Anni fa a Torino c'era il salone dell'auto, frequentatissimo. Le novità automobilistiche targate Fiat e non solo attiravano migliaia di persone.
La crisi economica dell'inizio degli anni 2000 uccise il salone. Nel 2002 la società organizzatrice, che a Bologna gestiva il Motorshow, disse basta, niente più salone a Torino.
Qualcuno sospettò che la fine del salone dell'auto fosse una mossa strategica per favorire le attività a Bologna, un candidato sindaco fece del ritorno del salone a Torino un punto forte della sua campagna elettorale.
La realtà era banale: alcuni big dell'auto avevano disertato la manifestazione torinese anche se erano stati proposti spazi espositivi gratuiti perchè il costo della partecipazione al salone non era giustificato in presenza di un mercato dell'auto in calo. Inutile mostrare auto che nessuno poi comprerà.
L'annullamento del Motorshow di Bologna ripropone lo stesso schema, 11
anni dopo: i big dell'auto hanno deciso di non partecipare e la manifestazione è stata annullata.
Ma non c'è solo la crisi da raccontare. Negli anni successivi lo spazio del salone dell'auto è stato occupato da altre manifestazioni di grande popolarità, come il salone del libro e il salone del gusto. Le folle oceaniche che un tempo facevano la coda per vedere le Ferrari oggi si occupano di vini, formaggi e libri. L'economia si modifica, anche se a volte borbotta come un motore ingolfato.
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