30 luglio 2011

Il debito repubblicano

Da giorni tv e giornali dedicano ampio spazio alla questione del debito pubblico USA. Negli Stati Uniti il Parlamento ha fissato un limite al debito pubblico. Un limite che non si può superare senza un intervento legislativo.

Raggiunto il limite, tra il 2 e il 10 agosto, il governo federale non potrà indebitarsi ulteriormente. Vedremo in tv gli uffici pubblici chiusi, gente disperata che spiegherà di non saper come vivere senza i sussidi o la pensione e di non potersi curare.

Ma i problemi maggiori saranno sui mercati finanziari e nel resto del pianeta. La domanda americana subirà una flessione e con essa diminuiranno la produzione di beni e servizi negli USA e nel resto del mondo. Potrebbe crollare la fiducia verso i titoli di stato americani, con conseguenze imprevedibili nei mercati finanziari mondiali, dove tali titoli sono usati come strumento di garanzia.

Nella migliore delle ipotesi assisteremo, se democratici e repubblicani non trovano presto un accordo, alle conseguenze del calo della domanda americana. Nella peggiore si potrebbe ripetere la pessima esperienza del 2008, quando il fallimento di Lehman Brothers ha fatto crollare la fiducia nel sistema bancario e finanziario mondiale provocando un calo considerevole dei finanziamenti alle imprese e ai privati, con le conseguenze che conosciamo sull'economia reale.

Come si è arrivati a tutto questo?

Nell'immediato le colpe sono della destra repubblicana, il Tea Party, che si rifà alla ribellione degli americani che volevano liberarsi dal controllo inglese e dalle tasse inglesi sul té americano che servivano a finanziare le spese militari.

Il Tea Party, forte specie dopo la sventurata scelta di Sarah Palin come candidata vice-presidente nelle elezioni del 2008, spinge il Partito Repubblicano verso una posizione radicale. Rifiuta il compromesso fatto di un mix delle ricette dei due partiti, punta a realizzare solo tagli alla spesa sociale e a concedere un aumento temporaneo del debito, per rinviare il problema al 2012 e mettere in difficoltà Obama in vista delle elezioni presidenziali.

Per il passato, invece, un articolo del Sole 24 Ore (vedi qui) ripercorre le vicende del debito pubblico americano negli ultimi 30 anni, da Reagan a Obama, sottolineando che i repubblicani, grazie a un misto di tagli alle imposte per i ricchi e di una forte spesa, soprattutto militare, sono i veri responsabili della crescita del debito pubblico statunitense.

Negli ultimi trent'anni hanno fatto salire il debito in modo impressionante: dal 32% del PIL lasciato da Carter all'82% lasciato da Bush (senza considerare le garanzie statali concesse per far fronte alla crisi maturata nel corso della presidenza dei Bush figlio).

E le prospettive future sono tutt'altro che positive: se non si trova un accordo nei prossimi giorni, il governo potrebbe essere costretto a tagliare drasticamente le spese gettando il paese (e forse il mondo intero) in una nuova recessione.

Una fortuna per il Tea Party, a cui non interessano i poveri e che punta a mettere in difficoltà Obama, ma una sventura per l'economia mondiale.

Siamo sull'orlo di un precipizio che ricorda il 2008, quando si tentò inutilmente di salvare la più piccola delle banche d'affari, Lehman Brothers, e qualcuno (vedi qui) festeggiò quando Lehman fallì. Fu l'inizio della più grande crisi economico-finanziaria del dopoguerra.

5 commenti:

  1. è interessante (e triste) che il Tea Party sia riuscito a configurarsi come movimento "populista", di massa: suppongo infatti che abbia molto seguito soprattutto tra il ceto medio e il proletariato bianco.

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  2. il tea party è un'invenzione della Fox News di Murdoch, tanto scorretta che Obama si rifiuta di rilasciare interviste a questa tv

    si sono bevuti 30 anni di ricette economiche folli in cui la soluzione di tutti i problemi era ridurre le imposte e prendersela con la spesa sociale

    metti insieme questo e un certo razzismo della destra con celebri rappresentanti come Reagan (se ne parla solo nei libri) e hai il tea party

    ma non dobbiamo stupirci perchè anche da noi ci sono individui con idee simili che sostengono i razzisti americani come avevo segnalato qui http://econoliberal.blogspot.com/2011/06/paghereste-3000-euro-lanno-per.html

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  3. Oh, son riusciti a strappare un accordo in cui non ci sono nuove tasse per i ricchi. Certo che son proprio dei fenomeni 'sti repubbli-cani...

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  4. Obama ha dovuto cedere per non far crollare l'economia.
    I repubblicani così condannano gli USA a crescere poco...ottima strategia per mettere in difficoltà Obama e i democratici

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  5. Quelli del tea party sono pure dispiaciuti per la (modesta) riduzione delle spese militari... al peggio non c'è mai fine

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