10 febbraio 2010

Un'Italia per conto terzi

Tremonti dice che in Italia la crisi colpisce meno perché c'è meno finanza. Ma i dati lo smentiscono (1): da noi la crisi è più dura e ogni giorno qualche azienda mette in cassa integrazione gli operai.

L'ultimo caso, assai significativo, è quello di Merloni. Un parente del più famoso costruttore di elettrodomestici. Produce elettrodomestici ma per conto terzi. Significa che un marchio famoso commissiona a una fabbrica la costruzione di frigorifero o lavatrici, attacca il proprio marchio e lo vende.

Il consumatore non lo sa. Legge il marchio e pensa che una fabbrica di quell'azienda produca la lavatrice.

Chi vende il prodotto può scegliere a chi affidare la produzione. Oggi in Italia, domani in Romania, dopodomani in Cina. Chi offre condizioni migliori ottiene l'appalto, chi non può offrire condizioni migliori chiude.

Perchè conviene assai di più commercializzare una lavatrice che produrla. E lo stesso vale per altri prodotti, come quelli del tessile. Chi vende la camicia guadagna assai più di chi la produce e assegna le diverse fasi di lavorazione del prodotto ai fornitori più competitivi. Se i cinesi cuciono un tessuto a prezzi più competitivi di un'azienda italiana, si aggiudicano la commessa e l'azienda italiana rischia la chiusura.

Ecco perchè, nonostante ci sia poca finanza e pochi titoli tossici nell'economia italiana, la produzione industriale è scesa nel 2009 del 17% (2) e la crisi colpisce duramente. Siamo un paese che produce molto per conto terzi e la crisi colpisce queste imprese, che non dispongono di canali di vendita propri, più pesantemente di chi invece -si pensi a Fiat- vende direttamente il proprio prodotto.


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(1) si veda http://econoliberal.blogspot.com/2010/02/lupi-pinocchio-e-topolino.html
(2) http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?del=20100210&fonte=TLB&codnews=637

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