07 febbraio 2010

Lo spauracchio dell'Argentina

E' inevitabile, quando si parla del rischio connesso al possesso di BOT e CCT (titoli di stato) pensare all'Argentina. Il paese che nel 2002 ha smesso di pagare i suoi debiti lasciando senza soldi migliaia di risparmiatori italiani che avevano prestato i loro soldi alla repubblica sudamericana.

Grillo ad esempio nel suo blog sbandiera il pericolo argentino. Lascia intendere che prima o poi succederà anche da noi.

Ci sono alcuni dati opportunamente ignorati, che chiariscono che il caso del bond argentini è forse diverso da quel che si vuol far credere. A cominciare dal fatto che l'Argentina potrebbe rimborsare il debito.

Ma in Argentina l'insolvenza (default) è una specie di sport nazionale. L'Argentina non ha pagato i propri debiti nel 1982 e nel 1989, ma anche nel 1890 lo stato si è dichiarato insolvente, come racconta Niall Ferguson (1).

Il vero guaio, se vogliamo, è che con questo passato l'Argentina abbia continuato a ricevere capitali dal resto del mondo. Come prestare soldi a chi negli anni '70 e '80 aveva un'inflazione spaventosamente alta?

L'iperinflazione, le monete crollate sotto il peso dell'inflazione, poi sostituite da monete nuove cui si chiedeva il miracolo, impossibile in mancanza di un rinnovamento radicale nella gestione della finanza pubblica, non hanno insegnato nulla nè hanno spinto qualche bancario ad avvertire la clientela.

Ma basta un buon libro per capire che l'Argentina non è l'Italia e non basta fare un confronto tra le dimensioni del debito pubblico per fare paragoni.

Un altro dato ignorato è che l'Argentina i soldi per pagare il debito li avrebbe pure. Ricordate il prezzo delle materie prime salito alle stelle nell'estate del 2008? Il petrolio è arrivato a 140 dollari per barile e anche il prezzo di grano, riso, mais e altri generi alimentari è salito molto. L'Argentina, grazie a quell'impennata dei prezzi, ha oggi 49 miliardi di dollari di riserve depositate presso la Banca dei Regolamenti Internazionali, che potrebbe usare per pagare i detentori di bond argentini.

Costoro tentano azioni legali per appropriarsi almeno di parte di quei soldi, che l'Argentina non usa, quasi non fossero soldi suoi, per non offrire appigli ai possessori di bond argentini.

E mentre qualche banca compra bond argentini a poco prezzo scommettendo su un rimborso più generoso del previsto, la presidente Kirchner caccia l'ennesimo governatore della banca centrale per impossessarsi di alcuni miliardi di riserve in moneta straniera, da usare per pagare metà dei debiti in scadenza nel 2010.

Infine, si ignorano le ragioni del crollo dei conti pubblici argentini. La politica fiscale argentina è, da sempre, disastrosa: gli argentini non vogliono pagare imposte e votano chi non gliele fa pagare. Per coprire il deficit statale prima hanno stampato moneta (con conseguente iper-inflazione) e poi hanno emesso bond, molti venduti all'estero.

In assenza di un progetto credibile per ridurre il deficit, nel 2002 sono terminati i nuovi finanziamenti e l'Argentina ha dichiarato bancarotta.

Anche la politica monetaria argentina è stata disastrosa: il peso è stato per un decennio agganciato al dollaro nella speranza di attirare capitali ed evitare le croniche fughe di capitali e le conseguenti svalutazioni.

I guai argentini sono dunque noti e di conseguenza le vere ragioni del default e le possibili soluzioni.
Per questo occorre fare attenzione prima di paragonare Italia e Argentina.

Se l'Argentina s'è arrampicata sugli specchi pur di soddisfare la volontà dei propri cittadini di non pagare imposte, e, quando il debito è diventato troppo grande, ha scelto l'insolvenza, è perchè qualcuno ha preso le decisioni sbagliate e non perché, come qualcuno vorrebbe farci credere, l'insolvenza è inevitabile.

L'insolvenza non è inevitabile e non dipende dalle dimensioni del debito (la Spagna preoccupa di più pur avendo un rapporto debito/PIL che è poco più della metà di quello italiano). Dipende dalle scelte dei cittadini e di chi li rappresenta.

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(1) N.Ferguson Ascesa e declino del denaro, pag. 82 e seguenti

4 commenti:

  1. LA RAGIONE DEVE PREVALERE SAPIENTEMENTE!

    Signor Presidente Silvio Berlusconi,

    l’Argentina ha affossato gli obbligazionisti italiani, vittime della frode gigantesca ordita con emissioni di titoli che agli ignari ed onesti risparmiatori non dovevano essere venduti! Tale frode è ancora sospesa, nonostante la notizia palese che siano venuti alla luce gli enormi fondi di riserva presso la Banca in Svizzera, più che sufficienti a rendere a tutti quanto loro dovuto!

    Ci auguriamo che i nostri numerosi politici italiani vengano sensibilizzati dall’esigenza che il diritto dei propri cittadini, sancito dalla Costituzione, venga finalmente riconosciuto!

    E’ più che legittimo che lo Stato italiano si adoperi per trattare affinché l’Argentina ci restituisca con coscienza quanto abbiamo concesso in prestito “e soltanto in prestito”!

    L’Argentina con la vendita dolosa di obbligazioni “carta straccia” ha derubato le famiglie italiane a migliaia!

    Sappiamo ora, dopo dieci anni di attesa, che i fondi accumulati dall’Argentina si trovano subdolamente nascosti nei forzieri di una Banca di Basilea, quindi proponiamo un accordo, fra Stati democratici, per proteggere il legittimo risparmio e ricondurlo a casa!

    Al giorno d’oggi le questioni internazionali non vengono più risolte con le armi, ma è la ragione che deve prevalere ed essere usata sapientemente, anche per restare in buoni rapporti con tutti e collaborare nelle avversità economiche e finanziarie dell’attuale crisi mondiale!

    Fidando nel Suo interessamento le famiglie italiane coinvolte restano in attesa e ringraziano!

    Silvano

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  2. forse hai sbagliato indirizzo. Berlusconi temo non legga il blog

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  3. "Se l'Argentina s'è arrampicata sugli specchi pur di soddisfare la volontà dei propri cittadini di non pagare imposte, e, quando il debito è diventato troppo grande, ha scelto l'insolvenza, è perchè qualcuno ha preso le decisioni sbagliate e non perché, come qualcuno vorrebbe farci credere, l'insolvenza è inevitabile."
    Peccato che il debito pubblico dell'argentina è cresciuto a dismisura per via della corruzione dei vari politici di turno!!
    Corrotti proprio delle banche internazionali che si offrivano di prestare altri soldi(debiti) all'Argentina per ripagare semplicemente gli interessi sui vecchi debiti!!
    Il risultato? Un paese ridotto in schiavitu!
    Come del resto la Grecia oggi!! E domani? Chissa!
    Saluti.

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  4. Anonomo la corruzione è indipendente dalle banche c'è in sudamerica come in africa in cui non è per ora di certo la sede di Citygroup.
    Falsificare i conti del bilancio pubblico è di responsabilità esclusiva della politica.

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