14 ottobre 2013

Premio Nobel 2013

Quest'anno il Nobel per l'economia è andato a tre americani: Eugene Fama, Robert Shiller e Lars Peter Hansen, che hanno contribuito a spiegare come funzionano i mercati finanziari.

I tre economisti sono uniti dal tentativo di prevedere l'andamento dei mercati azionari e delle obbligazioni.

Previsione praticamente impossibile nel breve periodo, vale a dire nell'arco di giorni o settimane. Mentre invece è possibile fare previsioni su un arco temporale più lungo. Come?

Studiando i dati, formulando ipotesi sull'andamento dei mercati e cercando conferme alle ipotesi attraverso l'uso di modelli econometrici.

Eugene Fama alla fine degli anni '60 studiò il modo in cui i prezzi dei titoli reagiscono alle notizie di split azionari (frazionamenti azionari in italiano, ovvero la pratica di aumentare il numero delle azioni di una società, assegnando nuove azioni gratuitamente agli azionisti) scoprendo che i mercati incorporano nei prezzi le nuove informazioni molto velocemente e che se invece il processo è lento, allora l'evoluzione del prezzo delle azioni è facilmente prevedibile.

Un decennio più tardi, nel 1981, Robert Shiller ha dimostrato che il prezzo delle azioni non rispecchia sempre il valore dei dividendi futuri attesi e per questo è molto volatile, con la conseguenza di poter prevedere in alcuni casi l'andamento delle azioni: se il prezzo è troppo alto rispetto al dividendo atteso, in futuro diminuirà.

Lars Peter Hansen invece l'anno dopo ha costruito il Generalized Method of Moments (GMM), utile per testare il CCAPM. Cos'è il CCAPM? E' una versione di un modello di equilibrio dei mercati finanziari, come spiega wikipedia, secondo la quale "il CAPM stabilisce una relazione tra il rendimento di un titolo e la sua rischiosità, misurata tramite un unico fattore di rischio, detto beta".

Il CAPM si trova in molti libri di economia e pare, a prima vista, un modello incapace di spiegare il vero andamento del valore di un'azione. Hansen ha dimostrato, usando la GMM, che il CCAPM non è un buon modello, e confermato implicitamente la tesi di Shiller sulla volatilità dei prezzi delle azioni.

Tante le implicazioni dei lavori dei Nobel e gli studi nati sulle orme degli studi dei tre economisti, premiati con il Nobel.




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