08 aprile 2011

Le stranezze di un fondo di investimento

Dopo aver letto i commenti al post precedente, sullo scandalo dei Parioli, mi sono chiesto: è possibile ottenere rendimenti decisamente superiori a quelli dei BOT?

Sono andato a cercare i fondi di una grande banca, IntesaSanPaolo. Uno aveva un nome invitante: Eurizon Azioni Alto Dividendo Euro (vedi qui). Un tempo si chiamava SanPaolo Azioni Italia.

Il fondo, nato nel 1995, in effetti ha offerto un buon rendimento: +417%, corrispondente a circa il 10% annuo (a tasso composto). Dunque sembrano esistere strumenti speculativi che offrono (onestamente) un rendimento a due cifre.

Cercando qualche dato in più si scoprono però alcune stranezze. Nel sito Eurizon il fondo Azioni Alto Dividendo Euro è inserito tra i fondi italiani. Viene da pensare che sia un fondo composto per lo più da titoli italiani, mentre è composto per il 31,8% da titoli francesi, per il 26% da titoli tedeschi, per il 13% da titoli spagnoli, per il 7,7% da titoli olandesi. I titoli italiani rappresentano solo l'11,7% del portafoglio. Forse bisognerebbe spiegare che un fondo italiano è un fondo creato in Italia.

Poi il rendimento è certamente buono, se paragonato ai BOT, ma poco incoraggiante se paragonato al benchmark, cioè a un indice teorico di riferimento. Quasi mai nell'ultimo decennio il fondo ha fatto meglio del benchmark e a volte ha fatto assai peggio.
Nel 2005 ha ottenuto un +11% contro un 25% del benchmark. Nel 2007 un -4,7% contro un +2,1% del benchmark.

In sostanza se il gestore del fondo, dopo aver comprato titoli nella stessa proporzione dell'indice di riferimento, se li fosse dimenticati, avrebbe ottenuto risultati migliori.

Per questo pare esagerata la commissione di gestione del fondo dell'1,9% annuo a cui si aggiunge la commissione di entrata (fino ad un massimo dell'1,5%): si paga per la gestione di un fondo che rende meno del portafogli titoli di riferimento.

Anche perchè c'è da dubitare che si gestisca davvero il portafoglio titoli. Una gestione attiva di un portafoglio titoli prevede (almeno a mio parere) che si venda un titolo quando il valore è alto o quando il suo valore diminuisce per poi ricomprarlo a prezzi inferiori. Questo ha fatto ad esempio la Fondazione CRT (vedi qui) che nell'anno peggiore per le borse ha ottenuto il miglior risultato di sempre.

Ma il fondo di Eurizon è riuscito a perdere il 40% nel 2008, replicando la pessima performance del benchmark. Com'è possibile? La sola spiegazione è che mentre i mercati crollavano, i gestori del fondo siano rimasti a guardare, "dimenticandosi" di vendere le azioni per poi ricomprarle in un secondo tempo. Tanto la commissione la incassano lo stesso.

1 commento:

  1. Apprezzabile intervento, riguardo al quale è inutile chiedersi perché tali denunce non trovino spazio sulla carta stampata. Diciamolo però lo stesso per i giovani, ancora inesperti, che dovessero leggere questo mio commento.
    Il motivo è l'atteggiamento plaudente e servile di quasi tutti i giornalisti economici nei confronti del risparmio gestito e della previdenza integrativa, condito furbescamente con qualche critica marginale, per ingannare meglio il lettore (cioè per spingerlo meglio a comprare il ciarpame venduto da banche, promotori finanziari ecc.).
    Sul fondo San Paolo Azioni Italia merita ricordare che trapelò qualche notizia sulle malversazioni nella sua gestione, che ebbe però un'eco minima sulla stampa italiana. I suoi alti rendimenti alla fine degli anni '90 avvenivano a scapito, cioè danneggiando, i clienti dei fondi San Paolo Soluzione 6 e San Paolo Soluzione 7.

    Beppe Scienza
    www.beppescienza.it

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