che pochi leggano testi lunghi dove mescolano di tutto

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  20. ma sintetizza che? studia se ti interessa, che pensi di studiare l'economia nei trafiletti del sole24ore?

    hai detto che c'è di meglio del keynesiano (concordo), fammi un nome di qualche economista.

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  21. sinceramente di questi signori confusi non me ne importa nulla e visto quel che scrivono ancora di meno

    leggi stiglitz Verso un nuovo paradigma dell'economia monetaria, con Bruce Greenwald, Vita e Pensiero, 2008

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  22. stiglitz?

    ma dai. mi aspettavo chissà che.

    ciao ciao, apprezzo molto il tuo approfondimento nel dare giudizi.

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  23. tu leggi, poi ne parliamo...

    mai sei libero di scegliere qualche perfetto sconosciuto che ti spiega che non può accadere quello che accade... ovvero una crescita dell'economia NONOSTANTE -non a causa di- manovre finanziarie tendenzialmente recessive

    io ci penserei a affidarmi a teorie che negano la realtà sotto gli occhi di tutti...

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  24. bo eppure mi sembra chiaro anche, ho fatto pure l'esempio della norvegia per dire che non è detto che il surplus porti in recessione. ma questo a condizioni molto particolari (e la norvegia è particolare).

    per giunta quando dici che crescono quei paesi devi controllare i tre settori, e poi capire come sta crescendo, cosa li traina.

    e infine, lascia stare notorietà e cazzi vari, contano le idee non la notorietà. e quello è un perfetto sconosciuto per te. o vince la notorietà?
    perché è pieno di neoliberisti famosi, scrivono anche manuali di macroeconomia, e questo li rende attendibili? no.

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  25. appunto.. il surplus produce recessione in un caso ma non in un altro. Mi sa che non ci sia nessuna relazione... è una teoria che trovo molto strana

    la notorietà deriva dal fatto che certi sono creduti assai + di altri

    se non credi ai neoliberisti perchè credere a uno che come godley dice di fare riferimento a una versione ancora + radicale cioè la scuola austriaca (mi pare che nel suo blog si proponga di reinterpretare gli austriaci) ? è come non fidarsi di un partito di destra perchè è di destra, fidandosi invece di un partito di estrema destra

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  26. no no no e no. in quell'articolo sta proprio sfatando le cazzate degli austriaci e dei neoliberisti. e per intenderci l'articolo è di william mitchell, economista australiano. wynne godley è colui che ha sviluppato il modello stock flow, e non era un pirla qualunque.

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  27. era noto per il suo pessimismo... e non mi pare godesse di chissà quale fama...

    peraltro chi lo ricorda spiega che si occupava di macroeconomia sottolineando gli squilibri... cosa coerente con il pessimismo... ma dalla segnazione di squilibri ad arrivare ad analisi serie delle cause di qualcosa c'è un bella differenza

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  28. dì un po', ma se io ti dicessi "stiglitz? chi quello della banca mondiale? si si si è visto cosa hanno fatto in africa". tu cosa mi diresti?

    che sono un superficiale e che non so di quel che parlo. ecco,
    neanche tu sai di quel che parli se ti approcci così.

    ad ogni modo, non c'è più granché da dire, ciao.

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  29. ti direi di leggere cosa scrive stiglitz sull'argomento banca mondiale...troveresti da solo le risposte

    poi ti consiglierei di valutare i libri di stiglitz e di fare un confronto con qualche illustro sconosciuto...

    io non conosco i 3-4 illustri sconosciuti che ti piacciono ma tu non conosci diversi conosciutissimi economisti...

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  30. ma chi te lo dice che non li conosco?

    li leggo e per certi versi li condivido. ma in generale la maggior parte son vittime dell'assunto che lo Stato sia costretto finanziariamente, cosa che non ha senso in un regime fiat money.

    tutto qua.

    poi oltre stiglitz, chi c'è?

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  31. infatti in grecia non sono interessati alla correttezza finanziaria... coi risultati che ben conosciamo

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  32. già, anche la louisiana è costretta finanziariamente.

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